“Carbonara” di trota affumicata

Quando sono stata invitata a definire il mio ABC della Felicità, attenendomi al tema del mio blog, ho scelto per la lettera B il bacon, per molti motivi, che ho illustrato nel post https://silvarigobello.com/L’ABC-delle-felicita-di-la-tua/
In effetti il bacon è un ingrediente che utilizzo spesso e in molti modi, per insaporire e arricchire i piatti, oppure lo faccio diventare proprio il punto focale di alcune ricette, che hanno senso proprio grazie alla sua presenza.
Naturalmente la prima ricetta che mi viene in mente è la carbonara, un piatto relativamente giovane, che non ha insomma tradizioni antiche nella nostra cucina.
Pare infatti che sia apparsa sulle tavole degli Italiani solo dopo la Seconda Guerra Mondiale, a seguito della drammatica penuria alimentare dell’epoca.
Dopo la Liberazione, una delle poche risorse su cui Roma affamata poteva contare era proprio la distribuzione di uova in polvere e bacon da parte degli Alleati.
Pare che la genialità innata e inconfutabile di noi Italiani si sia manifestata nel mescolare questi due ingredienti e condire la pasta.
Credo che la carbonara sia uno dei primi piatti più graditi, sia perché è veloce e semplice, sia perché è molto saporita.
È uno dei piatti che ho preteso che i figli imparassero a cucinare molto presto, in previsione di quando si sarebbero dovuti arrangiare da soli, così non avrebbero corso il rischio di morire di fame!
Anch’io la faccio un paio di volte al mese, ma oggi cambio tutto: ne ho una versione modificata davvero molto golosa che vorrei condividere, perché vale la pena di prenderla in considerazione per variare un po’ il menù di casa.
Per oggi dunque mettiamo da parte l’amato bacon, i classici spaghetti e la ricetta che conosciamo tutti.
Questa è dunque la mia carbonara di trota affumicata. Facilissima.

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Faccio soffriggere in 2 cucchiai di olio 1 scalogno tritato, quando è appassito aggiungo 1 filetto di trota affumicata (150 gr circa) tagliato a listarelle, spolverizzo di pepe e faccio insaporire per qualche minuto.
Batto 1 tuorlo freschissimo con 2-3 cucchiai di yogurt greco, 2 cucchiai di parmigiano grattugiato, 1 pizzico di sale e abbondante pepe appena macinato.
Lesso al dente 160 gr di linguine, le scolo e le verso nella padella con il sugo di trota affumicata, accendo il fuoco al minimo, aggiungo la salsa a filo mescolando con un cucchiaio di legno e la faccio rapprendere appena.
Spolverizzo di prezzemolo tritato e la mia carbonara di trota è pronta per essere servita, gustata, apprezzata.
Fidatevi. Alla fine viene più cremosa e legata, dipende da quando si scatta la foto!

Della mia carbonara adatta ai venerdì di Quaresima, avevo già parlato nel post https://silvarigobello.com/2013/06/28/la-carbonara-del-venerdì/ ma da quando ho scoperto la trota salmonata affumicata, più delicata, meno calorica e più economica del classico salmone, cerco di utilizzarla abbastanza spesso e devo dire che ho sempre dei risultati molto soddisfacenti.

Il pesce finto, immancabile ricetta dell’estate

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Almeno una volta l’anno, d’estate, chi non ha mai fatto il finto pesce di tonno?
Io lo faccio col salmone, tanto per cambiare, ma il classico impasto di tonno, patate, maionese, capperi, alici e prezzemolo mi ha accompagnato sin dall’infanzia.
Alla mia mamma non piaceva tanto quindi non lo faceva quasi mai, ma per fortuna quello di mia nonna era proprio speciale.
Il suo stampo era di quelli di rame, con il pesce che fa la gobba, come i salmoni quando risalgono la corrente. Capito, no?!
Una volta fatto raffreddare, il composto veniva decorato con fettine sottilissime di cetriolini sott’aceto leggermente sovrapposte per simulare le squame, un’oliva farcita tagliata a metà come occhio e una strisciolina di peperone rosso che diventava un sorriso.
Era un piatto meraviglioso.
Io utilizzo invece uno stampo più semplice e banale, che rappresenta un pesce coricato su un fianco ed ha la forma di una trota, direi.
Quasi sempre lo fodero con la pellicola per facilitare l’estrazione del composto dopo che si è raffreddato in frigorifero.

