Il Grand Canyon, Beep Beep e i Chili Hot Dog

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Come racconto nel Cap.7 di U.S.A. e Jet, Parchi e Parcheggi, il Grand Canyon è uno spettacolo stupefacente, che noi purtroppo abbiamo goduto solo marginalmente dalla terrazza panoramica con vista sul fiume Colorado del Lodge dove abbiamo pranzato, dopo un volo un po’ avventuroso di circa un’ora da Las Vegas a bordo di un aereo che ricordava lo Spirit of Saint Louis di Charles Lindberg!
Quelli che invece, arrivati indenni all’aeroporto del South Rim, hanno usufruito dell’intero pacchetto, durante il tour in navetta, la breve passeggiata a piedi o il percorso a dorso di mulo, hanno avuto la possibilità di incontrare puzzole, marmotte, scoiattoli, aquile reali, falchi e alcuni anche Wile Coyote e Beep Beep, ossia l’uccello Road Runner che esiste veramente, anche se è lievemente diverso da quello creato da Chuck Jones per la Warner Bros.
Lo riconoscete, no?!

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E questo è invece il vero uccello Road Runner, che di Beep Beep ha il ciuffo e l’inconfondibile camminata veloce.

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Per saperne di più sulla nostra escursione al Grand Canyon però dovrete leggervi U.S.A. e Jet…
Quello che state per scoprire oggi invece è che chi se l’è sentita di pranzare al ristorante del piccolo aeroporto, ha ordinato Chili Hot Dog, sentendosi molto country, o western, o comunque come la gente di frontiera e i pionieri che attraversavano l’America sui carri coperti.

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Fino ad allora gli hot dog io li avevo sempre chiamati würstel e mangiati scaldati nell’acqua o sulla bistecchiera semplicemente con la senape. Inoltre non avevo mai assaggiato il chili e l’abbinamento mi ha fatto andare fuori di testa!
Quando preparo il chili con carne, cerco sempre di avanzarne un po’ per rifare questi stravaganti hot dog, che almeno una volta nella vita vanno assaggiati.
La ricetta del vero Chili con carne è quella che ho postato il 17 febbraio 2014 (https://silvarigobello.com/2014/02/17/chili-con-carne/), ma per una preparazione meno complessa va bene anche quella del 19 marzo scorso (https://silvarigobello.com/2015/03/19/un-angolo-di-Messico-a-Los-Angeles-e-nel-piatto/).
Si fanno scaldare gli hot dog senza che l’acqua arrivi mai a ebollizione, si sgocciolano e si asciugano con la carta da cucina.
Si tagliano dei panini adatti e si farciscono con gli hot dog. Si aggiunge una cucchiaiata di chili su ognuno, si completano con del formaggio Cheddar a filetti e poca cipolla tritata.
Si passano sotto il grill e si mangiano subito.

Dopo che li avrete assaggiati, il concetto di hot dog nemmeno per voi sarà più lo stesso!

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Da U.S.A. e jet – Capitolo IV: I have a dream

Spero che concorderete con me sui molteplici aspetti dell’organizzazione di un viaggio negli States.
Se l’idea vi stuzzica, leggete il breve brano che segue tratto dal capitolo IV di U.S.A. e Jet e per entrare nello spirito giusto, cominciate col farvi oggi a pranzo un hot dog, magari “wrapped”, cioè avvolto nel bacon e passato sulla griglia… è una vera esperienza americana!
Non c’è bisogno della ricetta, vero?!

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“Andare in America la prima volta ci è costato una fortuna.
Credo che il 1985 sia stato l’anno peggiore per il cambio lira/dollaro, ma doveva essere allora, per una serie di motivi personali che non starò a raccontarvi. Avevo creato un itinerario su misura per la nostra famiglia e gli amici che ci accompagnavano e il viaggio ci avrebbe permesso di godere una prima esauriente panoramica degli Stati Uniti.
Ero sicura che ci sarebbero state in seguito moltissime altre opportunità di approfondire la conoscenza delle zone più interessanti e delle città che ci avrebbero maggiormente colpito. Oh yeah!
Abbiamo scorrazzato in California liberi on the road da Los Angeles a San Diego, al Parco delle Sequoia, a Monterey fino a San Francisco a bordo di una favolosa Buick Station Wagon, sette posti, portiere rifinite in legno e un bagagliaio sterminato, costeggiando il Deserto Mojave per arrivare a Las Vegas.

