Fusilli integrali con scampi e pomodorini, come d’estate al mare

Quest’anno l’estate sta rimanendo aggrappata all’autunno strappando giorni tiepidi e luminosi alle date del calendario.
Nel periodo in cui dovrebbero farla da padroni la polenta col brasato, i bolliti con la pearà, gli arrosti farciti, i tortellini in brodo, ecco che mentre stai in cucina con la portafinestra aperta, ti arriva il profumo del basilico e della menta. A fine ottobre.
Questa estate sembra non voler cedere il passo: ci sta regalando un sole caldo e un cielo terso che avremmo voluto avere ad agosto, e ti induce a recuperare quel po’ di menta che è voluta germogliare di nuovo e quei tre steli di basilico lunghi e pallidi che orgogliosamente resistono all’escursione termica sul terrazzino della cucina. Ancora non lo sai come finirai con utilizzarle, ma mentre sciacqui le foglioline tenere e fragili sai già che uscirà un gran piatto e che ti torneranno in mente il mare e le vacanze.
Sarebbe bello poter dire che sono bastati menta e basilico, sarebbe una magia, ma hanno contribuito a creare questo eccellente primo piatto anche tecnica, ottimi ingredienti e una sottile nostalgia.

20141026-011811.jpgSi sgusciano 300 gr di code di scampi, si liberano del filo intestinale, si sciacquano e si dispongono su un piatto.
Si prepara un’emulsione con succo di limone, curry in polvere, un pizzico di sale, uno spruzzo di Cognac e si sparge sugli scampi lasciandoli in infusione per qualche ora.
Si cuociono al dente 300 gr di fusilli integrali e nel frattempo in un tegame largo si fa imbiondire uno spicchio d’aglio in due cucchiai di olio, si elimina, si aggiungono gli scampi sgocciolati e si fanno saltare rapidamente.
Si versa nel tegame qualche cucchiaiata di passata di pomodoro, poca panna da cucina e i fusilli con un filino di acqua di cottura.
Si spadellano aggiungendo pepe nero macinato al momento, una decina di pomodorini tagliati a metà, un battuto di prezzemolo, menta e basilico e (sembrerà strano) una cucchiaiata di parmigiano grattugiato.
Si serve subito, finché il profumo delle erbe si sente ancora intenso e fragrante. Come d’estate al mare…

Questa ricetta non aveva una storia, non è stata ereditata dalla nonna, non è stata assaggiata in luoghi esotici, non è un piatto tipico regionale, ma è venuta così bene che meritava una piccola introduzione che la rendesse, oltre che squisita come si è rivelata, anche interessante.
Questione di abitudine…

Un altro antipasto sfizioso nei bicchieri

Oltre alle terrine, di cui stiamo parlando abbondantemente, e i paté, ci sono piatti nati apposta per essere il punto focale di un buffet.
Sono quelli che hanno un impatto maggiore per la loro eleganza, che invogliano più di altri ad essere assaggiati, che creano una certa curiosità.
È il caso di questi stuzzicanti bicchieri di bisque di crostacei decorati con qualche coda di gambero fatta saltare in padella con burro e Cognac. Sono l’ideale per una piccola cena di quelle cosiddette “in piedi” dove gli ospiti comunque si siedono ovunque ma non a tavola!
Il vantaggio di questa formula è che si prepara il cibo una volta per tutte, si appoggia su un bel tavolo e poi non c’è più bisogno di curarsene. Sabato scorso è andata proprio così.
Questo sistema torna utile anche quando, per svariati motivi, non si ha la possibilità di servire la sequenza delle portate classiche, quindi gli ospiti, in questo caso seduti tranquillamente, si servono da soli dal centro della tavola le diverse portate preparate in precedenza. Sto pensando a quando l’anno scorso ho organizzato questa specie di elegante pic nic in sala da pranzo per il primo compleanno del mio nipotino. Ne ho accennato nel post del 3 dicembre scorso, se vi va tornate a dargli un’occhiata perché le buone idee vanno sempre tenute in considerazione.

