Gamberi in salsa di prezzemolo su riso cremoso di mare

Non guardatemi male: il titolo alla ricetta ha voluto darlo mio marito, preso da un grande entusiasmo assaggiando questo risotto coi gamberi, arricchito di altri gamberi cotti con una salsa speciale, mentre io stavo ancora fotografando il piatto.
Abbiamo avuto una settimana difficile, o meglio solo un po’ complicata, ma comunque ci meritavamo una cenetta speciale, quindi ho cucinato questo risotto, che anche se è elencato tra i Primi piatti, noi l’abbiamo considerato un piatto unico a cui ho fatto seguire solo una mousse al limone.
“Solo” in realtà è forse un po’ riduttivo, ma giudicherete voi domani quando posterò la ricetta di questo pungente dessert.
Intanto pensiamo al risotto.

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Si sciacquano, si sgusciano, si privano del filo intestinale circa 500 gr di code di gambero e si tagliano a pezzetti tenendone da parte 12.
Si fanno imbiondire 2-3 scalogni in 30 gr di burro.
Si versano nel tegame le code di gambero, si mescolano con un cucchiaio di legno e appena cambiano colore, si sfumano con 1/2 bicchiere di vino bianco, che si fa evaporare. Si tolgono dal fuoco e si tengono da parte.
Si portano a bollore 2 tazze di brodo di dado granulare di pesce, se non si ha a disposizione quello vero, e appena alza il bollore si aggiunge una tazza di riso.
Si scuote il tegame, si copre a metà e si fa sobbollire piano finché tutto il brodo non viene completamente assorbito dal riso.
Ci vorranno i soliti 15-18 minuti a seconda del riso scelto.
Nel frattempo si prepara un trito di aglio e prezzemolo e si insaporiscono le code lasciate intere facendolo aderire bene.
Si fanno saltare con olio e burro per un minuto per parte, si sfumano con un bicchierino di Cognac e si tengono al caldo.
Quando il riso è cotto, morbido e al dente, si aggiungono burro e parmigiano e si unisce il sugo di gamberi preparato in precedenza, si mescola e si impiatta (queste dosi come al solito sono per quattro, regolatevi).
Su ogni piatto si aggiungono 3 code intere con il loro sugo e si serve subito.

Il risotto naturalmente si può fare a modo mio oppure come siete abituati. Sul mio risultato garantisco, per esprimermi sul vostro… dovrei assaggiarlo.
Spero abbiate notato come ho preparato le code di gambero intere perché è un modo elegante e insolito di presentarle. Se non risulta abbastanza chiaro dalla fotografia, chiedete pure.

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I gamberi di Forrest Gump

Qualche settimana fa raccontavo come abbiamo passato una tranquilla serata in famiglia guardando la registrazione di quel film capolavoro del ’94 di Robert Zemeckis che è Forrest Gump.
Penso l’abbiate visto tutti o a suo tempo al cinema o più tardi in televisione in una delle tante repliche che hanno proposto sia la Rai che Mediaset e Sky.
Ricorderete che Forrest fece fortuna con la pesca dei gamberetti e chiamò la sua impresa Bubba Gump Shrimp Company.
Sulla scia di questa storia qualcuno ha avuto l’idea di aprire una catena di ristoranti in America proprio con questo nome, dove si mangiano soprattutto gamberi in modo molto informale, anche se i prezzi sono quelli da “ristorante con la tovaglia” (distinzione da imparare subito se intendete fare quel famoso viaggio negli Stati Uniti di cui molti di voi mi hanno spesso parlato).
Io faccio i gamberetti fritti proprio come quelli che ho mangiato nel ristorante Bubba Gump al Pier 39 di San Francisco.
C’è stato un anno in cui siamo andati per dieci giorni solo a San Francisco e dintorni. È una cosa che facevamo spesso quella di approfondire con calma una zona visitata in precedenza se non frettolosamente comunque non in modo dettagliato ed esauriente come avrebbe meritato.
Era il nostro terzo approdo alla città del Golden Gate, e non ci tornavamo da una decina d’anni mi pare.
San Francisco non è una città che cambia, non è caotica, è “friendly” con i suoi abitanti e con i visitatori, è varia e bellissima, facile da girare e piena di emozioni e colori, ti ci senti a tuo agio fin dal primo momento.
Avrei mille cose da raccontare delle nostre esperienze nella Bay Area, alcune sono nel mio libro U.S.A. e Jet, altre magari le riassumo in un post uno di questi giorni.
Adesso però parliamo dei gamberi alla Gump.

