Tartine rustiche per pazientare

Quando si invita a cena un certo numero di persone, nonostante l’esperienza accumulata nel tempo, la scelta di piatti che possono essere felicemente preparati in anticipo e la capacità di intrattenere gli ospiti a mano a mano che arrivano, ci sono dei tempi morti che occorre riempire, così come gli stomaci di chi sta aspettando che ci siano tutti per potersi mettere a tavola.
È bene quindi offrire con l’aperitivo qualche stuzzichino per far pazientare gli ospiti arrivati per primi.
Se la cena prevede piatti non troppo sofisticati, come una vellutata o un passato di verdure e un unico arrosto, magari farcito, ci stanno bene questi crostini semplici, dall’aria piuttosto casalinga, che creano un clima rilassato e conviviale in attesa dell’antipasto.

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Prima di tutto si affettano 2 baguette ottenendo delle tartine alte circa 1 cm e 1/2 e si passano in forno per farle diventare croccanti.
Si prepara per esempio una fresca insalata greca con pomodori a cubetti, olive denocciolate, basilico, menta e formaggio feta. Si miscela tutto e si tiene nel frigorifero fino al momento dell’aperitivo.
Un altro suggerimento è un composto di sgombro sott’olio sminuzzato, cipolla rossa di Tropea tritata, capperi sott’aceto strizzati, origano e pomodoro a dadini.
Se per cena avete previsto il baccalà (come nel mio caso) una terza proposta è quella di frullarne una piccola parte con l’aggiunta di qualche cucchiaiata di mascarpone, 1 pizzico di paprika affumicata e 1 cucchiaino di prezzemolo tritato.
Anche queste due preparazioni vanno fatte riposare in frigorifero.
Pochi minuti prima dell’ora in cui arriveranno gli ospiti si completano le fettine di baguette con una cucchiaiata di ciascun composto.

Non sono esattamente quelli che definisco amuse bouche, più sofisticati, eleganti e raffinati di questi, adatti a serate formali e a un menù ricercato, creato più per stupire che per divertirsi.
Ci sono anche serate così, ma per quelle più familiari e rilassate consiglio di cuore questo tipo di stuzzichini, meno chic ma molto golosi.

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Salsa di zucchine

Simona (grembiuledacucina.wordpress.com) ha postato di recente la straordinaria ricetta di una salsa di zucchine che si può utilizzare in svariati modi.
L’ho avvertita che l’avrei fatta mia, ed eccola qua con le mie aggiunte e le mie varianti, praticamente irriconoscibile, ma è giusto menzionare chi mi ha dato lo spunto per questa salsa facile e saporita.

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Si grattugiano 2 zucchine medie, si versano in una ciotola, si insaporiscono con sale, pepe, 2 cucchiai di olio, 1/2 spicchio d’aglio a crema, 1 cucchiaio di foglioline di timo tritate e il succo di 1/2 limone.
Si mescola energicamente per far amalgamare questi ingredienti, si schiaccia con la forchetta 1 cilindretto di formaggio caprino e si mescola alla crema di zucchine.
Si sgocciola il contenuto di una scatoletta di sgombro sott’olio, si spezzetta irregolarmente e si unisce al composto, che si conserva in frigorifero.
Si serve con l’aperitivo, spalmata sui crostini di pancarrè dorati in forno.

Volendo si può accostare alla mia salsa di zucchine una maionese verde per rendere ancora più goloso l’insieme.
E se ci farcite dei vol-au-vent ecco un antipasto perfetto.

Un’idea per San Silvestro

Sappiamo tutti che il Primo dell’anno porta bene mangiare cibi “in grani”: si dice portino soldi, ma speriamo anche salute e serenità.
È tradizione infatti, oltre che cucinare le lenticchie, portare in tavola per esempio l’uva e la melagrana.
E a proposito di melagrana, vi suggerisco un crostino da servire a San Silvestro sul tavolo del buffet o direttamente sul tavolino da caffè insieme all’aperitivo, perché è molto decorativo, delizioso, stimolante e speriamo anche di buon auspicio.

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Si sgrana una melagrana e si raccolgono i chicchi in una ciotola.
Si fanno saltare in una padella unta di burro 150 gr di prosciutto di Parma tagliato a dadini piccolissimi. Si scolano e si fanno raffreddare.
Si uniscono ai chicchi della melagrana, si aggiunge 1 peperoncino tritato, privato dei semi e dei filamenti e una brunoise di fettine d’arancia pelata a vivo. Si mescola e si lascia insaporire qualche minuto.
Si affetta una baguette e la si fa tostare leggermente in forno.
Mentre il pane è ancora caldo ci si appoggia sopra una fettina di Camembert, si aggiunge una cucchiaiata di composto a base di melagrana e si completa con alcune foglie di coriandolo spezzettato con le mani.

Se non amate il Camembert, lo potete sostituire con il Brie, se non trovate il coriandolo potete usare il prezzemolo, anziché il Parma va bene anche il San Daniele, ma se trovate qualcos’altro che non vi va, lasciate perdere questa ricetta e fatevi una tartina al tonno!

La Caesar salad

Questo articolo è tratto dal capitolo La scoperta dell’America, del mio libro “I tempi andati e i tempi di cottura (con qualche divagazione)” e parla della Caesar Salad a cui ho accennato in relazione al post Un irresistibile panino con l’aragosta.

