Salsa Thousand Island

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Abbiamo parlato ieri della Salsa Thousand Island, che è il condimento che preferisco tra i “dressing” che la cameriera di turno mi snocciola velocemente e spesso con un pesante accento quando ordino l’insalata in America.
In realtà non è che ci siano un’infinità di proposte tra cui scegliere: Italian, Caesar, Blue Cheese, French e appunto Thousand Island, ma all’inizio, prima di impratichirmi seriamente nella lingua e nelle abitudini alimentari statunitensi, avrei mille volte preferito che in tavola ci fosse stata semplicemente un’oliera!
La realizzazione di questo condimento dal delicato color corallo chiaro, nel quale si intravede una sorta di vivace gremolada, è molto semplice.

Si riuniscono nel vaso del frullatore 100 gr di maionese, 30 gr di ketchup, 1 uovo sodo affettato, 2 cetriolini in agrodolce a cubetti, 1 falda di peperone rosso, 1 cucchiaino di cipolla e 1 ciuffo di prezzemolo tritati, il succo di 1/2 limone, 1 cucchiaino di miele, una presa di sale e 1 pizzico di pepe di Cajenna.
Si frulla a intermittenza per sminuzzare tutti gli ingredienti e ottenere una salsa granulosa e consistente.
Adesso si può condire qualsiasi insalata!

La salsa Thousand Island è indispensabile anche per completare, in alternativa al Russian Dressing, i sandwich Reuben, dei quali vi ho parlato quando raccontavo cosa abbiamo mangiato durante una delle nostre tre volte a New York (https://silvarigobello.com/2014/05/10/reuben-ricordo-di-un-viaggio-a-new-york/).

Miele, senape e lime per condire un’insalata tropical-norvegese

Nonostante le temperature si siano abbassate e nonostante il mio famoso marito nicchi sempre un po’, a pranzo un’insalata è proprio il cibo che gradisco e che mi ispira di più.
Sorvolando sulla caprese e la nizzarda, poco fantasiose, esaurite le versioni con tonno, pollo, uova e patate all’americana, avevo in mente di preparare la mia interpretazione alla “marinara” dell’insalata Cobb, ma poi ho rispolverato una velocissima ma sempre squisita ricetta di T.Lyons a base di salmone norvegese affumicato abbinato alla frutta fresca, utilizzando per insaporire il piatto un condimento sfizioso e complesso.
Secondo me è da assaggiare, ma giudicate voi.

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Si prepara per primo il condimento miscelando con una piccola frusta: 4 cucchiai di olio di oliva, 2 cucchiai di succo di lime, 2 cucchiaini di mostarda all’antica, quella coi semi, 2 cucchiaini di miele, una presa di fleur de sel e una macinata di pepe alla creola.
Si sbucciano e si tagliano a grossi cubi 2 manghi maturi.
Si sistemano in una ciotola con circa 100 gr di misticanza, 200 gr di salmone affumicato norvegese affettato e tagliato a striscioline e si mescola dolcemente.
Si sparge su tutto il condimento e si serve bello fresco.

Questa ricetta, che io trovo veramente geniale, offre un insieme di sapori talmente diversi e ben miscelati che raramente riescono così gradevoli.
Comunque la Cobb alla marinara la preparo uno di questi giorni e poi ne parliamo.

Cheesecake al salmone affumicato

Dopo il Camembert fuso da spalmare sulla baguette calda, per il menù minimalista ma intrigante di qualche sera fa che ho postato ieri, avevo previsto un’insalata di finocchi e queste cupcake al salmone che ci hanno riconciliati con il mondo, nonostante il grande caldo.

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Si frullano 70 gr di grissini Torinesi, con 30 gr di burro a temperatura ambiente.
Si compatta il composto sul fondo di 2 coppapasta che vanno riposti in frigorifero per un’oretta.
Intanto si lavorano con una spatola 100 gr di formaggio Philadelphia con qualche goccia di limone e 1 cucchiaio di maionese.
Si tritano grossolanamente 100 gr di salmone affumicato a fette e si aggiungono alla salsa.
Si mettono ad ammollare in acqua fresca 2 fogli di gelatina, si strizzano, si sciolgono in una tazzina con 2 cucchiaiate di Vermut caldo e si aggiungono al composto.
Si insaporisce con un pizzico di pepe, si completa con un trito di finocchietto e di prezzemolo, si mescola con cura e si suddivide sopra le due basi di grissini ben fredde e compatte.
Si fa aderire bene e si rimette in frigorifero.
Si serve decorato con una fettina di salmone e del finocchietto.

Normalmente questo è un signor antipasto senza stagione, ma qualche volta va bene anche come piatto centrale di una cena a due… possibilmente su un terrazzo fiorito.

