Spaghetti with meatballs (Joe Bastianich sarebbe orgoglioso di me)

20140702-185053.jpgGli “Spagetti with meatballs” sono un piatto della cultura Italo-Americana, un probabile adattamento degli immigrati Italiani negli Stati Uniti di uno dei loro piatti tradizionali.
La pasta è una nostra imprescindibile prerogativa culinaria, si sa.
Le polpette… le polpette sono un classico anche della cucina Americana.
Questo piatto è dunque la versione Statunitense della pasta col ragù. O no?
Non c’è nessuna necessità di cucinarlo, ovviamente, ma se una volta vi voleste divertire e far mangiare i bambini con allegria, ecco come preparo io le polpettine e il sugo per gli Spaghetti with meatballs.

Per prima cosa faccio il sugo con 750 gr di passata di pomodoro, 1 piccola cipolla tritata, 1 decina di foglie di basilico, 1/2 cucchiaino di sale grosso e 1 cucchiaino di zucchero.
Lascio addensare la salsa facendola cuocere per circa 20 minuti.
Nel frattempo riunisco in una ciotola 250 gr di macinato di manzo, 100 gr di salsiccia spellata e sbriciolata, 50 gr di parmigiano, la mollica di 1 panino raffermo grattugiata, 1 uovo, 1 cucchiaio di prezzemolo tritato, sale, pepe e una grattata di noce moscata.
Mescolo tutto e con le mani umide formo tante polpettine piccole piccole che infarino e friggo in olio d’oliva, poi le raccolgo con la schiumarola e le faccio asciugare sulla carta da cucina.
Quando sono tutte fritte le verso nel sugo e faccio cuocere ancora 10 minuti.
Lesso al dente gli spaghetti, li scolo e li condisco con abbondante sugo e qualche cucchiaiata di polpettine.

Naturalmente si può completare il piatto col nostro immancabile parmigiano grattugiato, ma non sono sicura lo facciano anche in America. Se mai mia figlia oltre a Cracco e Barbieri dovesse incontrare in un aeroporto internazionale anche Bastianich, le dico di chiederglielo, eh?!

Non è una vera pizza, però…

Dato che ad impastare non valgo un granché, faccio quello che posso perché nessuno se ne accorga.
Il fatto che raramente vi proponga una ricetta a base di pasta, lievitata o meno, significa quindi che non impasto quasi mai, ma se non lo dicessi continuamente, nessuno magari ci farebbe caso. Per me però sarebbe come mentire sull’età!
In realtà faccio piuttosto bene un sacco di altre cose, quindi soffermiamoci su quelle.
Una delle mie specialità è senza dubbio il “fumo negli occhi”, che potrebbe essere uno dei punti chiave delle mie lezioni (se mai aprirò una scuola di cucina), relative a piatti a volte legati ai ricordi e altre alla fantasia individuale.
Ieri sera mi è venuta una voglia indescrivibile di pizza, quindi ho fatto una cosa come questa.

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Ho aperto una baguette, ho spalmato l’interno di entrambe le metà con qualche cucchiaiata di passata di pomodoro, ho appoggiato sopra qualche fettina di prosciutto, ho aggiunto diversi pezzetti di formaggio Taleggio e ho completato con qualche oliva nera spezzettata e una cucchiaiata di pinoli leggermente tostati.
Ho infilato le baguette in forno a 200 gradi per 5 minuti e poi, come avrebbe detto Julia Child: Bon appétit!

Polpettine (con la scorciatoia)

So già che fra poco comincerò a mettervi ansia ricordandovi quanto poco manca al 20 aprile…
L’ho fatto anche a Natale! Anzi allora mi pare di aver cominciato a gridare metaforicamente “Al lupo! Al lupo!” fin da ottobre. Ve lo ricordate?
Oggi dunque vi metto a parte di un segreto: sto riordinando le idee per il menù di Pasqua…
Quasi sicuramente il primo piatto sarà una pasta al forno, per i consueti motivi di praticità di cui abbiamo più volte parlato.
Mi piacerebbe preparare qualcosa di particolare, oltre che buono, diverso dal solito insomma.
Sto occhieggiando gli ziti, una pasta per me piuttosto inconsueta, con cui foderare uno stampo da charlotte, ma sto pensando anche ad un timballo di pasta fresca o di riso. Ancora non so dove cadrà la scelta.
Quello che so comunque è che con tutta probabilità il ripieno sarà in parte costituito, oltre che da chissà quali altri ingredienti, dalle polpettine di carne.
Ora, confezionare e friggere un sacco di piccole polpette per poi ripassarle nel sugo è un lavoraccio, diciamocelo.
Quindi vi offro un’alternativa, che essendo come sempre uno dei segreti dello chef, vi prego di tenere per voi, senza divulgarlo…

20140324-194237.jpgCapito? Le polpetttine vanno cotte al forno negli stampi da muffin, quelli piccoli.