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Setaccio 150 gr di farina, 50 gr di maizena, 1 pizzico di peperoncino e 1/2 bustina di lievito per torte salate in una ciotola.
Aggiungo 1 uovo intero e 1 cucchiaio di olio di oliva e mescolando con una piccola frusta unisco circa 150 ml di acqua fredda gassata per ottenere una pastella liscia e densa, in modo che i gamberi siano rivestiti di uno strato spesso.
Conservo la preparazione in frigorifero.
Dopo averle sciacquate rapidamente, sguscio circa 400 gr di code di gambero lasciando attaccata la codina, le libero del filo intestinale e le tampono con la carta da cucina.
Le infarino leggermente, le scuoto per eliminare la farina in eccesso e le passo nella pastella reggendole per la codina.
Le immergo in olio caldo, poche per volta e le friggo finché non risultano dorate.
Le scolo con la schiumarola, le appoggio sulla carta da cucine e le servo subito.

Non servo i miei gamberi alla Forrest Gump su finti fogli di giornale come quando li ho mangiati a San Francisco, ma li accompagno anch’io con le patatine fritte, la salsa tartara (https://silvarigobello.com/2015/03/04/salsa-tartara-e-analogie-bizzarre/), una ketchup dolce e piccante e l’insalata coleslaw (http://silvarigobello,com/2015/05/14/coleslaw-limmancabile-insalata-di-cavoli/), per divertirmi un po’ quando mi prende la “nostalgia gastrica”.

Catalana di code di gambero con salsa al frutto della passione

La Catalana di crostacei è uno dei nostri piatti preferiti, forse il nostro più frequente peccato di gola.
La preparazione classica è quella del post https://silvarigobello.com/2013/10/29/le-code-di-gambero-preziose-alleate-in-cucina/ uno dei primi nei quali ho parlato della mia attitudine a cucinare piuttosto spesso le code di gambero.
Ormai ho condiviso da allora talmente tante ricette con questo ingrediente che penso sempre di averle esaurite tutte, ma poi ho un piccolo guizzo di golosa fantasia e creo qualcosa di diverso con un l’aggiunta di uno o due altri ingredienti.
È il caso di questa recente Catalana di gloriose code di gambero condite con una salsa profumata col frutto della passione.

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Si emulsionano, battendoli con una piccola frusta: 1/2 bicchiere d’olio, 1 cucchiaio di succo di limone, una presa di sale, una macinata abbondante di pepe e qualche goccia di Tabasco oppure un pizzico di peperoncino.
Si tagliano a metà 2 frutti della passione, si recuperano con un cucchiaino la polpa e i semi e si uniscono all’emulsione.
Si affettano 2 pomodori sodi e maturi e una cipolla rossa di Tropea, si trita un piccolo ciuffo di prezzemolo, si aggiunge tutto al condimento preparato e si aggiusta di sale.
Si fa riposare la salsa in frigorifero e intanto si lessano nel solito court bouillon 300 gr di code di gambero sciacquate e devenate.
Questa è un’operazione da fare prima della cottura perché così il filo intestinale verrà via intero.
Appena i gamberi arrivano a bollore si spegne il fuoco e si lasciano intiepidire nel loro liquido di cottura.
Si sgusciano, si mettono in una ciotola e si condiscono con la salsa preparata.
Si mescola con cura e si serve.

Se serve un ripasso, vi ricordo gli ingredienti base per il court bouillon: acqua, sale, pepe in grani, gambi di prezzemolo, vino bianco, buccia di limone, sedano, carota e cipolla.