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Lesso in un court bouillon preparato con sedano, carota, gambi di prezzemolo, cipolla, grani di pepe, buccia di limone e sale grosso, un filetto di salmone di circa 400 gr. Lo privo della pelle, elimino tutte le lische e lo faccio raffreddare.
Faccio bollire 500 gr di patate, le sbuccio e le le taglio a tocchetti. Appena sono tiepide le inserisco nel vaso del frullatore con il salmone spezzettato, uno spruzzo di salsa Worcester, qualche cucchiaiata di maionese, il succo di un’arancia (che può essere sostituita dal succo di un lime se fosse difficile reperirla, data la stagione), un mazzetto di aneto, o di finocchietto oppure la barba dei finocchi, 100 gr di salmone affumicato a listarelle, un pizzico di sale e una macinata di pepe bianco.
Segreto dello chef: per accentuare il bel colore rosa del composto basta unire uno spruzzo di ketchup.
Si aggiunge una tazzina di court bouillon filtrato e si frulla fino ad ottenere un composto liscio e omogeneo.
Si compatta nello stampo, si copre con la pellicola e si conserva in frigorifero.
Quando si capovolge sul piatto di portata, è sufficiente una decorazione molto semplice per mostrare il bellissimo colore del nostro pesce.
A parte si può passare altra maionese o anche una salsa allo yogurt.

Mia nonna aveva anche uno stampo a forma di gallo, che chissà dove è finito, che usava per il pasticcio freddo di pollo… ma questa è un’altra ricetta. E un’altra storia.

Burger di merluzzo con salsa Tzatziki

Ecco, oggi è un giorno che se fossi in grado di effettuare operazioni tecnicamente non alla mia portata come ribloggare, vi proporrei con una certa facilità questo ennesimo, squisito hamburger.

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Come spesso succede anche nella vita vera, intendo fuori dalla blogosfera, ci toccherà invece faticare un pochino, ma è davvero cosa da poco: basta ripescare le due ricette che linko più sotto e procurarsi tanti panini morbidi, che qui da noi si chiamano kaiser, quanti sono i commensali che si godranno questa ghiottoneria.
Non resta che aprirli tagliandoli a metà, pazientemente ritrovare le ricette e farcirli con una golosa crocchetta di merluzzo https://silvarigobello.com/2015/07/15/croccanti-crocchette-di-pesce/ da insaporire con una generosa cucchiaiata della mia salsa Tzatziki https://silvarigobello.com/2015/07/19/salsa-tzatziki-con-variante/.
Se ci si mettono vicino due patatine fritte, il cerchio si chiude.

Naturalmente l’alternativa può essere la salsa Tartara https://silvarigobello.com/2015/03/04/salsa-tartara-e-analogie-bizzarre/ ma forse la Tzatziki è più fresca e adatta alla stagione.
Felice prima domenica d’agosto.

Paella de Marisco: la mia preferita

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Uno dei grandi segreti intorno alla Paella è che non si dovrebbe mai usare una padella antiaderente, ma una “paellera” in ferro, così si formerà sul fondo quell’invitante crosticina che si gratta col cucchiaio di servizio ogni volta che ci si serve di paella.
Le ricette tradizionali di questo saporito piatto di riso spagnolo, quelle che ci raccontano la storia del Paese attraverso i sapori, i profumi e i colori sono la Paella Valenciana Mixta, che prevede l’utilizzo insieme di carne, pesce e verdure, quella de Pescado, a base di pesce e quella de Marisco, di cui parliamo oggi, con i frutti di mare.
Preparare la paella è un lavoro lungo e impegnativo, ma il risultato è garantito e il profumo di questo piatto porterà voi e i vostri commensali direttamente sulle Ramblas di Barcellona.

