In agosto vi avevo proposto una terrina fredda di pollo specialità di mia nonna (https://silvarigobello.com/2015/08/17/il-pasticcio-di-pollo-freddo-di-mia-nonna/) accennando che ne faceva anche una calda, entrambe per recuperare, a seconda della stagione, il surplus di pollo lesso che invadeva la sua cucina.
Questa è dunque la ricetta della terrina che si serve tiepida, o a temperatura ambiente, ma prima va cotta.
Anche questa lei la chiamava “pasticcio di pollo” e per differenziarlo dall’altro aggiungeva semplicemente: “caldo”.
Si fa la pasta con 250 gr di farina, 1 uovo, 1 cucchiaio di olio, 1 pizzico di sale e tanta acqua tiepida quanta ne serve per ottenere un composto morbido che non si appiccichi alle dita.
Si lavora a lungo e quando la pasta è omogenea ed elastica si tira sottile sottile con il mattarello e si fodera uno stampo da plumcake ben imburrato ritagliando un triangolo ad ogni angolo perché la pasta non si sovrapponga, ma sia ben sigillata.
Si lascia debordare in modo da poter poi coprire completamente la farcia.
Se vi sembra troppo complicata, vi consento la scorciatoia della pasta sfoglia pronta, ma questa è più compatte e friabile.
Mia nonna passava tutto al passaverdure, ma fortunatamente ormai si può contare sugli apparecchi elettrici e per il ripieno si frullano a lungo 500 gr di pollo lesso disossato, 200 gr di mortadella di Bologna a fettine, 200 gr di formaggio Asiago a cubetti, 1 panino raffermo bagnato in una tazza di brodo tiepido e strizzato e 1 uovo intero.
Si versa il composto in una ciotola, si aggiungono 50 gr di pistacchi salati, quelli da aperitivo insomma, 70 gr di parmigiano grattugiato, 150 gr di prosciutto cotto a cubetti e si insaporisce con abbondante noce moscata. Eventualmente si aggiusta di sale.
Si amalgamano tutti gli ingredienti e si versa il ripieno nello stampo, si compatta, si copre completamente con la pasta e si inforna a 200 gradi per 20-25 minuti, il tempo sufficiente perché la pasta diventi dorata.
Quando si sforna si aspettano almeno altri 20 minuti prima di sformare il “pasticcio” così diminuisce il rischio di rompere la pasta.
Mia nonna lo capovolgeva su un piattone ovale di terracotta smaltata adatto al calore del forno, spennellava tutta la pasta di burro fuso e latte e lo infornava nuovamente per altri 10 minuti, così risultava dorato su tutti i lati.
Lo presentava in tavola appena tiepido e lo affettava direttamente sul piatto da forno.
Secondo me questa è una ricetta per le grandi occasioni, non un semplice recupero.
Io ho apportato un’unica modifica, se si esclude l’uso del frullatore e del forno elettrico, ma ve la dico perché è giusto raccontare questa ricetta di famiglia esattamente come ce la offriva la nonna nella sala da pranzo accanto alla cucina, affacciata sul cortile con il fico: anziché i pistacchi lei usava le noci.
Per il resto la ricetta è tale e quale, ma i pistacchi sono più scenografici.
Scusa nonna.
Bellissimo questo pasticcio, lo fare anche per un bel pranzo di festa in famiglia… cara Silva, mi hai fatto venire in mente il Natale! 🙂 Eventualmente, con cosa posso sostituire la mortadella? Anche se immagino che sia abbastanza importante come ingrediente…
Puoi sostituirla con il prosciutto cotto per un risultato più delicato, oppure con la salsiccia o il salame per un gusto più “rustico”. Anche il formaggio Asiago si può sostituire con il provolone dolce, la fontina o l’emmental. Il sapore sarà sempre fantastico.
Sai che al Natale ci sto già pensando da un po’?!
non ho mai fatto un pasticcio di carne… questo inverno devo provare! i pistacchi…. quanto mi piacciono nei ripieni!
Quello che mia nonna chiamava “pasticcio” è una terrina di carne: una meraviglia molto più raffinata del più rustico polpettone. Devi proprio provarla sai Manu.
Adoro questa ricetta,porta con sé un gusto di cose buone di casa,grazie Silva!
Le ricette di mia nonna, anche se a volte leggermente rimaneggiate, hanno sempre un buon sapore di famiglia e di affetto. Grazie Ines.
Decisamente un piatto “borghese”, come direbbero gli autori dei miei vecchi libri. Mi ha ricordato un parente famoso, ma è una storia che prima o poi sciverò! 🙂
Se per “borghese” si intende un piatto non proprio per tutti i giorni, ma abbastanza sofisticato da poter essere servito per una ricorrenza, per esempio, è vero. Molte delle ricette di mia nonna, che pure era la figlia di un mugnaio e quindi di origini molto modeste, sono preparazioni eleganti e raffinate che ho copiato da sempre.
Si, un piatto davvero raffinato, non certo un riciclo!
Mi piace un sacco, me la sono segnata, quei pistacchi ci stanno troppo bene, era dolce la tua nonna, baci tesoro, buona giornata, qua piove parecchio e Willy e’ andato in letargo, 😀 😀 😀
Sono riusciti a far arrivare la cucina della Lisa fino al IV piano prima che qua cominciasse a piovere!! Adesso è alle prese con idraulico ed elettricista ma per fortuna oggi pomeriggio è in ferie!
Buona la ricetta di mia nonna Virginia, vero?! Era una donnina davvero speciale, le devo molto.
Buon pomeriggio cara, statevene al coperto anche voi.
Sono qua nel lettone Silva, con Willy che dorme beato, che tempo, mannaggia, menomale che ci sei tu a dirigere i lavori, bravissima, con calma Lisa avra’ la sua bella casa pronta, baci tesoro, non stancatevi, ❤
Hai ragione, una ricetta per le grandi occasioni! Bellissimo e buonissimo. La mela non cade mai lontano dall’albero!
Grazie Stefan, che bel complimento!
Sì, un bel complimento per la nonna 🙂
☺
Decisamente un’ottimo piatto !!
Grazie Lory.
Oh boy, please cut me a slice. I haven’t had lunch and this could be my lunch right now. I hope you enjoyed every morsel. Thanks for sharing!
I thank you Liz. It’s really a special meal!
Qst pasticcio speciale mi sembra perfetto per natale!! Lo provo quanto prima e ti riaggiorno! Grazie a te e alla nonna 🙂
Mi fa davvero piacere Elena. Ormai comincio già a dare suggerimenti per le Feste anche se a volte pare ancora estate!