Finger food tiepidi e sorprendenti: per cominciare oggi capesante al bacon

Per due giorni, oggi e domani, vi servirò dei finger food che potrete godervi sorseggiando una flûte di eccellente Prosecco di Valdobbiadene fresco al punto giusto, mentre fate due chiacchiere rilassate guardando il lago.
Oggi preparerò per voi delle capesante al bacon semplicissime e squisite e le servirò tiepide.

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Si prelevano dal guscio i molluschi, si liberano della sabbia residua sotto l’acqua corrente, anche se oggi in commercio si trovano già puliti.
Si utilizza solo la parte più pregiata, la noce, mentre con i coralli si può preparare per esempio un sugo per la pasta*.
Si insaporisce ogni noce con pepe appena macinato e qualche goccia di limone e si avvolge prima in una foglia di salvia e poi in una fettina di bacon fermandola con uno stecchino.
Si cuociono sulla piastra, rigirandole un paio di volte finché la pancetta non diventa croccante e si servono subito.
La vista lago è un optional.

Io preferisco utilizzare solo le noci perché trattandosi di finger food la dimensione è quella giusta e anche la consistenza.
Un eventuale suggerimento per il sugo con i coralli lo trovate nel post https://silvarigobello.com/2014/07/29/insalata-di-capesante-con-unaltra-ricetta-in-omaggio/

Insalata russa

È tempo di piselli.
In questo periodo ce ne sono davvero dappertutto: cassette intere all’ingresso dei Supermercati, collinette precarie sui banchi del mercato, ceste sugli espositori lungo le pareti dei negozi di frutta e verdura.
Bisogna comprarne due o tre borse alla volta, perché lo scarto è altissimo e per ottenere una ciotola di sferette verdi da utilizzare subito e qualche sacchetto da riporre in freezer, si sguscia tutto il pomeriggio!
Nonostante tutte le ricette che si possono realizzare, questa volta sono stata ispirata dalle dimensioni dei piselli per… preparare una banale e semplice insalata russa, quella perfetta secondo me infatti, deve avere tutti gli ortaggi che contiene della stessa dimensione dei piselli.
L’insalata russa, che si chiama anche Insalata Olivier, Insalata Italiana, Insalata Invernale, Insalata Genovese o Insalata Imperiale, si serve in genere come antipasto o come contorno a piatti freddi di carne o pesce.
Quando è un antipasto, mi piace anche aggiungere una dadolata di prosciutto cotto, o del tonno sott’olio sbriciolato e perfino le uova sode tagliate a minuscoli cubetti.

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Si lessano per 15 minuti 300 gr di piselli, per 8 minuti 500 gr di patate sbucciate e tagliate nella stessa dimensione dei piselli e per 5 minuti 200 gr di carote pelate e ridotte anche loro a dadini piccolissimi. Consiglio di cuocere tutto separatamente per non bloccare le cotture dei diversi ortaggi facendo delle aggiunte nella stessa pentola, in fondo sono solo tre.
Una volta scolati, si fanno raffreddare nel colapasta, poi si versano in una ciotola e si aggiungono 50 gr di cetriolini sott’aceto tagliati nelle stesse dimensioni.
Si condisce tutto con poco olio, qualche goccia di aceto di mele, sale e pepe bianco.
Si prepara la maionese montando con le fruste elettriche i tuorli di 2 uova freschissime e sicure a temperatura ambiente, 1 pizzico di sale e 1 cucchiaino di aceto.
Poco alla volta, e versandolo a filo, si aggiungono sempre frullando 200 ml di olio d’oliva leggero e delicato come quello ligure o del Garda, oppure di ottimo olio di semi di girasole.
Quando la salsa è ben montata si uniscono goccia a goccia 2 cucchiai di succo di limone e si prosegue con le fruste finché non si addensa.
Chi non ha voglia di preparare la maionese, naturalmente può utilizzare quella in vasetto.
Si aggiunge a cucchiaiate agli ortaggi nella ciotola fino ad amalgamarli completamente e l’insalata russa è pronta.

Se si utilizza come contorno al vitello tonnato, il roast beef, il salmone in bellavista, i crostacei bolliti, eccetera è sufficiente conservarla in frigorifero fino al momento di servirla.

Sandwich di salmone

Chi ieri ha ascoltato il mio consiglio di cucinare del salmone alla piastra in più, oggi potrebbe prepararsi per pranzo questi splendidi sandwich.