Si fanno lessare per una decina di minuti 150 gr di piselli congelati, si scolano e si versano in una ciotola.
Si abbrustoliscono e poi si privano della pelle, dei semi e dei filamenti 1 peperone rosso e 1 giallo. Se ne utilizza metà di ciascuno e si riducono a striscioline.
Si aggiungono ai piselli.
Si puliscono con cura 1 kg di cozze tenendole sotto l’acqua corrente, spazzolandole con la paglietta di ferro e privandole del bisso.
Si fanno aprire in un tegame coperto a fuoco vivo. Si sgusciano tenendone da parte alcune per la decorazione finale e si filtra il loro liquido.
Si tuffano un attimo in acqua in ebollizione 200 gr di gamberetti sgusciati, appena cambiano colore si scolano rapidamente e si conservano con le cozze sgusciate.
Si prepara circa 1,2 litri di brodo di pesce anche utilizzando il dado di pesce granulare che si trova nelle pescheria e gli si aggiunge il liquido delle cozze.
Si incide con un coltellino il dorso di 8 gamberoni, si elimina il filo intestinale e si sciacquano.
Con le forbici si apre la parte inferiore del carapace di 8 grossi scampi, si passano sotto l’acqua, si asciugano e si fanno saltare brevemente con i gamberoni a fuoco medio con 2 cucchiai di olio.
Si sgocciolano e si tolgono dalla padella. Nel grasso rimasto si fanno imbiondire una cipolla tritata, 1 spicchio d’aglio grattugiato e 1 peperoncino senza semi affettato molto sottile.
Appena sono rosolati si aggiungono 600 gr di anelli di calamari puliti con cura e si fanno cuocere finché non diventano teneri. Dovrebbero bastare 7-8 minuti.
Si aggiungono le cozze sgusciate, i gamberetti, i peperoni, i piselli e il brodo di pesce in cui si sono sciolte 2 bustine di zafferano.
Al bollore si versano a pioggia 400 gr di riso e si amalgama tutto brevemente. Si assaggia ed eventualmente si aggiusta di sale e pepe.
Si pareggia il riso col dorso del cucchiaio e non si mescola più fino alla fine della cottura, quando cioè il riso avrà assorbito tutto il liquido.
Si completa allora con prezzemolo tritato ed erba cipollina tagliata sottile e si accomodano sulla superficie della paella gli scampi, i gamberoni e le cozze col guscio tenute da parte.
Finalmente si può servire, accompagnata da spicchi di limone.

La spettacolare Paella che ho pubblicato più sopra è quella che viene servita in un noto ristorante della mia città, mentre quella meno sfarzosa che cucino in famiglia è questa, di cui garantisco comunque la medesima bontà.

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Qualche settimana fa ho “ceduto” la ricetta della mia paella all’amico Davide, che l’ha pubblicata sul sito http://www.vinamour.it con il quale saltuariamente collaboro, che propone eccellenti abbinamenti dei piatti con i vini più adatti, capacità che personalmente mi manca. Suggerisco di dargli un’occhiata: le fonti da cui prendere buone idee non sono mai troppe, vero?

Passato di verdure speziato con gamberi e coda di rospo

La ricetta che condivido oggi con grandissima soddisfazione perché ha un sapore e un profumo straordinariamente ricchi, non è una crema di crostacei né una vellutata, ma un “semplice” passato leggero di verdure, poco più di un brodo vegetale.
Diventa speciale però perché è arricchito con bocconcini di coda di rospo e le immancabili code di gambero, che basta aprire il freezer e praticamente escono da sole. Almeno a casa mia.
Ma quello che rende la ricetta incredibile ed esotica, è quel tocco intenso dato delle spezie che in questa ricetta si utilizzano senza parsimonia.

