Tartine rustiche per pazientare

Quando si invita a cena un certo numero di persone, nonostante l’esperienza accumulata nel tempo, la scelta di piatti che possono essere felicemente preparati in anticipo e la capacità di intrattenere gli ospiti a mano a mano che arrivano, ci sono dei tempi morti che occorre riempire, così come gli stomaci di chi sta aspettando che ci siano tutti per potersi mettere a tavola.
È bene quindi offrire con l’aperitivo qualche stuzzichino per far pazientare gli ospiti arrivati per primi.
Se la cena prevede piatti non troppo sofisticati, come una vellutata o un passato di verdure e un unico arrosto, magari farcito, ci stanno bene questi crostini semplici, dall’aria piuttosto casalinga, che creano un clima rilassato e conviviale in attesa dell’antipasto.

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Prima di tutto si affettano 2 baguette ottenendo delle tartine alte circa 1 cm e 1/2 e si passano in forno per farle diventare croccanti.
Si prepara per esempio una fresca insalata greca con pomodori a cubetti, olive denocciolate, basilico, menta e formaggio feta. Si miscela tutto e si tiene nel frigorifero fino al momento dell’aperitivo.
Un altro suggerimento è un composto di sgombro sott’olio sminuzzato, cipolla rossa di Tropea tritata, capperi sott’aceto strizzati, origano e pomodoro a dadini.
Se per cena avete previsto il baccalà (come nel mio caso) una terza proposta è quella di frullarne una piccola parte con l’aggiunta di qualche cucchiaiata di mascarpone, 1 pizzico di paprika affumicata e 1 cucchiaino di prezzemolo tritato.
Anche queste due preparazioni vanno fatte riposare in frigorifero.
Pochi minuti prima dell’ora in cui arriveranno gli ospiti si completano le fettine di baguette con una cucchiaiata di ciascun composto.

Non sono esattamente quelli che definisco amuse bouche, più sofisticati, eleganti e raffinati di questi, adatti a serate formali e a un menù ricercato, creato più per stupire che per divertirsi.
Ci sono anche serate così, ma per quelle più familiari e rilassate consiglio di cuore questo tipo di stuzzichini, meno chic ma molto golosi.

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Festeggiamo le mie prime 100 ricette con un vassoio di canapè

Ho scelto di festeggiare questo felice traguardo con dei “canapè” perché quando ero bambina non c’erano festicciole di compleanno, riunioni di famiglia e ricorrenze di varia natura in cui non si servissero “i rinfreschi”.
Oggi difficilmente in occasione di Battesimi, fidanzamenti, Prime Comunioni o anniversari verrà offerto un ricevimento in casa, piuttosto si organizzerà un Happy Hour in un bar del centro, ma allora (verso gli anni ’50) in queste circostanze, nel salotto buono delle famiglie borghesi, venivano serviti vini leggeri, caffè, tè, spremute, bocconcini al latte imbottiti, dolcetti e “canapè”.

In Francia per canapè si intende un sofà, vale a dire un divano dotato di braccioli e schienale, mentre da noi è sinonimo di “tartina”.
Anche oggi ci si può comunque divertire organizzando con gli amici una cenetta estiva disinvolta e appetitosa a base di canapè.
Ci sono molti modi per eseguirli e presentarli, ma se sono il piatto principale di detta informale cenetta, conviene che siano sostanziosi, con ingredienti importanti appoggiati su fette spesse di pane in cassetta leggermente tostato, da mangiare con le posate.
Come questi qui, per esempio.

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Dall’alto in basso, si tratta di:

  • tartare di manzo con i classici capperi (o cetriolini) sottaceto, cipolla, tuorlo d’uovo crudo, ma di quaglia per una questione di dimensioni;
  • fettine di roast beef di vitellone spalmate di senape e arrotolate, guarnite con mostarda di Cremona a cubetti, appoggiate su una foglia di lattuga;
  • involtini di prosciutto di Praga ( o di prosciutto cotto) ripieni di insalata russa arricchita con tonno sott’olio sgocciolato e sbriciolato;
  • carpaccio di spada affumicato con maionese aromatizzata al wasabi o al rafano;
    variazione del tradizionale sandwich BLT (Bacon, Lettuce, Tomato) con aggiunta di uovo di quaglia sodo ai classici pancetta, lattuga e pomodoro;
  • formaggio erborinato piccante con mezza albicocca sciroppata e fettine di ravanello.

Questi abbinamenti sono solo un’idea di massima, naturalmente, quindi i vostri potranno essere diversi, ma sicuramente altrettanto squisiti.

Penso che valga sempre la pena di creare un’occasione, anche non necessariamente revival, per radunare figli e amici e offrire qualcosa di insolito e sfizioso, così, come dico nel mio libro, anche loro potranno partecipare al Concorso Provinciale di Colesterolo!