20140917-094106.jpgRicordate? A settembre vi avevo raccomandato di congelare l’eventuale surplus di bisque di gamberi se mai l’aveste fatta, proprio per poterne avere a disposizione una certa quantità che facesse da base a questo antipasto.
Una volta decongelata la bisque ho aggiunto qualche cucchiaiata di yogurt greco, quello bello sodo e non troppo acido, ma va bene anche la panna se preferite e l’ho frullata col mini-pimer a immersione per ottenere una vellutata.
L’ho distribuita nei bicchieri, e su ognuno ho appoggiato 2 code di gambero (sgusciate, mondate, fatte saltare in padella con burro e cognac e insaporite con sale, pepe, e peperoncino) infilzate in uno stecchino. Ho poi scaldato brevemente i bicchieri a microonde prima di appoggiarli sul tavolo da buffet.

Se non ne avete a disposizione e volete fare la bisque di cui parliamo, leggete la ricetta cliccando su: https://silvarigobello.com/2014/09/19/bisque-di-gamberi/

Bisque di gamberi

Adoro tutte le bisque, non faccio distinzioni: possono essere di astice, aragosta, scampi, gamberi o granchi, sono comunque la mia passione.
Se appena ne vedo una nel menù la ordino subito, ma sono in grado di cucinarne di eccellenti anche a casa.
Naturalmente per mettere in tavola una bisque ci deve essere una qualche ricorrenza, un’occasione speciale, un compleanno, un anniversario perché la preparazione è lunga e complessa e il costo piuttosto elevato.
Il risultato però ripaga di tutte le fatiche.
Quella che ho scelto di condividere oggi è una ricetta ispirata alla cucina del grande Jacques Pépin e pur essendo gustosissima è relativamente facile da preparare.

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Sguscio 800 gr di gamberi interi e li metto da parte. Conservo le teste e i carapaci.
Preparo un court bouillon con 1 piccola cipolla steccata con 2 chiodi di garofano, 1 foglia di alloro, 2 carote, 1 costa di sedano, 2 rametti di timo, 1 ciuffo di prezzemolo, 1/2 litro di vino e circa 1 litro d’acqua. Lascio sobbollire per una ventina di minuti, anche mezz’ora.
Intanto faccio appassire 1 spicchio d’aglio grattugiato e 1 cipolla tritata in 50 gr di burro, aggiungo i carapaci e le teste dei gamberi triturate, li faccio rosolare a fuoco alto, li sfumo con 1 bicchierino di Cognac e li schiaccio ripetutamente con un mestolo di legno.
Quando sono ben tostati li frullo e li passo al colino ottenendo un sugo denso e saporito che tengo da parte.
Faccio soffriggere 75 gr di burro in una casseruola, unisco 50 gr di farina e la faccio imbiondire mescolando continuamente.
Aggiungo poco alla volta il court bouillon filtrato (che deve essere circa 1 litro) e lascio cuocere 5-10 minuti. Unisco il sugo di gamberi, i gamberi sgusciati tagliati a pezzettini (esclusi alcuni che faccio saltare interi per la decorazione finale) e 1 mazzetto di prezzemolo tritato.
Verso nella zuppa 250 ml di panna e insaporisco con sale e pepe, faccio leggermente addensare e servo decorando con qualche gambero intero e una fettina di lime.

È una zuppa eccezionale, senza discussioni, che vi farà fare veramente un figurone. Ci vogliono un po’ di tempo e di pazienza, oltre a una certa abilità, ma sarete ripagati, parola mia!
Se ve ne avanza, vi suggerisco di surgelarla, che poi vi do un’idea per riutilizzarla…