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Si tagliano a bocconcini 400 gr di coda di rospo privata della pelle e dell’osso centrale. Si sciacquano e si asciugano.
Si sgusciano e si mondano 600 gr di code di gambero e si tengono al fresco con la coda di rospo.
Si prepara un fumetto speziato con i carapaci dei gamberi, 2 litri d’acqua, 1 piccola cipolla steccata con 4 chiodi di garofano, 1 anice stellato, 1/2 cucchiaino di semi di coriandolo, 1 stecca di cannella, 1/2 cucchiaino di semi di cumino, 1 cucchiaino di curcuma, qualche pezzetto di buccia di lime, 5-6 grani di pepe nero, 1/2 cucchiaino di sale marino e 1 foglia di alloro.
Si lascia sobbollire piano per 25-30 minuti, poi si filtra. Dovrebbero risultare circa 1,5 litri di liquido, eventualmente si fa restringere ancora qualche minuto.
Si mondano e si tagliano non troppo regolarmente a dadini 2 carote e 2 patate. Si affettano sottili 1 costa di sedano e 2 cipollotti.
Si fa soffriggere tutto con qualche cucchiaiata di olio per qualche minuto, poi si unisce circa metà del fumetto di gamberi e si cuoce per una mezz’oretta. Si aggiungono 150 gr di piselli freschi o surgelati, 1 ciuffo di prezzemolo tritato, si aggiusta di pepe e sale e si fa cuocere altri 20 minuti circa.
Si frulla con il minipimer a immersione, si unisce il resto del fumetto e appena arriva a bollore si versano nella pentola prima i bocconcini di coda di rospo e dopo 5 minuti i gamberi.
Si cuoce ancora per 4-5 minuti, si versa il passato di verdura con i pesci in ciotole individuali e si serve subito.

Chi non ama i sapori intensi, caldi e decisi che già leggendo la ricetta si possono facilmente immaginare, può comunque preparare questo passato scegliendo solo alcune delle spezie che ho citato e ottenere un risultato più delicato ma comunque eccellente.

Ogni promessa è debito: tacos con l’anguria

Avevo anticipato che avrei trovato un altro modo interessante e insolito per utilizzare l’anguria in una ricetta salata, no?!
Ecco dei divertenti tacos quasi Messicani, freschi e rivoluzionari, insomma una follia estiva facile e molto golosa.

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Si tagliano a cubetti piccolissimi (brounoise), 1 mela Granny Smith, 1/2 cipolla rossa, 1 piccolo peperone verde dolce e 1 fetta di anguria privata dei semi. Si trita un ciuffo di coriandolo fresco e si condisce tutto con sale, pepe, olio, succo di lime e 1 spruzzo di Tabasco.
In caso di difficoltà nel reperimento del coriandolo fresco, si può sostituire con un trito di rucola e prezzemolo.

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Si cuociono a vapore le solite code di gambero sgusciate e devenate e si prepara una ciotola di panna acida con 50 ml di panna, 50 ml di yogurt bianco, 1 pizzico di sale e 1 cucchiaino di succo di lime.

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Si allineano sul piano di lavoro alcuni tacos già pronti, oppure si scaldano delle piccole tortillas e si ripiegano in modo che possano contenere il ripieno.
Si appoggiano all’interno 3-4 code di gambero, si aggiungono 1-2 cucchiaiate di composto a base di anguria e si completano con qualche ciuffo di panna acida questi freschissimi e insoliti tacos.

Avevo promesso altre ricette con l’anguria e questa è forse la più divertente.
So fare anche qualcosa di più sobrio, ma come diceva Steve Jobs: Stay hungry! Stay foolish!