Il piacere degli hors d’oeuvre

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A casa nostra prestiamo molta attenzione agli sfizi da servire con l’aperitivo.
Soprattutto nostro figlio ama i fantasiosi bocconcini che completano l’attesa di andare a tavola. Credo li preferisca addirittura ai pasti convenzionali. Anche il mio papà li adorava. In fatto di cibo era un uomo godereccio e raffinato: se si fossero conosciuti sono sicura che sarebbero andati molto d’accordo e si sarebbero piaciuti un sacco.
Nei miei quaderni di ricette ci sono varie idee per creare abbinamenti ricercati e divertenti e ogni volta mi impegno perché siano diversi dalla precedente.
Mi piace mettere sul vassoio piccole proposte tematiche che abbiano un filo conduttore. Il formaggio emmenthal per esempio è un’eccellente base di partenza, perché è abbastanza sodo da poter essere fatto a cubetti e nonostante sia saporito è sufficientemente neutro da costituire un abbinamento interessante con molti altri ingredienti.

Trovo insolito e divertente utilizzarlo come base per preparare quelle che definisco “tartine nude” perché non hanno la fettina di pancarrè. Quelle della foto, dove sopra i cubetti di emmenthal ci sono alici arrotolate, mostarda di ciliegie, lardo con erbe aromatiche, noci e fettine di roast beef, sono naturalmente solo un esempio di quello che potrete creare con un pizzico di fantasia.
In occasione di una cena “revival” potreste addirittura infilzare questi bocconcini in un’arancia, come si faceva negli anni ’70.
C’è qualcuno tra voi che si ricorda degli spiedini di emmental e mortadella o würstel e cetriolini che trasformavano l’arancia in una sorta di improbabile istrice? Insieme alla ciotola di patatine Pai erano un must a quei tempi.

Supplemento al thè delle cinque

Intanto grazie a tutte le persone che seguono il mio blog, a chi mi conosce, a chi ho riconosciuto e ai nuovi amici che mi sto facendo.
Ci pensate che fino a meno di due anni fa non avevo nessuna idea di come inviare una email, cosa fosse un blog o che si potesse pubblicare in eBook?

Non che l’abbia fatto da sola, non sono ancora così abile, ha pensato a tutto mio figlio, quindi se il mio libro non vi è piaciuto… prendetevela con lui.
Fosse stato per me “I tempi andati e i tempi di cottura” sarebbe rimasto una faccenda personale, un progetto privato, una serie di resoconti di viaggio e storie di famiglia arricchiti poi con le ricette, scritti su due quadernoni buffi che mi ha regalato mia figlia.
Ma ormai sono in ballo, grazie anche a voi, quindi vi dedico con affetto la ricettina di oggi.
Visto che mi pare che l’articolo che vi è piaciuto di più sia quello che suggerisce le tartine per l’ora del thè, vi do un altro suggerimento British nell’idea, ma Italian nel sapore.

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Preparo una crema consistente frullando insieme 100 gr di prosciutto cotto, 50 gr di mortadella di Bologna, 50 gr di Philadelphia e 2 cucchiai di maionese.
La metto nel sac-à-poche con la bocchetta piatta e con grazia la distribuisco sulle fette di cetriolo, che gli Inglesi amano tanto col thè, completando con una fogliolina di soncino.

Good afternoon.

Il thè delle cinque

20130522-084039.jpgRiunire le amiche per un thè pomeridiano è molto chic, ma per farlo non dovete lavorare.
Al limite potete essere insegnanti, aver scelto il part-time o aver raggiunto l’età della pensione, altrimenti alle cinque sarete ancora in ufficio, in negozio o in studio e l’unico modo in cui concepirete un thè alle cinque sarà svitare il tappo di una bottiglia di Estathè.

Se invece volete offrire un thè “serio”, oltre a scegliere una o due qualità di thè pregiati da servire in belle teiere di porcellana con limone e latte a parte, dovrete procurarvi succhi di frutta e acqua minerale e prevedere la possibilità di offrire in alternativa persino un caffè alle irriducibili estimatrici di questa bevanda. E naturalmente preparare tartine, tortine e tartellette.

A questo punto ci vuole fantasia, perché il fumo negli occhi vale più dell’abilità e dell’esperienza.
Le vere tartine all’inglese non sono altro che minuscoli quadratini di pancarrè senza crosta spalmati di burro salato e sormontati da qualche fettina di cetriolo affettato a velo e una foglia di crescione o valeriana, ma sono insolite e curiose. E anche fresche.
Le pizzette si ottengono tagliando con un coppapasta spizzettato, ma anche no, dei dischetti dal solito pancarrè. Infornatele due minuti sotto il grill spalmate di passata di pomodoro e guarnitele con mezza alice,o una fettina di salamino piccante o di würstel, un pezzettino di mozzarella o quello che vi piace di più. Semplicissime.

Potere fare altre semplici tartine spalmando dei dischetti di pane di segale con poca maionese e completandoli con una fettina di salame, di prosciutto o un gamberetto.
Per stupire, ma senza caricarsi di stress, si possono mettere in tavola anche decine di ovetti di quaglia (rassodati per quattro minuti) che le vostre ospiti sgusceranno da sé, per passare il tempo in alternativa al pettegolezzo. Come condimento, a parte, potrete servire una salsa tonnata già dosata sui cucchiaini da caffè.

Per la componente dolce può bastare una torta di frutta, una crostata o un dolce al cioccolato, preparati anche il giorno prima e affettati al momento o dei biscotti di pasta frolla, sfoglia o lievitata, quelli che vi riescono meglio.
Poche cose, facili ma non banali, sono il segreto per la riuscita di un vero thè all’inglese.