Insalata Cobb “alla marinara”

Ve la ricordate l’insalata Cobb, con la sua storia di dove è stata creata, compresi gli accenni a Hollywood, Marilyn Monroe e Clark Gable? No?! Be’ allora la trovate qui https://silvarigobello.com/2014/07/25/insalata-cobb/.
È un piatto unico principalmente estivo, ricco e saporito che mi piace così tanto che ne ho fatto anche una versione “alla marinara” perfetta per un pranzo informale ma chic, oppure una di quelle cenette sul terrazzo che, dato che qui la cucina è al piano di sotto, richiedono piatti freddi e preparati in anticipo.

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Anche questa è facile come l’originale e l’utilizzo del pesce e della mela ne fa un piatto goloso e curioso.
Per primi vanno preparati gli ingredienti che richiedono la cottura.
Si rassodano le uova per 8 minuti, si fanno raffreddare e si sgusciano.
Si cuociono a vapore le code di gambero, si liberano con delicatezza del guscio lasciando le codine per decorazione.
Si rende croccante il bacon a microonde o se preferite in padella antiaderente oppure sulla piastra. Come al solito.
Adesso si possono foderare i piatti individuali con qualche foglia di lattuga e sopra, proprio come nella Cobb originale, si fanno delle strisce ordinate coi diversi ingredienti, che si acquistano al Supermercato o nelle pescherie ben fornite: fettine di carpaccio di tonno affumicato, cetrioli affettati, gamberi, uova tagliate a spicchi, bacon, fettine sottili di mela, polpa di granchio (in scatola) sgocciolata.
Si condisce individualmente con una semplice citronette oppure con qualche cucchiaiata di salsa Thousand Island.

Questo è un suggerimento, naturalmente ognuno può variare la composizione del suo piatto come preferisce.
La versione che ho proposto comunque è equilibrata e molto interessante come abbinamento di sapori e consistenze: tenete conto che è stata più volte testata!
In America quando non ordino la Caesar Salad, il mio condimento preferito per l’insalata mista è proprio la Thousand Island. La vendono anche al Supermercato, ma domani magari vi do la mia ricetta.

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Reuben: ricordo di un viaggio a New York

Ogni tanto mi piace raccontarvi qualcosa su come ci siamo nutriti le molte volte in cui siamo andati negli Stati Uniti. Prendiamo New York, per esempio.
Quando si visita Manhattan, il modo più semplice per pranzare è comprarsi un panino in un Deli (contrazione di Delikatessen), in pratica una paninoteca, spesso a conduzione familiare che costituisce un’eccellente alternativa a McDonald’s e Burger King, al confronto decisamente più unti e calorici.
In un Deli si possono sia personalizzare le proprie richieste che affidarsi ai suggerimenti del locale.
All’inizio anche noi ci siamo fatti guidare dalle proposte standard del menù, ma poi abbiamo imparato a spaziare liberi e felici fra maionese e fantasia e ormai non ci ferma più nessuno.
Una delle tante esperienze culinarie fatte dunque in un Deli, è stata assaggiare un sandwich stravagante, diverso dai soliti Club, BLT, chicken, egg o tuna: il Reuben.

20140426-191856.jpgVi do la ricetta, non si sa mai. Magari qualcun altro, come me, ha ogni tanto la voglia di rivivere i ricordi di viaggio!

Si fanno tostare 2 fette di pane di segale o integrale, si spalmano con 1 cucchiaio di burro morbido e si farciscono con 2 fette di formaggio gruviera, 80-100 gr di pastrami* e 1 forchettata di crauti.
Si passa sotto il grill per un paio di minuti e si completa, una volta tostato, con la salsa Thousand Island o con la più piccante Russian dressing.
Di quest’ultima vi darei la ricetta che è semplice, intensa e pungente:
si mescolano insieme 1 tazza di maionese, 4 cucchiai di ketchup, 1 spruzzata di Tabasco, 1 cucchiaio di salsa di rafano (cren) e un cucchiaio di cipolla tritata.
Il Reuben si mangia preferibilmente su una panchina di Central park… senza addentrarsi troppo nei vialetti.

*Naturalmente, il pastrami, succulenta carne di manzo speziata e affumicata proveniente dall’Est Europa, è quasi introvabile da noi se non in alcune macellerie kosher nei quartieri ebraici delle grandi città, ma questi insoliti panini si possono preparare anche con fette sottili di “carne salada” Trentina e ottenere quasi lo stesso risultato.