Riso freddo, uno nuovo

Possiamo chiamarlo riso freddo, insalata di riso, riso alla greca, resta sempre uno dei piatti più gettonati dell’estate.
Ogni famiglia, ogni single, ogni coppia di fatto ha la ricetta perfetta per questo piatto estivo molto conosciuto e ognuno è sicuro che la sua batta tutte le altre. Non avrete il coraggio di negarlo, vero?!
Il mio riso freddo convenzionale lo chiamiamo addirittura “quello buono”! https://silvarigobello.com/2013/08/13/riso-freddo-quello-buono/
Ma ho anche una ricetta più moderna, più sfiziosa, più light che vale la pena di segnarsi perché è anche buonissima.
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Si fanno lessare 300 gr di riso a chicco lungo, adatto alle insalate, si scola e si lascia raffreddare.
Si fanno appassire a fuoco dolcissimo 2 piccole cipolle di Tropea affettate con 2 cucchiai di olio e quando sono morbide e trasparenti si aggiungono nel tegame 400 gr di pomodorini Piccadilly sciacquati, asciugati e tagliati a metà.
Si insaporiscono con sale, pepe, 1 generoso spruzzo di aceto balsamico e 1 cucchiaino di zucchero.
Appena si sono asciugati si toglie il tegame dal fuoco, si fa raffreddare la salsa e si condisce il riso.
Si aggiunge un trito di prezzemolo, basilico e menta, un filo d’olio, circa 150 gr di feta sbriciolato e una cucchiaiata di pinoli leggermente tostati in una padella antiaderente.
Si mescola tutto e si conserva in frigorifero fino al momento di servire.

La ricetta è semplicissima, vegetariana, leggera e invitante. Vero?!

Croccanti crocchette di pesce

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Quelle che comunemente chiamiamo crocchette o polpette sono uno dei piatti più squisiti al mondo.
Ne ho fatte a centinaia, utilizzando sia la carne che il pesce o le verdure..
Quelle di oggi erano una specialità di mia nonna, che utilizzava per prepararle il baccalà dissalato.
Probabilmente non era un’abitudine di famiglia, ma un modo per non cucinarlo solo alla Vicentina: mia nonna era un’innovatrice in cucina. Da qualcuno avrò ben preso!
Io trovo comunque molto più pratico usare invece i filetti di merluzzo, anche surgelati, perché hanno una giusta consistenza e un gusto piuttosto neutro, così risaltano gli altri sapori che fanno di queste polpette una delizia assoluta.
Per il resto seguo la ricetta pari pari e ottengo delle crocchette davvero croccanti.

Si tritano 500 gr di filetti di merluzzo, prima tagliandoli a fettine, poi a cubetti e infine battendoli delicatamente col dorso del coltello.
Si versano in una ciotola, si aggiungono 2 uova, 2 cucchiai di pecorino grattugiato (Sssssssh! È il segreto dello chef!), 1/2 spicchio d’aglio ridotto a crema, 1 ciuffo di prezzemolo tritato insieme a qualche pezzetto di buccia di limone, 1 piccola patata lessa schiacciata, una manciata di pangrattato, sale e pepe.
Si miscela tutto con cura, poi con le mani inumidite con il vino bianco si formano delle polpette non troppo grandi che vanno passate nel pangrattato fine schiacciandole un po’, perché cuociano più uniformemente, e fritte poche per volta in abbondante olio di semi di girasole.
Si recuperano con la schiumarola e si appoggiano sulla carta da cucina perché sgocciolino bene.
Si salano e si servono con lattuga, fettine di limone, salsa tartara, pomodorini, Coleslaw (per chi se la fosse dimenticata https://silvarigobello.com/2015/05/14/coleslaw-limmancabile-insalata-di-cavoli/), patate fritte… insomma ci si diverte un po’ ad arricchire questo piatto già delizioso.

Mi raccomando: mia nonna pensava che per formare le crocchette perfette fosse fondamentale inumidirsi le mani con qualche goccia di vino bianco, ascoltate il suo consiglio.

Spaghetti integrali con pesce spada e olive

Non è che a noi il caldo faccia passare sempre l’appetito, a volte ci fa venire voglia piuttosto di piatti e ricette che ci ricordino il mare, meta ideale per tutta la durata dell’estate. Beato chi se lo può permettere!
Chi resta in città si può consolare con i miei spaghetti al pesce spada.

