Oggi festeggiamo il primo anniversario del mio blog con una ricetta un po’ nostalgica: “il pollo zoppo”

Come ricordavo il Primo Maggio, oggi il mio blog compie un anno, conta 162 amici blogger ed ha ricevuto 22.167 visite. Su Facebook è seguito da 442 persone. Grazie di cuore a tutti.
L’articolo con cui ho esordito nella blogosfera si intitolava “Dalla tavola al tablet”, riassumeva il mio profilo di moglie, mamma, nonna, scrittrice e grande appassionata di cucina, viaggi, cinema, antiquariato e conteneva la mia prima ricetta.
Da allora ho scritto 340 articoli, quasi uno al giorno. Ci sono riuscita grazie al vostro sostegno, allo stimolante appetito dei miei familiari, al desiderio di far sentire i miei ospiti a loro agio, alla voglia di divertirmi e condividere il piacere della cucina.
E siamo quindi arrivati, senza quasi accorgercene, al primo anniversario.
Ci ho pensato su un sacco. Volevo che il post di oggi fosse speciale e speciale poteva essere la pubblicazione della ricetta di una delle mie terrine, di un antipasto insolito e fantasioso, di uno di quegli arrosti farciti che è difficile dimenticare, o di una fiaba, l’ultimo dei miei voli nel regno della fantasia culinaria.
Festeggiare un anniversario è una faccenda seria, un po’ una questione di famiglia.
Quindi proprio per esaltare questa peculiarità, ho deciso di postare oggi una ricetta della mia mamma.
È una ricetta cara ai miei figli, con una storia e un sapore che parlano di affetto, tenerezza e nostalgia, che diverte e commuove, e per questo non deve andare perduta.
L’affido quindi a voi con gratitudine e amicizia, certa che l’apprezzerete per quello che significa per me e anche perché è veramente squisita.
È un pollo arrosto al limone che la mia mamma cucinava apposta per noi quando ancora lavoravo e avevo veramente poco tempo da dedicare alla cucina.
Ve ne ho già accennato in altre occasioni: si tratta del Pollo zoppo e questa è la sua storia.

La mia mamma cuoceva un pollo tagliato in quarti con tre patate intere sbucciate: solo tre perché in quel tegame di alluminio pesante, basso e un po’ ammaccato che usava per il pollo e che ho sempre visto per casa, di più non ce ne stavano.
Tratteneva per sé una coscia, che probabilmente mangiava con l’insalata perché le patate erano generosamente destinate a noi e io mi portavo a casa, dopo il lavoro, sia mio figlio che la cena.
Verso i tre anni, questo bambino precoce guardando nel tegame e accorgendosi che c’era una sola coscia, ci informò che la nonna doveva aver cucinato un pollo zoppo.
Ormai la definizione “pollo zoppo” di questo particolare pollo arrosto al limone è nostalgicamente diventata parte del nostro lessico familiare.

20140507-012718.jpgE questa è la ricetta. Occorrono:
1 pollo tagliato in quattro
1 piccola cipolla
1 spicchio d’aglio
1 rametto di alloro
1 limone non trattato
1/2 bicchiere di vino bianco
4 patate non troppo grosse
olio e burro, sale e pepe
La mia mamma tritava la cipolla e la faceva imbiondire appena in olio e abbondante burro, poi accomodava nel tegame i pezzi di pollo, li irrorava col succo di limone, salava, pepava pochissimo e aggiungeva aglio, alloro e i due mezzi limoni spremuti.
Rigirava la carne un paio di volte per farla leggermente rosolare, metteva il coperchio e proseguiva la cottura.
Trascorso il primo quarto d’ora, spruzzava col vino e aggiungeva le patate lavate e sbucciate, accomodandole tra i pezzi di pollo.
Ogni tanto controllava che il sugo restasse abbondante e la carne morbida. Se occorreva aggiungeva un mestolino d’acqua calda in cui scioglieva una punta di Legorn.
Quando il pollo e le patate erano cotti li toglieva dal tegame e filtrava il sugo con un colino eliminando gli odori e le scorze di limone.

È un piatto semplice e gustoso, un sapore perduto di famiglia che mi riempie di dolcezza e di una velata malinconia.
Considero un privilegio condividere con voi questo ricordo e questa ricetta.
Domani cominciamo un altro anno insieme, è il caso che, abbracciandoci, sorridiamo quindi sia al passato che al futuro!