Carbonara al tartufo

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Ci sono immagini che non avrebbero bisogno di parole, ma qualcuna ve la dico lo stesso su questo primo piatto robusto e goloso, quasi tradizionale ma sorprendente per la raffinata aggiunta del tartufo.
Il tartufo è quello nero della Lessinia, di cui ho parlato molte volte, facilmente reperibile a prezzi piuttosto ragionevoli.
Io in genere ne faccio un uso abbastanza ampio in cucina: rinforzo i piatti a base di funghi, i sughi di alcuni interessanti arrosti, lo metto sull’uovo al tegamino, sui tagliolini al burro, lo aggiungo alla base di alcune terrine di pesce e cerco sempre nuovi spunti per un utilizzo diverso.
Per questa “carbonara” ho lessato al dente 300 gr di spaghettini.
Nel frattempo ho sbattuto 2 tuorli con 4 cucchiai di panna, 2 di grana grattugiato, 1 pizzico di sale, pepe bianco e tanta acqua di cottura quanta ne occorre per ottenere un composto morbido e cremoso.
Ho fatto dorare in padella 150 gr di guanciale affettato sottile e l’ho sbriciolato sulla carta da cucina.
Ho spazzolato la scorza di 2 bei tartufi con la paglietta di ferro, poi li ho sciacquati e asciugati perfettamente.
Ho scolato gli spaghettini e spadellati a fuoco dolcissimo nel composto di uova mantenendoli morbidi, li ho divisi nei piatti e completati con il guanciale sbriciolato e un’abbondantissima pioggia di tartufo grattugiato.

Io li trovo irresistibili, hanno un sapore complesso e molto morbido, delizioso e raffinato: non lasciateveli sfuggire!

Torta al cioccolato senza cottura

Di questi tempi pare che i dolci da frigo che vanno per la maggiore siano le cheesecake, che hanno soppiantato le Zuppe Inglesi e i Tiramisù. Vero?
Io però faccio una torta al cioccolato che non richiede il forno, è squisita, si prepara in pochi minuti, si conserva in frigorifero, ma non è la solita cheesecake.

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Pesto nel mortaio 200 gr di biscotti ai cereali con 100 gr di amaretti, li verso entrambi in una ciotola e aggiungo 120 gr di burro fuso.
Mescolo con cura e premo questo miscuglio sul fondo e sul bordo di una classica tortiera tonda, che metto a raffreddare in frigorifero per almeno mezz’ora..
Intanto preparo il ripieno facendo sciogliere a fuoco dolcissimo 200 gr di cioccolato fondente e 200 gr al latte spezzettati in un pentolino con 125 ml di panna da cucina e 1 bicchierino di rum.
Faccio intiepidire mescolando di tanto in tanto.
Recupero il guscio di biscotti, lo riempio con il composto al cioccolato ancora fluido, livello la superficie e rimetto in frigorifero per minimo 6 ore, ma meglio tutta la notte.

Buona eh? Certo, se avevate in mente un dolce light… avete sbagliato Blog!

Le ultime rose d’agosto

Che le “rose” al forno sono una delle mie specialità ormai lo sapete.
Le faccio classiche con emmental e prosciutto di norma a Natale, le ho preparate in versione ligure, più estiva, col pesto (A rose is a rose is a rose dell’8.7.2013) e in primavera anche con gli asparagi (Rose di maggio del 13.5.2014).
Adesso, l’ultima creazione vede come ripieno luganeghe, porcini e formaggio di malga perché l’ispirazione viene da una gita in Val di Non, dove abbiamo mangiato questo tris abbinato però alla polenta.
Per farne un piatto più facilmente gestibile ho sostituito la polenta con la sfoglia per lasagne e con gli stessi ingredienti ho preparato le ultime rose di agosto.

20140829-012706.jpgHo spellato 350 gr di luganeghe, le ho sgranate e le ho fatte rosolare spruzzandole di vino bianco, non occorrono condimenti perché le salsicce cuoceranno nel loro grasso.
Ho fatto un battuto con 1/2 cipolla, 1/2 spicchio d’aglio e 1 cucchiaio di prezzemolo tritato, l’ho fatto soffriggere con 30 gr di burro e quando è diventato bello dorato ho unito 50 gr di porcini secchi ammollati nell’acqua tiepida e tagliuzzati grossolanamente.
Ho aggiunto qualche cucchiaiata di brodo e ho portato a cottura salando e pepando.
Ho affettato sottile 200 gr di formaggio di malga (souvenir della gita, ma vanno bene anche il taleggio o l’Asiago) e l’ho fatto fondere a fuoco dolcissimo con 250 ml di panna.
Ne ho incorporato circa la metà ai funghi e alle luganeghe, ho aggiunto 100 gr di grana grattugiato e ho mescolato con cura.
Ho steso sul piano di lavoro le strisce di sfoglia lessate brevemente, le ho coperte con generose cucchiaiate del mio composto, arrotolate su sé stesse e tagliate come al solito in cilindri alti circa come il bordo della pirofila, imburrata abbondantemente, nella quale li ho accomodati belli vicini.
Ho versato su tutti il resto del formaggio fuso con la panna e ho infornato a 180 gradi per circa 20 minuti.