Si prepara un impasto con 400 gr di macinato misto di manzo e suino, 100 gr di grana grattugiato, 50 gr di pane raffermo grattugiato, 1 uovo, 1 cucchiaio di prezzemolo tritato, sale, pepe, 1 pizzico di noce moscata.
Si impasta tutto insieme e con le mani inumidite si formano delle palline che vanno inserite negli spazi di uno stampo multiplo per piccoli muffin o in uno di quelli di silicone per i cioccolatini. Con queste dosi ne verranno almeno una trentina.
Si infornano a 180 gradi per circa 20 minuti.
In questo modo ci si risparmia lo stress da frittura e si ottengono comunque delle polpettine eccezionali.
A questo punto si possono ripassare, una volta raffreddate e quindi belle compatte, in una salsa di pomodoro preparata con 500 ml di passata di pomodoro, 1/2 cipolla tritata, alcune foglie di basilico, una presa di sale e una puntina di zucchero, fatta restringere per una ventina di minuti, mescolando di tanto in tanto con un cucchiaio di legno, senza alcun condimento.

Ci siamo: una parte del ripieno del timballo pasquale è bella e pronta, non importa se verrà utilizzata con la pasta o col riso. Sapere che è stato comunque fatto un primo passo verso la realizzazione del primo piatto è già una bella consolazione, no?
Se al pranzo di Pasqua invece proprio non ci pensate, con la preparazione che vi ho suggerito conditeci due spaghetti, come farebbe Joe Bastianich o servite le polpettine al pomodoro come secondo piatto insieme alle patate lesse ripassate in padella, come queste qua.

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Chili con carne

Nel 2000 abbiamo fatto l’ultimo viaggio tutti insieme noi quattro, come quando i figli erano piccoli. Ci siamo fermati prima in Florida e poi siamo andati in Messico, nello Yucatàn.
Da allora si è creata in tre membri della nostra famiglia una seria dipendenza dal Chili con carne, che di tanto in tanto preparo, ma non spesso come vorrei.
Eppure non è un piatto di difficile esecuzione, non è particolarmente costoso, la sua preparazione non porta via neanche troppo tempo e non richiede nemmeno un’abilità particolare.
Meriterebbe di essere cucinato più spesso quindi, accompagnato ovviamente da una pila di tortillas e in più da una serie di ciotole di saporite “guarniciones” che danno colore e fanno allegria in tavola.
Intanto prepariamo un eccellente Chili con carne, caldo, piccante e pieno di profumi speziati e poi pensiamo ai contorni.

20140217-111729.jpgIn una casseruola dal fondo spesso faccio appassire 4 cipolle bianche tritate con 4 cucchiai di olio, poi unisco 2 spicchi d’aglio grattugiati, 2 peperoni rossi privati dei semi e dei filamenti e tagliati a cubetti e 2 peperoncini piccanti freschi affettati sottili.
Rimescolo e cuocio per qualche minuto, aggiungo 1/2 tazza di passata di pomodoro, 3 barattoli di pelati tagliati a pezzi e il loro sugo, 1/2 tazza di ketchup, 1 chilo e 200 grammi di carne macinata di manzo, 2 barattoli di fagioli rossi scolati e sciacquati, 1 busta di spezie per Chili, 1 cucchiaino di cannella, 1 cucchiaino di peperoncino secco, 1 cucchiaio di cacao amaro e 1 tazza d’acqua.
Mescolo e aggiusto di sale e pepe.
Lascio cuocere circa un’ora e mezza col coperchio, tramenando di tanto in tanto.
Il Chili con carne è pronto quando ha assunto l’aspetto del ragù della nonna.

Io lo accompagno con pico de gallo, guacamole, formaggio Edamer (o Provolone) a striscioline, riso al pomodoro, panna acida, passata di fagioli e lattuga a listarelle.
Le buste di Mix per Chili quando posso me le compro negli Stati Uniti, ma si trovano anche qui, nei Supermercati più importanti.
L’aggiunta del cacao sarebbe stato un segreto dello chef, ma mi pareva brutto non condividerlo. Potrebbe sembrare una scelta bizzarra, ma pensateci: la ricetta è Messicana e i Maya non sono stati i primi al mondo ad utilizzare il cacao, perfino come moneta? Quindi assecondiamo questa tradizione!
A questo punto mi pare proprio di avervi detto tutto.
E allora: fiesta!