Il mio pollo saporito

Infornare una teglia di carne (o pesce, come ho già raccontato) e verdura è un modo piuttosto facile e sbrigativo di cucinare un piatto completo, molto saporito, senza troppo stress ma col quale si fa sempre un figurone.
Per esempio, il mio Pollo saporito è veramente semplice e veloce, se non si tiene conto del tempo di cottura, ma dato che è appunto cucinato al forno, mentre cuoce si può fare qualsiasi altra cosa!
Come faccio spesso con il pollo, amo farlo marinare e quindi maggiormente insaporire, per qualche ora (o anche tutta la notte) in frigorifero insieme agli ingredienti con i quali verrà poi cotto.
In realtà infatti il pollo non è fra le carni più gustose del mondo, ma con questo accorgimento quasi quasi lo diventa…

20140331-204445.jpgDunque, si fa marinare 1 pollo fatto tagliare in 8 pezzi (oppure 8 cosce, così non c’è da litigare per la scelta della porzione…) in un sacchetto da freezer con 2 cipolle rosse tagliate a grossi spicchi, 6-7 foglie di salvia tagliuzzate con la forbice, 125 ml di olio, 1 cucchiaio di salsa di soia, il succo di 1 limone e abbondante pepe.
Si “massaggia” il sacchetto perché tutti gli ingredienti vadano ad insaporire uniformemente la carne e si ripone in frigorifero.
Trascorso il tempo previsto per la marinatura, si versa tutto in una teglia da forno (pollo e marinata), si uniscono 4 salsicce tagliate a tocchetti, 4 patate a cubetti, 2 spicchi d’aglio, gli aghi di 1 rametto di rosmarino tritati e 2-3 rametti di timo.
Si mescola tutto (con le mani, che sono gli strumenti più adatti a questo scopo) e si inforna a 200 gradi per 1 ora circa.
Bisogna fare un po’ di attenzione perché cuocia restando morbido, eventualmente si copre con la stagnola. Se si ha l’impressione che si asciughi un po’ troppo, è bene spruzzarlo con del vino bianco.

Eccolo qua: questo è il mio pollo saporito, ma proprio saporito, saporito eh!

Il pollo fritto

Nonostante i miei numerosi viaggi negli Stati Uniti, non ho mai assaggiato il pollo fritto, quello che si mangia nei Fast food KFC (di cui gli eredi del Colonnello Sanders tengono gelosamente segreta la ricetta) che i nostri figli invece hanno sempre adorato.
Però da una signora molto carina di Fort Lauderdale con cui ho volato casualmente affiancata durante il nostro terzo viaggio in Florida, ho ereditato la ricetta del suo pollo fritto preparato in casa, cosa di cui era molto orgogliosa perché per gli Americani è piuttosto insolito cucinare prodotti freschi!
Era un’Americana di seconda generazione, come dicono loro, di ritorno dalla sua prima visita in Italia e abbiamo chiacchierato a lungo durante il volo di circa 5000 miglia da Milano a Miami, curiose entrambe di conoscere piatti e abitudini alimentari delle due sponde dell’Atlantico.
Questo è il suo Pan Fried Chicken, di cui andava così fiera, e dopo averlo sperimentato posso confermare che aveva ragione.

20140306-171320.jpgCi si fa tagliare in 8 pezzi 1 bel pollo e si tengono in infusione per 24 ore in circa 1/2 litro di latticello*, poi si scolano e si condiscono generosamente con sale, aglio tritato e peperoncino in polvere.
Si passano quindi nella farina di mais mista a semolino e si scuotono per eliminarne l’eccesso.
In una padella che contenga il pollo di misura, si scalda 1/2 bicchiere d’olio (di arachidi o di mais secondo Ms.Petrella, ma anche di oliva secondo me) e si accomodano al suo interno i pezzi ben ravvicinati.
Dopo una decina di minuti dovrebbero essere dorati dalla parte a contatto con il fondo della padella e allora si girano proseguendo la cottura dall’altro lato per altri sei-sette minuti.
Si tolgono dalla padella e si fanno sgocciolare su una griglia (non sulla carta da cucina), così restano più croccanti.
*Il latticello in Italia non si trova in commercio. Comunque può essere sostituito da 200 ml di latte miscelati con 200 ml di yogurt bianco intero, un pizzico di sale e un cucchiaio o due di succo di limone.

Se vi piace il pollo fritto, questa è una ricetta da provare perché la carne è tenerissima e molto saporita e la crosticina, al contrario, bella croccante.
Come suggeriva la signora Petrella, che mi manda ancora gli auguri a Natale, va assolutamente servito con l’insalata di patate.
Non la sapete fare? Domani vi dico io come prepararla!