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Si fanno tostare leggermente 4 fette di pancarrè integrale, se ne spalmano 2 con una cucchiaiata di salsa tartara (https://silvarigobello.com/2015/03/04/salsa-tartara-e-analogie-bizzarre/), si coprono con una foglia di lattuga spruzzata con succo di limone e qualche goccia d’olio.
Si taglia a fettine un piccolo trancio di salmone grigliato (perfetto quello della ricetta di ieri) e si distribuisce sulla lattuga, si aggiungono 4 fette di pomodoro ramato, 1/2 avocado salato, pepato e cosparso di succo di limone e si chiudono i sandwich con le altre 2 fette di pancarrè, anche queste abbondantemente spalmate di salsa tartara.

Un sandwich o un’insalata sono il mio modo preferito di pranzare, nonostante l’atteggiamento rassegnato di mio marito che aspira sempre ad un sostanzioso piatto di pasta.
Quasi mai comunque la mia soluzione per un pranzo veloce è banale: cucinare mi piace così tanto che faccio diventare speciali anche i panini.

Club Sandwich all’aragosta stile New England

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Lungo le coste di tutto il New England addentrandosi sui pontili di legno e passeggiando sui moli di diverse stupende cittadine, ognuna con il suo magnifico faro, ci si imbatte nell’esposizione di nasse e di coloratissimi galleggianti per la pesca delle aragoste.
La pesca è sempre stata la più fiorente delle attività lungo le coste del Nord Est degli Stati Uniti e mangiare nel Maine o in Massachusetts un piatto a base di aragosta non è costoso come ci si aspetterebbe.
Incredibilmente molti ristoranti sono assolutamente informali e offrono pasti veloci a base di sandwich e rolls farciti con i pregiati crostacei o le ostriche, mentre i bambini potranno avere hamburger e patatine.
I Lorster Rolls li conoscete già perché ne ho parlato nel post https://silvarigobello.com/2014/03/13/un-irresistibile-panino-con-laragosta/ ma scommetto che non avevate ancora pensato a un Club Sandwich con l’aragosta! Inutile dire quanto sia delizioso.

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Si tostano leggermente 3 fette di pancarrè per ogni sandwich.
Si spalma la prima di maionese e si copre con 4 fette di bacon croccante (si può fare in mocroonde, in padella antiaderente o sulla piastra), si aggiungono un pomodoro maturo affettato, salato, pepato e condito con un goccio d’olio e qualche foglia di lattuga.
Si richiude con la seconda fetta di pane spalmata anch’essa di maionese da entrambi i lati.
Si continua la farcitura di questo fantastico sandwich con qualche fettina di avocado spruzzato di limone, si aggiungono 2-3 belle cucchiaiate di polpa di aragosta lessata, tagliata a pezzi e condita con panna acida, sale e peperoncino in polvere.
Si copre con altre foglie di lattuga e si finisce con la terza fetta di pane sempre spalmata di maionese.
Si taglia a triangoli e si cerca di addentarlo senza spargere in giro tutta la farcitura.

Come dicevo, nel New England le aragoste si trovano e si mangiano davvero dappertutto e soprattutto a prezzi più che ragionevoli.
Mantenendo lo spirito generale di questo sandwich, qui da noi si può anche farcirlo con code di gambero o scampi bolliti e sognare comunque le coste del Maine.

Spada alla mediterranea

Vado pazza per il pesce a tranci alla griglia. Mi piace servirlo con una salsa fresca e piccante a base di pomodoro, come il pico de gallo, per esempio, che è adattissimo ad accompagnare questo piatto.
Ma senza arrivare fino in Messico, si può creare anche una squisita salsa di gusto un po’ più mediterraneo che col pesce spada alla griglia, per esempio, è eccezionale.

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Si affettano per tempo dei bei pomodori maturi e si trita mezza cipolla rossa dolce. Si mettono in una ciotola prima passata all’interno con uno spicchio d’aglio tagliato a metà, per dare profumo ma senza aggiungerlo al condimento.
Si condisce con sale, pepe, un pizzico di peperoncino in polvere, olio abbondante, succo di limone, capperi sott’aceto sciacquati e abbondante basilico.
Si mescola e si conserva in frigorifero almeno una mezz’oretta.
Si cuociono alla griglia delle belle fette di pesce spada, private della pelle, pochi minuti per parte. Si aggiusta di sale e pepe e si serve con la nostra salsa mediterranea.

È un condimento fresco, squisito, gustoso e facilissimo. Mia nonna ci condiva il lesso avanzato e io ho ampliato lo share!

Sorbetto al Buco Normanno: Trou Normand

Il Nord della Francia è la zona che conosciamo meno. Raggiungere la Normandia, da Parigi, comunque è davvero semplice, anche se a volte macchinoso.
A Parigi siamo arrivati con un Airbus dell’Air France direttamente da Verona. Al Charles De Gaulle abbiamo ritirato l’auto a noleggio al banco dell’Avis e dopo circa 200 km siamo arrivati in vista delle splendide spiagge della Côte Fleurie, affacciata sulla Baia della Senna, nella Manica.
Per raggiungerle, abbiamo viaggiato lungo le strade bordate di siepi del Calvados, costeggiando pascoli, frutteti e fattorie dal tetto di paglia.