Non sto a dirvi che fantastico risultato ho ottenuto con questo primo piatto davvero ricco e saporito. Ma sapete che mi è piaciuto perfino più della polenta?!

Pollo, panna e funghi

Dato che ieri ho trovato dei bellissimi porcini (i primi, freschissimi, che mi si dice arrivino dalla vicina Croazia), oggi vi racconto come ho fatto il petto di pollo con la panna e i funghi, che è stata una delle prime ricette della mia “carriera”.
Probabilmente quella originale l’avrò trovata in uno dei numeri de La Cucina Italiana, che è stata la base della mia educazione gastronomica alla fine degli anni Sessanta.
Questo, non so perché, è diventato quasi esclusivamente un piatto che servo al Lago quando ho ospiti a pranzo.
Non è troppo elaborato, ma è elegante e completo, lascia il tempo per stare in piscina o di fare una passeggiata sul Lungolago ed è adatto ad un pranzo informale ma che richieda una certa attenzione.
Se prevedo di pranzare sul terrazzo, in genere penso al riso freddo, al vitello tonnato e a un gran piatto di formaggi con le mostarde, i mieli e le confetture.
Se apparecchio all’interno invece (dipende dal tempo) prevedo di offrire un pranzo più formale e servo di norma un antipasto e poi un secondo piatto di carne o di pesce che sia già completo di verdure di accompagnamento, come lo spezzatino con i piselli, la cernia coi pomodorini oppure appunto il pollo alla panna con i porcini.

20140629-004810.jpgIn un largo tegame faccio rosolare 400 gr di petto di pollo a fettine con 30 gr di burro e 3-4 foglie di salvia.
Salo e pepo con moderazione, sfumo con 1 bicchierino di Cognac e continuo la cottura a tegame coperto aggiungendo 200 ml di panna da cucina.
Nel frattempo elimino la terra dai gambi e passo velocemente sotto l’acqua 250 gr di porcini.
Li affetto e li rosolo con altri 30 gr di burro, 1/2 spicchio d’aglio tritato, sale e pepe e poi li cuocio mantenendoli però piuttosto morbidi.
Li trasferisco nel tegame del pollo e faccio insaporire tutto insieme.
Pronto. Servo il mio Pollo, panna e funghi con una spolveratina di prezzemolo tritato.

Ovviamente questo piatto è squisito anche se non lo si mangia al lago…
È che le abitudini sono dure a morire!

Insalata di mele fritte e bacon

Non è un mistero che pranzare con un’insalata per me equivale ad un banchetto. Adoro le insalate. E i panini.
Approfitto di questi giorni in cui sono autorizzata a cucinare senza troppo impegno per dare libero sfogo alla mia fantasia e sbizzarrirmi nella preparazione di piatti veloci e saporiti che gusto con grandissima soddisfazione, nonostante la sciatalgia che mi tormenta.

20140629-013546.jpgFaccio soffriggere in una padella 70 gr di bacon a cubetti con un cucchiaio di olio.
Quando è dorato e croccante aggiungo 1 mela con la buccia, privata del torsolo e tagliata a pezzi, che rigiro con delicatezza un paio di volte perché si insaporiscano senza rompersi.
Preparo il condimento che aggiunge un tocco da veri gourmet al piatto: scaldo in un pentolino 150 ml di panna con 1 cucchiaio di aceto di mele e dentro faccio sciogliere a fuoco dolcissimo 50 gr di gorgonzola piccante tagliato a pezzettini. Ottengo una salsa liscia e omogenea.
Spezzetto con le mani un bel cespo si lattuga romana, lavata e scolata, la condisco con sale, pepe, olio e succo di limone (citronette).
La divido nei piatti, sopra sistemo le mele calde con la pancetta e verso su tutto la salsa al gorgonzola.

Queste dosi sono per 2/4 persone. Dipende da diversi fattori personali, quali l’appetito, la gola, i buoni propositi…
Questa insalata si può perfino servire come antipasto facendo poi seguire una pasta al forno o una grigliata di carne. O no?!