Quegli strani involtini di pollo

20130915-133426.jpg

Se non li avessi assaggiati a luglio in Sardegna, nemmeno a me sarebbe venuto in mente di farcire coi gamberi del petto di pollo, eppure sono un piatto veramente delizioso, se si supera l’iniziale diffidenza verso l’abbinamento piuttosto azzardato.
D’altronde le ricette solite, quelle della mamma per capirci, le conoscete tutti, quindi dobbiamo darci una mossa e sperimentare l’insolito preparando piatti inconsueti e curiosi. Vero? Allora proviamoci!

Bisogna ricavare da 1 petto di pollo 6 scaloppine regolari e senza sbavature, batterle leggermente e allinearle sul piano di lavoro.
Si frullano i ritagli ottenuti con 4 code di gambero sgusciate e tagliate a pezzetti, 1 albume, 1 cucchiaino di prezzemolo tritato, sale e pepe.
Si spalma questo composto sulle fettine di pollo e si arrotolano con al centro altre due code di gambero sgusciate e naturalmente private del filo intestinale.
Si avvolge ogni involtino in più giri di pellicola, quella senza PVC, chiudendoli a caramella.
Si tuffano in acqua in ebollizione e si fanno cuocere 10 minuti circa. Poi si lasciano leggermente intiepidire nel loro liquido di cottura.
Intanto si prepara la salsa di accompagnamento frullando insieme 2 cucchiaiate di mandorle pelate, 1 bustina di zafferano, il succo di 1/2 arancia, le foglioline di 2 rametti di maggiorana, 1 pizzico di sale e tanto olio a filo quanto ne occorre per renderla fluida.
Si liberano gli involtini dalla pellicola, si affettano e si servono con la salsa e delle patate al vapore.

Questa è la ricetta originale, quella “sarda”, ma si possono fare molte variazioni sia sul fronte della salsa di accompagnamento, ovviamente, che in relazione al metodo di cottura.
Io lascerei comunque tutto come sta perché è proprio un piatto saporito ed equilibrato.

A proposito di insalata di pollo

Vi ho già parlato dell’insalata di pollo che piaceva ai nostri figli, oggi vi suggerisco una variante molto più saporita, sempre come piatto unico sfizioso e appagante.

20130714-133917.jpg

Ci vuole il solito petto di pollo bollito, ma potete anche cuocerlo a fettine sulla griglia e poi tagliarlo a listarelle, anzi così è anche più gustoso.
Si mette il petto di pollo cotto quindi come ci pare in una ciotola con dell’insalata croccante (tipo la riccia, la iceberg o il cuore della romana) spezzettata e qualche pomodoro a fette e si condisce con la salsa “blue cheese dressing”.
Niente panico, eccola qua: si mescolano insieme con decisione e polso fermo 50 gr di formaggio Roquefort o Edelpiltz (ma anche di gorgonzola piccante) sbriciolato, 2-3 cucchiai di maionese , 1/2 vasetto di yogurt bianco, 1/2 cucchiaino di senape in polvere (quella che vi serve anche per fare la mostarda di pere che cito nel mio libro), una puntina di aglio ridotto a crema e un pizzico di sale,
Si versa tutto sull’insalata di pollo e si mangia bella fresca.

Involtini al bacon

Ho trovato nel blog Parole di cioccolato un’eccellente ricetta di involtini di tacchino avvolti nella pancetta che mi ha ricordato che, in una versione leggermente diversa, li facevo anch’io.
Era un po’ che non ci pensavo. Succede anche a voi? Ci sono dei periodi in cui ripeto la stessa ricetta anche settimanalmente, poi l’abbandono e finisce che non ci penso più per mesi se non per anni. I saltimbocca alla Romana per esempio, sarà dall’ottobre dell’anno scorso che non li metto in tavola. Sarà meglio che li rifaccia anche se no mi scordo come si fanno!
La stessa cosa quasi succedeva con questi involtini.
Meno male che mi sono tornati in mente, così anche stasera la cena è assicurata!

Involtini pancettaPer ottenere questo risultato, occorre tagliare un petto di pollo a bocconcini di 3-4 cm. che si insaporiscono con poco sale, un’idea di peperoncino in polvere e abbondante pepe.
Si avvolgono in una foglia di salvia e poi in fettine di bacon. Se ne infilzano quattro per ogni spiedino di legno e si cuociono sulla griglia, o sulla bistecchiera, oppure su una piastra antiaderente, rigirandoli due o tre volte.

Contenti? Non vi faccio accendere il forno e con questo tipo di cottura il grasso in eccesso cola dalla pancetta e non si deposita… sui fianchi!

Ma cos’è l’insalata?