Teglia di pesce al forno

A me il cibo gratinato piace almeno quanto quello fritto. Ho una vera predilezione per le classiche crosticine che si formano grazie al pangrattato.
Trovo che, contrariamente al fritto, più problematico per i noti motivi, il gratin si possa cucinare e offrire con più facilità perché si può preparare in anticipo e infornare all’occorrenza senza stress.
Un piatto unico davvero straordinario è una teglia di pesce, gratinata al forno, che si può combinare a seconda del proprio gusto scegliendo i filetti di quei pesci che ci piacciono di più. È un’idea di gusto un po’ francese secondo me molto attraente.
Nel marzo dell’anno scorso ne avevo già proposta una con zucchine e cozze (https://silvarigobello.com/2014/03/06/teglia-gratinata-di-pesce-e-zucchine/), mentre ho assaggiato da poco questa, con salmone, merluzzo e gamberi.
Ve la propongo perché a me questo abbinamento è piaciuto moltissimo, ma come dicevo si può spaziare con fantasia reinterpretando la ricetta secondo il gusto personale.

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Si cuociono a vapore filetti di merluzzo e tranci di salmone, privati della pelle e delle lische, per un totale di 800 gr circa.
Si lessano 400 gr di code di gambero in un classico court bouillon, che si conserva, e si sgusciano.
Si fanno imbiondire 2-3 scalogni con una noce di burro, si aggiungono 1/2 litro di court bouillon, filtrato, 1 cucchiaio di maizena e 30 gr di burro e si fa ridurre a fuoco dolce mescolando continuamente, finché non si ottiene una salsa vellutata. Fuori dal fuoco si profuma con 1 cucchiaio di curcuma o di curry.
In una ciotola si riuniscono i pesci tagliati a grossi pezzi e i crostacei, si aggiungono 300 gr di pomodori privati della pelle e dei semi e tagliati a cubetti, 1 ciuffo di basilico tritato, la buccia grattugiata di 1/2 limone e il suo succo, 1 spruzzo di Cognac, sale, pepe e la salsa vellutata ottenuta col court bouillon.
Si unge il fondo di una pirofila con 2 cucchiai di olio e si accomoda il composto livellandolo.
Si cosparge con 3 cucchiai di pangrattato misto a 1 cucchiaio di parmigiano grattugiato e si inforna a 200 gradi per 15 minuti circa.
Quando si è formata una bella crosticina dorata, si sforna e si serve dopo 5 minuti a cucchiaiate.

Lo considero un piatto della domenica, perché potendolo preparare già il sabato, per esempio, non resta che gratinarlo, senza faticare.
A me piace con delle semplici patate lesse condite con olio, sale e prezzemolo.

Cocktail di gamberi con salsa vodka e lime

Di antipasti insoliti e freschi in questo periodo non se ne ha mai abbastanza, vero?
Mi è tornata in mente questa abitudine di “appendere” le code di gambero al bordo dei bicchieri o delle coppette, mentre guardavo l’album del nostro viaggio negli Stati Uniti del 1989.
È un modo di servire il cocktail di gamberi molto all’americana ed è senz’altro scenografico, sia presentato su un tavolo da buffet che sui singoli piatti da antipasto.

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Con 2-3 cucchiai di olio, si fanno dorare in un tegame 2 spicchi d’aglio schiacciati e 1 peperoncino (che vanno poi eliminati). Si fanno sciogliere nello stesso olio 4 alici sott’olio spezzettate.
Si aggiunge 1/2 kg si pomodori ramati sodi e maturi, sbucciati e tagliati a cubetti, alcune foglie di basilico fresco spezzettate con le mani, 1 abbondante pizzico di origano, 1 macinata di pepe e 1 presa di sale.
Si fa appassire tutto velocemente, si lascia intiepidire e poi si frulla aggiungendo 1 tazza di ketchup, 1 bicchierino di Vodka, il succo di 1 lime.
Si lessano nel solito court bouillon 400 gr circa di code di gambero si sgusciano e si fanno raffreddare.
Si suddivide la salsa in 6-8 coppette da macedonia (dipende da quanti sono i vostri commensali).
Sul bordo delle coppette si alternano code di gambero e fettine sottili di lime e si completa con alcuni steli di erba cipollina.
I gamberi si mangiano con le mani, dopo averli intinti nella salsa. Non è previsto che siano accompagnati né da pane, né da grissini o crackers.