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È stata un’esperienza poetica e speciale, che ci ha toccato il cuore, nonostante la scelta non fosse stata nostra, ma dipendesse dall’errata impostazione del Navigatore satellitare, che aveva escluso le autostrade dal nostro percorso.
Siamo ormai viaggiatori esperti e capaci, che sanno cavarsela anche in caso di disagi e difficoltà. Credetemi, dopo esserci smarriti per due volte nel Downtown di Los Angeles ed esserne usciti indenni, non ci spaventa più niente!
Dunque, con qualche piccolo aiuto e valide indicazioni, siamo arrivati a Deauville e ci siamo immersi senza difficoltà nell’affascinante atmosfera gastronomica locale gustando a cena il nostro primo sorbetto al Buco Normanno.

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Questo sorbetto deriva dal Trou Normand, virile abitudine gastronomica che consiste nel bere un bicchierino di Calvados tra le due portate principali di un banchetto, per aiutare la digestione e restituire l’appetito che sta calando.
Con l’aggiunta di qualche ingrediente per fortuna è stato ingentilito e reso adatto anche alle signore.

Si prepara uno sciroppo facendo cuocere per una decina di minuti a fuoco medio 500 gr di zucchero con 1/2 litro d’acqua.
Si fa raffreddare e si aggiungono il succo di 1 limone, 500 ml di panna fresca leggermente montata, i semini di una bacca di vaniglia e 250 ml di Calvados.
Si amalgama tutto con cura e si versa in una vaschetta con coperchio (oppure si chiude con la pellicola). Si ripone nel freezer.
Si serve a cucchiaiate in coppe da Champagne o da Martini decorando con la buccia di limone.

È un sorbetto davvero forte e corroborante, ma a volte è proprio quello che ci vuole per i fondisti del cibo, che riusciranno ad arrivare in fondo a pasti pantagruelici senza rinunciare a nulla!

Per stupire: Uova (poché) nel nido

Ci saranno anche per voi le occasioni in cui volete mettere in tavola qualcosa di veramente speciale, no?!
Se vi dovesse succedere in questo periodo, potendo contare sugli asparagi, vi do un suggerimento che renderà indimenticabile il vostro antipasto.
Non è proprio prosciutto e melone, ma come sempre la fatica sarà premiata. Parola d’onore.

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Per ottenere 4 perfetti vol-au-vent serve almeno una confezione di pasta sfoglia pronta, che si stende sul tavolo senza toglierla dalla carta che la avvolge.
Con un coppapasta da 8 cm di diametro si ritagliano 12 dischetti, 4 si lasciano integri, serviranno da base, mentre gli 8 rimanenti si incidono con un coppapasta di diametro inferiore e si ottengono 8 anelli.
Si appoggiano i 4 dischi interi su una teglia coperta di carta forno, si bucherellano con una forchetta, si spennellano di latte e su ognuno si appoggiano 2 anelli “incollati” fra loro con il latte, si spennellano di nuovo e si infornano a 180 gradi per una decina di minuti o finché non assumono l’aspetto gonfio e dorato che devono avere i vol-au-vent.
Finché cuociono, si lessano a vapore le punte di un mazzo di asparagi verdi (o bianchi se li avete in casa) e si tengono al caldo.
Si prepara una salsa olandese, per esempio come quella che trovate nel post https://silvarigobello.com/2014/08/01/uova-alla-benedict/ e se ne mette qualche cucchiaiata all’interno dei vol-au-vent ormai tiepidi, sopra di dividono le punte di asparagi.
Si preparano 4 uova in camicia e si appoggiano sugli asparagi, a coronare la preparazione.
Si sala, si pepa e si porta immediatamente in tavola.

So che qualcuno è in difficoltà con la preparazione delle uova poché, quindi per non stressarsi troppo si possono anche cucinare semplicemente 4 uova al tegamino e ritagliare con un coppapasta gli albumi rappresi perché non abbiano sbavature.
Sconsiglio di prepararne più dei 4 che suggerisco perché l’esecuzione è piuttosto complessa e si rischia che non riescano come si deve.
Chi non se la sente di preparare la salsa olandese, potrà sostituirla con qualche cucchiaiata di ricotta mescolata a sale e pepe, un filo d’olio, succo di limone e un pizzico di peperoncino.
Con i ritagli di pasta sfoglia che si recuperano si possono fare dei salatini da servire con l’aperitivo e con i gambi degli asparagi una salsa multiuso. Magari di questa una volta o l’altra ne riparliamo.