Quando ero piccola io, per “insalata” si intendeva un contorno di lattuga. Toh, al massimo lattuga, pomodoro e rucola. Tutto qua. In Italia non c’era l’abitudine infatti di nutrirsi a pranzo con una sostanziosa combinazione di ortaggi e (volendo) molto altro.
Anche da giovane non è che abbia avuto tutto questo rapporto privilegiato con le insalate intese come pasto completo. Però, avevo una conoscente francese che quando ormai ero sulla trentina mi ha fatto assaggiare la mia prima “nizzarda”.
E mi è piaciuta così tanto che in Francia la ordino spessissimo e la preparo anche a casa, come piatto unico, naturalmente, proprio come fanno in Costa Azzurra!

Da questa prima esperienza ho imparato a destreggiarmi con molta disinvoltura tra ingredienti diversi e a modificare addirittura le versioni originali.
Devo dire però che sono stati i viaggi in America ad aprirmi il maggior numero di orizzonti prima inesplorati. Una delle insalate più gettonate dai miei figli quando erano ragazzini era quella di pollo.

Insalata di pollo

È una ricetta che non presenta assolutamente nessuna difficoltà. Vi do la mia versione, semplice, saporita e perfino relativamente ipocalorica, da provare adesso che con la stagione calda (appena arriva!) si ha voglia di cibi freschi e la prova costume è in agguato.

Si taglia a listarelle un petto di pollo bollito, si affetta un gambo di sedano, si riduce a striscioline qualche foglia di lattuga, si mescola tutto in una ciotola e si condisce con sale, pepe, lamelle di mandorle (segreto dello chef!) e una salsa composta di maionese, senape, olio e succo di limone.

Come consiglio nel mio libro, il brodo che ricavate dalla cottura del petto di pollo, surgelatelo dopo averlo filtrato, che non si sa mai quando potrà tornare utile.

Pollo teriyaki

Mia nuora è una persona alla quale riescono bene molte cose, non ve le elenco tutte, ma chi la conosce le sa e chi non la conosce si perde qualcosa. Ve ne cito due come esempi: è molto brava a fare i figli e cucina benissimo. Nostro nipote infatti è bellissimo e nel suo ricettario ci sono molti piatti di gran classe.

E questa seconda cosa è quello che ci interessa oggi ai fini del blog, anche se starei a parlare per ore degli occhi azzurri di mio nipote, delle sue risate contagiose, del suo sorriso così simile a quello del suo papà, che mi riempie d’amore e di struggente nostalgia.
Comunque, una cosa che le invidio è la capacità (e la possibilità) di cucinare di tanto in tanto all’orientale, opportunità che a me manca in quanto, per compiacere mio marito che non ama la cucina etnica, mi attengo in genere a preparazioni quasi tradizionali, comunque raramente esotiche, se non in occasioni particolari, per ospiti di più larghe vedute.

Proprio qualche sera fa mio figlio mi diceva al telefono di aver mangiato a cena pollo Teriaki, di cui mi sono fatta subito dare la ricetta, nella vita non si sa mai…
Intanto la condivido con chi tra di voi ha la passione per l’Oriente e le sue tradizioni e anche con chi, essendo semplicemente un buongustaio, apprezza i sapori diversi, ma interessanti e, a mio avviso, in questo caso molto equilibrati.

Pollo Teriyaki - Photo by Powerplantop

🎎

Per due persone a Tokio e anche in provincia di Treviso si prepara una marinata con:
4 cucchiai di Sakè
4 cucchiai di Salsa di soia
4 cucchiai di Mirin
2 cucchiai di zucchero di canna
1 cucchiaio di zenzero fresco grattugiato
1 spicchio d’aglio grattugiato
1 cucchiaino di pasta d’acciughe (o se lo trovate, pesce secco)
1 cucchiaino di Salsa di curry verde
Semi di sesamo q.b.

Si mescolano questi ingredienti, si tiene da parte circa metà di questa salsa e nel resto si fa marinare mezzo pollo disossato, privato della pelle e tagliato a pezzettini, per almeno un’ora.
Intanto si fa stufare in poco olio di semi di girasole a fuoco dolcissimo una cipolla bianca affettata sottile e si tiene da parte.
Si sgocciola il pollo dalla marinata e si fa saltare in una pentola antiaderente con poco olio finché la carne non cambia colore, si spruzza con dell’altro Sakè e si prosegue la cottura per qualche minuto col coperchio.
Si unisce la salsa tenuta da parte e si porta a cottura a fiamma media rimestando ogni tanto, si aggiunge la cipolla tenuta da parte e sgocciolata e si fa addensare il sugo.
Se necessario si può aggiungere un cucchiaino di maizena.
Si completa con una spolveratina di semi di sesamo e si serve con riso bollito e non condito.

Non so come si dice Buon appetito in giapponese, perciò: 🇯🇵 Domo arigato e Sayonara.