Questo antipasto che, diciamocelo, è davvero molto bello, mi è stato presentato più o meno così la prima volta al Bacchanal Buffet del Caesars Palace di Las Vegas e mi ha molto colpito.
La loro salsa non era granché comunque: probabilmente solo ketchup, Tabasco, lime e Bourbon. La mia è più complessa e francamente anche molto più buona.

Gamberi e anguria

Con questa ricetta concludo una trilogia di incursioni nelle proposte insolite da portare in tavola con la frutta di stagione.
E che l’anguria sia un frutto di stagione, non ci sono dubbi. Ho voluto quindi approfittarne per usarla in un’altra ricetta intrigante, come quella col formaggio Feta https://silvarigobello.com/2015/06/28/antipasto-di-anguria/ utilizzando le “mie” code di gambero passepartout.

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Si fanno rosolare brevemente in padella con burro e Cognac tante code di gambero, sgusciate e devenate, quante si prevede ne serviranno per l’antipasto, che sia placé o a buffet.
Si aggiustano di pepe e sale, si insaporiscono con succo di limone, qualche goccia di Tabasco e un filo di miele.
Si fanno intiepidire.
Nel frattempo si taglia l’anguria a cubi della dimensione adatta.
Su ognuno si appoggia un gambero stuzzicante e succulento, si sparge sopra qualche fogliolina di menta e pochissime rondelle di cipollotto fresco per donare freschezza.

La ricetta è davvero semplice e molto ghiotta, l’abbinamento audace e il sapore nell’insieme inaspettato e delizioso.
Insomma bisogna provarla e soprattutto offrirla perché è proprio una bella idea.

Ogni promessa è debito: tacos con l’anguria

Avevo anticipato che avrei trovato un altro modo interessante e insolito per utilizzare l’anguria in una ricetta salata, no?!
Ecco dei divertenti tacos quasi Messicani, freschi e rivoluzionari, insomma una follia estiva facile e molto golosa.

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Si tagliano a cubetti piccolissimi (brounoise), 1 mela Granny Smith, 1/2 cipolla rossa, 1 piccolo peperone verde dolce e 1 fetta di anguria privata dei semi. Si trita un ciuffo di coriandolo fresco e si condisce tutto con sale, pepe, olio, succo di lime e 1 spruzzo di Tabasco.
In caso di difficoltà nel reperimento del coriandolo fresco, si può sostituire con un trito di rucola e prezzemolo.

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Si cuociono a vapore le solite code di gambero sgusciate e devenate e si prepara una ciotola di panna acida con 50 ml di panna, 50 ml di yogurt bianco, 1 pizzico di sale e 1 cucchiaino di succo di lime.

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Si allineano sul piano di lavoro alcuni tacos già pronti, oppure si scaldano delle piccole tortillas e si ripiegano in modo che possano contenere il ripieno.
Si appoggiano all’interno 3-4 code di gambero, si aggiungono 1-2 cucchiaiate di composto a base di anguria e si completano con qualche ciuffo di panna acida questi freschissimi e insoliti tacos.

Avevo promesso altre ricette con l’anguria e questa è forse la più divertente.
So fare anche qualcosa di più sobrio, ma come diceva Steve Jobs: Stay hungry! Stay foolish!

Risotto allo zafferano con gamberi al bacon

Quando penso a un piatto unico davvero sostanzioso, mi viene in mente subito il riso.
Il riso si presta sia a ricette rustiche che sofisticate ed è molto versatile grazie alle sue molte e diverse varietà, anche esotiche, che oggi si trovano facilmente in molti Supermercati.
Per i risotti per me niente batte il Carnaroli, comunque ognuno ha le sue abitudini.
Ed è proprio con il Carnaroli che cucino questo grande piatto: un risotto allo zafferano arricchito da splendide code di gambero al bacon.