“Ogni volta che sbarco a Los Angeles mi manca il fiato.
Lo so, probabilmente non dipende dall’emozione ma piuttosto dall’altissima concentrazione di monossido di carbonio presente nell’aria, ma che vi devo dire, comunque per me è sempre una sensazione fantastica.
Negli Stati Uniti ci sono andata per la prima volta nel 1985, ci sono tornata altre dodici volte e restano sempre una delle mie mete preferite.
Contrariamente alla maggioranza dei miei coetanei o quasi, non ho mai associato l’idea di America a New York.
Per me l’America è la California. Lo è sempre stata. In fondo sono venuta su a pane è Hollywood quindi identifico il sogno Americano con la West Coast, senza ripensamenti.
Sono affetta da una memoria di ferro, che a volte è proprio una maledizione perché non dimentico proprio niente e non riuscendo ad essere selettiva, purtroppo spesso vengo assalita da reminiscenze anche sgradevoli, ma nel complesso riesco a ripescare e rivivere momenti che vale proprio la pena di ricordare.
Di quel primo viaggio in America, il più classico dei cosiddetti Coast to Coast (Los Angeles – San Diego – Las Vegas – Monterey – San Francisco – New York) non ho buttato via niente, nemmeno fisicamente, anche se ho dovuto ridurre la quantità di ricordi cartacei perché entrassero nell’album delle memorabilia.
È un album con poche foto, ma contiene tutte le matrici degli ingressi ai Parchi, le ricevute degli alberghi, gli scontrini degli acquisti fatti da Macy’s e da Saks Fifth Avenue, i tovagliolini di carta col logo dei Fast Food – che non erano ancora arrivati in Italia – e perfino le Guide TV. E sono solo degli esempi.
Ne compongo uno ad ogni viaggio. Ancora adesso.
Ciò che quella prima volta non sono riuscita a mettere nell’album me lo ricordo comunque: per esempio la mia prima Caesar Salad al Blue Bayou di Disneyland.

20140306-012812.jpgSi riduce a crema 1 spicchio d’aglio e lo si lavora in una tazza con 1 cucchiaio di senape, 2 cucchiai di succo di limone e 1 cucchiaio di salsa Worcester.
Un po’ alla volta si uniscono 3 cucchiai di panna da cucina, 1 pizzico di sale e 1 tazzina di olio d’oliva.
Si ottiene così un’emulsione montata e ben amalgamata con la quale si condisce un cespo di lattuga romana lavata e spezzettata con le mani.
Si mescola delicatamente, si cosparge di pepe nero appena macinato e di scaglie di parmigiano.
Si completa con alcuni filetti di alici, una cucchiaiata di crostini fritti e l’insalata è pronta.
Negli Stati Uniti la propongono come entrée, prima del main course, ma diventa un piatto unico a pranzo se si arricchisce con un petto di pollo alla griglia tagliato a listarelle, oppure con una tazza di gamberetti al vapore.
La panna è una variante che preferisco all’uovo crudo, o in camicia, che spesso si trova nelle ricette originali e che crea una specie di maionese: se volete provate anche questa versione, ma direi che come la faccio io è proprio buona.”

Personalmente adoro questo condimento. Certo se cominciamo a pensare all’imminente prova costume… dimentichiamocelo!

Minestra con le castagne

L’anno scorso, più o meno in questo periodo, ho organizzato una cena con i miei quattro cugini (due maschi e due femmine), mogli e mariti, che nonostante siano quanto di più vicino a dei fratelli io possa immaginare, vedo raramente.
Penso succeda in tutte le famiglie: ognuno ha impegni, interessi, passatempi, svaghi, passioni e preoccupazioni diverse e finisce che tutto questo ci fa prendere nel tempo strade diverse, che ci allontanano.
Comunque, in occasione di quella riunione di famiglia ho preparato una deliziosa vellutata di castagne che mi è tornata in mente mentre frugavo in archivio alla ricerca di altre idee da condividere con voi.
Trovo che servire a cena una vellutata, una zuppa o una minestra sia un’abitudine raffinata e molto gradevole, specialmente d’inverno, per prepararsi ad un secondo ghiotto e succulento, lasciando un po’ di posto anche per il dessert.

20131206-122734.jpgLa mia minestra di castagne la faccio così:

– per prima cosa preparo i “peladei” sbucciando a crudo e poi lessando in acqua salata 600 gr di castagne o marroni con abbondante salvia fresca;
– affetto 1 cipolla bianca e la faccio appassire a fuoco dolcissimo con poco olio, salo appena e se si asciuga troppo in fretta, aggiungo qualche cucchiaiata d’acqua;
– quando è morbida metto nella pentola 150 gr di prosciutto crudo tritato a coltello e lascio insaporire;
– sbuccio 800 gr di patate e le taglio a cubetti, le unisco alla cipolla con gli aghi di 2 rametti di rosmarino e le castagne cotte;
– rimescolo, pepo abbondantemente e copro con 1 litro di brodo vegetale;
– lascio cuocere col coperchio finché le patate risultano tenere (40 minuti circa);
– aggiungo 250 ml di panna da cucina e col frullatore a immersione ottengo una crema;
– la servo caldissima accompagnata da crostini.

È una minestra straordinaria, densa e saporita, perfetta per questa stagione.
È anche assolutamente semplice, se si esclude la preparazione dei peladei che invece è decisamente complicata.
Come dicevo le castagne vanno pelate da crude, liberandole dalla buccia esterna ma lasciando il delicato rivestimento vellutato che avvolge il frutto e andrà rimosso a cottura ultimata.
È un lavoraccio, concordo, al quale si può ovviare utilizzando delle castagne cotte al forno, tipo caldarroste, ma vi verrà a mancare il caratteristico aroma della salvia che impregna i peladei.
Comunque, la vellutata di castagne è una minestra squisita, un po’ antiquata, povera e insieme raffinata, insolita ma di antica tradizione contadina.
L’ho trovata perfetta per una riunione di famiglia.