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La ricetta è semplice, il risultato eccellente. Le dosi sono per due.
Si fanno imbiondire in padella con l’olio 2 spicchi d’aglio schiacciati. Si eliminano e si aggiungono 4 pomodori pelati sgocciolati e tagliati e pezzetti, si sala, si pepa e si insaporisce con un peperoncino tritato e privato dei semi (oppure no, se preferite un sugo molto piccante).
Si fanno asciugare i pomodori a fuoco vivace, mescolando, e si aggiungono 2 fette di pesce spada (di circa 200 gr l’una) private della pelle e tagliate a cubetti.
Si spruzza di vino bianco, si lascia evaporare e si completa con 1 cucchiaino di prezzemolo tritato e 10-12 olive nere denocciolate.
Mentre il sugo cuoce, ed è una cottura rapidissima, si lessano 150 gr di spaghetti, si scolano al dente, si versano nella padella del sugo e si lasciano insaporire due minuti aggiungendo una cucchiaiata di parmigiano grattugiato.
Si servono con un giro d’olio a crudo.

Naturalmente anziché i pelati si possono utilizzare i pomodori freschi sbollentati e sbucciati, ma ci vuole più tempo. I pelati a volte sono una bella soluzione… rapida e sapida.

Cipolle novelle ripiene di erbe profumate

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Adoro le cipolle. Crude e cotte.
Adesso che ci sono quelle nuove, che in Veneto chiamiamo cipollotti, mi piace prepararle come contorno solo gratinate o anche ripiene, ma con ingredienti molto semplici.
Avevo già postato una ricetta squisita di cipolle al forno ripiene di tonno anche l’anno scorso (https://silvarigobello.com/2014/06/20/le-cipolle-ripiene/), un piatto unico molto saporito, ma queste sono diverse.
La base della ricetta di oggi viene idealmente da Daytona Beach, fantastica cittadina della Florida che si affaccia sull’Atlantico ed ha come affascinante prerogativa che si può guidare e parcheggiare l’auto proprio sulla spiaggia. Intendo la Chevrolet a noleggio e non una Dune bugy, eh! È esperienza unica, che consente di mettere da parte un altro fantastico ricordo per quando si tornerà a casa.

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In molti ristoranti di tutta la Florida si mangia dell’ottimo pesce e i gamberi che ho scelto io erano accompagnati da queste fantastiche cipolle ripiene.
Naturalmente, trattandosi dell’America le cipolle erano grandi come tazze da tè!
Invece io faccio lessare fino a metà cottura 8 belle cipolle di misura media dopo averle private della buccia più esterna.
Tolgo loro la calotta, pareggio il fondo per farle stare dritte nella teglia e le svuoto delicatamente aiutandomi con un cucchiaino fino a lasciare uno spessore di circa 1/2 cm tutto intorno.
Preparo un trito sottile con aglio, timo, prezzemolo, basilico e maggiorana.
Aggiungo una manciata di olive nere, denocciolate, tritate insieme a 5-6 alici sott’olio, 2 cucchiai di parmigiano grattugiato, la mollica di 1 panino raffermo ammollata nel latte tiepido e strizzata e la polpa sminuzzata tolta alle cipolle.
Mescolo tutto con cura, aggiungo un filo d’olio, insaporisco con una macinata di pepe fresco e 1 pizzico di peperoncino e con questo composto riempio le cipolle svuotate che ho sistemato in una pirofila.
Inforno a 200 gradi per una mezz’oretta.
Il nostro contorno è pronto e si può servire caldo o tiepido. È molto saporito e ha un profumo decisamente stuzzicante.

A noi Daytona Beach è piaciuta moltissimo, anche per l’insolita abitudine di scorrazzare in auto direttamente sulla spiaggia, pare di essere in un film, sensazione provata molte altre volte visitando gli Stati Uniti! L’abbiamo inserita nel tour della Florida Centrale, facendo base ad Orlando ed è stata una bella esperienza.