Crema di crostacei e patate

Difficilmente quando offro una cena, servo come primo piatto la pasta, a volte preparo un risotto, ma più spesso cucino una vellutata o una crema. Lo dicevo proprio nel post di ieri.
Quando la cena è particolarmente importante, come ingrediente principale scelgo i crostacei, che sono eleganti, saporiti e raffinati e consentono di preparare una crema delicata e squisita.
Per questa ricetta, che mi ha illustrato uno chef di San Diego, California e vi assicuro è straordinaria, utilizzo crostacei surgelati che lascio decongelare in frigorifero: sono sempre disponibili e meno costosi.

20140617-224327.jpgPreparo prima di tutto un court-bouillon con 2 litri d’acqua, 1/2 bicchiere di vino bianco, 1 foglia di alloro, 1 carota, 1 gambo di sedano, alcuni gambi di prezzemolo, 1 pezzetto di buccia di limone, 1/2 cucchiaino di sale grosso e 2-3 grani di pepe.
Quando è ridotto della metà immergo nella pentola 800 gr di code di scampi, oppure di gamberi, mazzancolle o cicale, sciacquate e private del filo intestinale.
Non appena cambiano colore, le raccolgo con il ragno, le lascio leggermente intiepidire, le sguscio e le tengo da parte.
Affetto sottili 300 gr di porri e li faccio appassire a fuoco dolcissimo con 40 gr di burro.
Li salo appena e aggiungo 500 gr di patate sbucciate e tagliate a cubetti, circa 1 litro di brodo dei crostacei filtrato, le foglioline di 1 rametto di timo, 250 ml di panna e faccio sobbollire piano per 30-40 minuti.
Aggiungo 1 bustina di zafferano, i crostacei che ho lessato, una macinata di pepe bianco, lascio sul fuoco qualche minuto e poi frullo tutto col mini pimer.
Questa minestra deve avere proprio la consistenza di una crema, ma se dovesse risultare troppo densa, si può aggiungere 1/2 bicchiere di latte.

Si può completare con del prezzemolo tritato oppure con un’emulsione insolita e piccantina che a me piace molto perché vivacizza un po’ la dolcezza dei crostacei.
Miscelo 1/2 tazzina di ketchup con 2 cucchiai di whiskey, 1 cucchiaio di panna, qualche goccia di Tabasco e ne metto una cucchiaiata al centro di ogni porzione, creando una piccola spirale saporita e molto carina.

Asparagi alla crema

Come dicevo l’altra settimana, la stagione degli asparagi è breve e golosa. Conviene quindi cucinarli più spesso che si può per non rimpiangerli poi più avanti.
Il Veneto è giustamente considerato la patria dell’asparago bianco e nonostante mi riescano dei piatti interessanti anche con quelli verdi, gli asparagi bianchi alla crema sono veramente il mio fiore all’occhiello.

20140506-002030.jpgLa preparazione è presto detta.
Si pelano delicatamente i gambi di 1/2 chilo di asparagi fino a 3 cm circa dalla punta, si eliminano le parti legnose terminali, si sciacquano con cura e si lessano col coperchio in una casseruola alta e stretta lasciando fuori le punte, che cuoceranno solo col vapore.
Nel frattempo di prepara la salsa cremosa di accompagnamento.

Si scaldano 250 ml di panna fresca in un pentolino. Prima che arrivi al punto di ebollizione si toglie dal fuoco e si arricchisce con 70 gr di Gruyere, di fontina o di Asiago.
Si insaporisce con 1 pizzico di sale e 1 di pepe bianco, si uniscono 2 tuorli, una grattata di noce moscata e 50 gr di grana grattugiato incorporandoli con la frusta.
Una volta cotti, gli asparagi si sistemano in una padella con 30 gr di burro, si fanno insaporire, si aggiustano di sale e si coprono con la salsa.
Si servono con uova al piatto o in camicia.

A noi piacciono molto questi asparagi alla crema, ma li mangiamo anche solo lessati, conditi con una salsetta di olio, qualche goccia di riduzione di aceto balsamico, pangrattato fine, sale e pepe e le classiche uova sode. Alla maniera antica.