20150227-235642.jpgIl risotto alla Milanese si fa come al solito: ognuno ha il proprio metodo.
Io faccio imbiondire a fuoco dolcissimo con un pezzetto di burro una piccola cipolla bianca, aggiungo il riso, lo faccio tostare, lo sfumo con 1/2 bicchiere di vino bianco e quando sfrigola aggiungo il brodo caldo (il doppio del volume del riso) nel quale ho sciolto lo zafferano e porto a cottura senza più mescolare, ma scuotendo di tanto in tanto la casseruola.
Come al solito, alla fine e fuori dal fuoco aggiungo burro e poco parmigiano, completo con prezzemolo tritato, mescolo con cura e suddivido il risotto giallo nei piatti individuali.
E qui viene il bello, perché sopra sistemo qualche coda di gambero che ho sgusciato, mondato e avvolto nel bacon.
Le ho poi passate in padella antiaderente ben calda senza condimenti, con 1 rametto di salvia, e spruzzato con 1 bicchierino di Cognac, fino a far dorare bene il bacon.
La quantità di gamberi dipende solo da voi: più ne mettete più questo primo piatto diventa piatto unico.

Ed è unica anche la sua bontà.

Gamberi fritti all’Hawaiana

Complice il cocco rapé avanzato dalla confezione acquistata per la ricetta dei miei Gamberi al cocco di martedì, con le code di gambero del solito pescivendolo di fiducia (cioè le due signore del banco del mercoledì), di cui ieri ho fatto abbondante rifornimento, eccezionalmente e inconsapevolmente ho preparato un secondo che si ispira all’Oriente.
In realtà questi croccanti gamberi impanati e fritti sono una ricetta che personalmente ho assaggiato alle Hawaii, nell’Isola di Maui e per essere ancora più precisi: al ristorante del Royal Lahaina Resort di Ka’anapali Beach, a mio avviso la spiaggia più bella dell’isola, ma potrebbero passare per un piatto Thailandese, per esempio.
Spacciatelo per quello che volete, se intendete cucinarlo anche voi, ma quello che raccomando è comunque di provarlo perché è fantastico e secondo me anche chi non ama particolarmente il cocco potrebbe trovarlo gradevole.

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Bisogna pulire 24 grosse code di gambero, sgusciarle conservando le codine, eliminare il filo intestinale, sciacquarle e asciugarle con carta da cucina.
Si sbattono 2 uova in una ciotola e si immergono i gamberi.
Si prepara un vassoietto con 150 gr di cocco disidratato miscelato con 1/2 cucchiaino di peperoncino in polvere. Si prelevano i gamberi dalle uova e si “impanano” con la farina di cocco.
Si friggono in olio di arachidi per pochissimi minuti. Quando sono dorati si scolano con il ragno e si appoggiano sulla carta da cucina.

Adoro questa ricetta perché mantiene il sapore inconfondibile dei gamberi, nonostante la crosticina leggermente piccante e profumata di cocco.
Per non farsi mancare niente, si possono intingere in una ciotolina di panna acida, salsa tartara o salsa piccante al pomodoro: yummy!

Gamberi al cocco

Di tanto in tanto, ma in realtà non così spesso, cucino il pollo al curry (ricetta del 24 gennaio 2014) e lo servo con il riso pilaf e tanto per essere creativa e moderatamente fusion, generalmente anche con la nostra classica caponata di verdure.
È una preparazione molto saporita, colorata, nella quale ometto il latte di cocco, ma mantengo uvette e mela a cubetti.
Quando invece “al curry” cucino i gamberi, mi piace inserire il cocco nella ricetta. Non c’è un vero motivo, accettatemi come sono!

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Trito la parte bianca di due cipollotti con 1 spicchio d’aglio e li faccio soffriggere con 1 peperoncino intero e 1 foglia di alloro in 2 cucchiai di olio.
Quando sono appassiti aggiungo 400 gr di code di gambero sgusciate e liberate dal filo intestinale, mescolo perché si insaporiscano e aggiungo 1/2 cucchiaio di curry in polvere, 1 tazza di latte di cocco, il succo di 1 lime, sale e pepe.
Lascio cuocere finché i gamberi non diventano teneri e il latte si è addensato creando una salsa cremosa. Elimino alloro e aglio.
Condisco un vassoio di riso basmati cotto al vapore con qualche cucchiaiata di cocco rapé (disidratato), coriandolo tritato e succo di lime, oppure zenzero grattugiato, sopra appoggio i gamberi e verso la salsa, che sarà abbondante e di un luminoso giallo ocra.

È davvero un piatto straordinario, che piace anche a mio marito, in genere di gusti molto più classici.