Ci sono piatti che sono così legati ai ricordi, alla nostra storia, alle abitudini familiari che non andrebbero mai modificati.
Da noi per esempio, da che mi è dato ricordare, finito il periodo strettamente invernale legato ai bolliti con la pearà e le altre salse, prima del vitello tonnato o del roast beef, la domenica si passava attraverso gli involtini.
La mia mamma li preparava la mattina prima di andare a Messa e li cuoceva al ritorno. Li serviva coi finocchi al burro e i piselli al prosciutto.
Naturalmente prima si poteva contare anche sul risotto o le tagliatelle col ragù o i funghi.
Gli involtini che faceva la mia mamma erano sottili paillard di fesa “francese” di vitello, coperte con una fetta di prosciutto cotto e una di fontina tagliata a velo. Questo prima dell’avvento delle Sottilette, che hanno rivoluzionato il mondo delle fettine di formaggio.
Arrotolava la carne attorno al ripieno, fermava ogni involtino con uno stuzzicadenti e li cuoceva in olio e burro, aggiungendo qualche foglia di salvia, sale e pepe bianco e sfumandoli con il vino bianco.
Durante la cottura il formaggio si fondeva, usciva dagli involtini e creava una densa e saporita salsa cremosa sul fondo del tegame.
Non occorre vi descriva la bontà di questa salsa che versata nei piatti a cucchiaiate inglobava anche le verdure.
Io continuo a prepararli nello stesso modo, ma oggi ho aggiunto alcuni fiori di rosmarino che erano irresistibili sul terrazzino della cucina. Anche i miei involtini sono sempre morbidissimi e succulenti.
Proprio mentre scrivevo la ricetta oggi, mi è venuto in mente che potrei provare a fare uno dei miei arrosti farcendolo semplicemente di fontina, salvia e prosciutto cotto.
Lasciatemici pensare che poi vi dico.
Paese che vai, braciola che trovi 🙂
Buona giornata Silva…
È vero! Al Sud gli involtini si chiamano braciole mentre da noi le braciole sono le costolette!
Buona giornata.
Giusto al sud gli involtini di chiamano braciole:-)
Ottime queste!
Sono più delicate, così senza sugo di pomodoro, ma molto saporite li stesso, sai Imma. Piacciono tanto anche al mio nipotino di 16 mesi!
Che buoni!! Anch’io ho un bellissimo ricordo di mia madre che faceva i suoi involtini con fettine sottilissime di cipolla, provola, mortadella li faceva rosolare e poi li immergeva in una salsa di pomodoro che faceva cuocere lentamente e così le nostre domeniche erano un trionfo di gusti sia per il primo che per il secondo piatto. Silva con le tue ricette mi riporti spesso piacevolmente indietro nel mio passato. Bacii Bea
Che bello Bea! Piace anche a me questo ponte che ho creato fra tradizione e innovazione. Le basi della mia cucina sono tutte frutto degli insegnamenti delle donne della mia famiglia, mentre poi “sul campo” ho sviluppato la mia creatività.
Gli involtini sono sempre un secondo piatto gradito a tutta la famiglia. Mi fa piacere che li accompagni con finocchi al burro e piselli al prosciutto; due contorni che amo particolarmente.
Credo siano un po’ un classico dalle nostre parti, vero? Con le patate sono quasi sempre presenti insieme ai secondi di carne d’inverno.
E i funghi trifolati allora?!
Buon pomeriggio Marina.
buon pomeriggio a te
I tuoi succulenti involtini sono resi più gustosi dal ricordo che li avvolge e li insaporisce ancor più del prosciutto😄
È così: ormai poi sono gioiosamente io la mamma/nonna che li fa e questo è molto bello per me!
Grazie cara.
Ciao cara Silva, anche a me piacciono molto gli involtini di carne, ho già pubblicato la ricetta sul blog. L’unica differenza è che al posto della fontina utilizzo fettine sottili di emmenthal.
Insomma gli involtini sono sempre buoni, comunque si decida di fare il ripieno! Vero? Per me sono un po’ come le polpette: ognuno con la sua ricette riesce a portare in tavola un piatto eccellente!
A casa mia si fanno per le grandi feste. Solo che sono al sugo e come ripieno hanno una fetta di mortadella leggermente più spessa del normale e un pezzetto di carota. Mia madre li cucina il giorno prima e poi con il sugo ci condiamo il primo.
Mchan
Un po’ come si fa con le “braciole” per il ragù napoletano, allora! Buoni!
beh, quella degli involtini vedo che è una ricetta universale!! Io li faccio spesso esattamente come li fai tu, aggiungendo 1 foglia di salvia all’interno dell’involtino e colorando con appena un po’ di passata o sugo di pomodoro la salsina che si forma sul fondo e, guarda caso, ora sono io che li preparo alla mia mamma: lei li adora!! 🙂
Adoro le storie di famiglia legate al cibo! Da noi il pomodoro si metteva solo nello spezzatino e nel ragù, se no quella della mia mamma era invece sostanzialmente una cucina “bianca”.
Ciao Lella, buona serata.
E’ proprio così. Alcuni piatti sono legati ai nostri ricordi e gli involtini mi portano indietro nel tempo. Sono proprio buoni con quel ripieno sempre invitante, quel formaggio sciogliendosi regala un gusto particolare alla carne, un ripieno di tenerezza.
Quei fiorellini di rosmarino donano un tocco primaverile e scenografico niente male.
Sempre brava 😉
ti abbraccio
Grazie, grazie, grazie. Il formaggio all’interno si scioglie completamente ed esce ad arricchire il sughetto, mentre all’interno resta la delicatezza del prosciutto. Sono squisiti: un caro sapore di casa che si rinnova.
Vero, che il delicato lilla dei fiori di rosmarino è proprio un coup de théatre?!
complimenti per la ricetta, c è un premio per te http://www.unfulmineincucina.com/2014/03/25/liebster-award/
Grazie infinite. Mi fa un immenso piacere. Con i ringraziamenti di ieri pensavo di aver finito di ricevere premi, invece ecco un’altra bella sorpresa!
Ottimi i tuoi involtini, anch’io li faccio spesso e metto la fontina …secondo me, molto più buona delle sottilette
A presto!
Non c’è confronto! Anch’io preferisco comunque formaggi leggermente filanti a quelli a pasta più soda perché il ripieno risulta più morbido.