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Poi siamo volati a New York, per concludere nella Grande Mela la nostra avventura Americana. Non male per essere la prima volta, vero? E senza rete!
Chi ha visto solo Manhattan, non può andare in giro a raccontare di essere stato in America. Sarebbe come dire di conoscere l’Africa per aver fatto una settimana di vacanza in un Villaggio a Djerba.
Almeno una volta bisogna come minimo aver percorso la Santa Ana Freeway a 6 corsie per ogni senso di marcia accanto a camion enormi, aver comprato biscotti Chocolate Chips e succo d’arancia Minute Maid per la colazione dell’indomani in un 7-Eleven aperto anche dopo cena o magari in un Wal-Mart e aver camminato per qualche chilometro fra gli scaffali, aver dormito nei Motel con l’auto parcheggiata davanti alla porta della camera, visitato il Farmers Market di Fairfax, mangiato quella che lì chiamano impropriamente pizza, imboccato una Escape Lane nella Florida Atlantica, gironzolato per le spettacolari Club House dei campi da golf pubblici, assistito a una parata del 4 Luglio in una piccola città dove tutti sono allegri e cordiali e ti rivolgono la parola spontaneamente, come se ti conoscessero da tempo.
Queste esperienze ti danno già una vaga idea di cosa significa America e rinnegano la diffusa convinzione che al di fuori di New York, San Francisco e le Cascate del Niagara ci sia poco da vedere.”

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Corn dogs

20141022-005546.jpgUno dei Parchi Nazionali che abbiamo visitato negli Stati Uniti è stato il Parco delle Sequoia: un’immensa foresta che si estende sulle pendici della Sierra Nevada.
Ad essere fortunati, all’interno del Parco ci si imbatte in caprioli, orsetti lavatori e volpi. Raramente in linci e puma, sempre se si è fortunati… altrimenti è meglio mettersi a correre!
Ho avuto lì il mio primo incontro con un ranger, altissimo e allampanato come gli alberi che sorvegliava, con in testa tanto di regolamentare “cappello da Sergente” esattamente come quello del Ranger Smith di Yoghi e Bubu o del Ranger Woodlore, quello dell’Orso Onofrio.
Il nostro ci ha indicato come arrivare al General Sherman Tree, un albero alto più di 80 metri, che vanta la venerabile e incredibile età di 2600 anni e ci ha dato anche un utile e goloso suggerimento per il pranzo.
Abbiamo mangiato per la prima volta corn dogs e chili dogs in una vera capanna di tronchi con vista sui boschi e i picchi montuosi.
I Corn dogs sono un peccato di gola, un attentato alla dieta, una bizzarria alimentare insomma alla quale noi Italiani non siamo abituati, ma una volta nella vita secondo me si devono provare, entro certi limiti, anche le eccentricità culinarie.

20141022-010238.jpgQuesti sono ingredienti e dosi per preparare 8 corn dogs:
1 tazza di farina 00
1/2 tazza di farina di mais “fioretto”
1 cucchiaio di zucchero
1 bustina di lievito in polvere per torte salate
1/2 cucchiaino di sale
2 cucchiai di olio di oliva
1 uovo
1/2 tazza di latte
8 würstel tipo Frankfurter
8 lunghi spiedini di legno
olio per friggere
Si spennella con poco olio ogni würstel e si infila in uno spiedino di legno nel senso della lunghezza. Si passa nella farina e si fa aderire bene.
Si miscelano le farine con lo zucchero, il lievito in polvere per torte salate e il sale, si aggiunge l’olio d’oliva e si mescola: risulterà un composto granuloso che andrà diluito con l’uovo leggermente sbattuto e il latte.
Si mescola ancora delicatamente controllando che la pastella non sia troppo liquida.
Si immergono i würstel uno alla volta, facendola aderire bene alla superficie infarinata.
Si fa scaldare l’olio e si friggono finché non sono belli dorati.
Si servono con le classiche salse da hot dog: senape, maionese, ketchup e si completano con insalata di cavoli, crocchette di patate, pannocchie bollite e panini al latte.

Believe it or not, sono deliziosi… ma non chiedetemi se si digeriscono facilmente!
Se volete assaggiarli, senza arrivare fino al Parco delle Sequoia, li potete mangiare anche a Disneyworld nel settore Frontierland, oppure passare da me.
Come vi è più comodo.