Involtini al limone

Voi le fate le scaloppine al limone? Io le facevo spesso, soprattutto quando i ragazzi erano ancora a casa: piacevano soprattutto a mio figlio, mentre mia figlia gradiva di più quelle classiche al Marsala.
Da qualche anno però, dopo uno dei nostri viaggi (da cui torniamo sempre carichi di “Sfusato di Amalfi” e “Ovale di Sorrento”) in Costiera Amalfitana e nella Penisola Sorrentina, cucino piuttosto che le scaloppine, degli involtini al limone che sono la fine del mondo.
La prima volta, li ho assaggiati in un Ristorante molto noto di Sorrento, dove si pranza in una limonaia sotto un pergolato carico di zagare e di frutti giallo intenso. Li ho trovati irresistibili, merito anche dei prodigiosi limoni che crescono in quella terra benedetta e li ho fatti miei..

20140618-170712.jpgLa ricetta è semplicissima e come spesso accade è proprio la bontà dei pochi ingredienti richiesti e determinare la qualità del piatto.

Si stendono sul piano di lavoro 600 gr di scaloppine di vitello e si coprono con una fetta di prosciutto crudo non troppo sottile e una fettina di limone tagliata con un coltello affilatissimo.
Si arrotolano gli involtini, si fermano con il solito stecchino o con un giro di spago da cucina e si infarinano leggermente.
Si fanno rosolare in padella con olio e burro. Si sfumano con 1/2 bicchiere di vino bianco, si aggiunge il succo di 1 grosso limone profumato e si continua la cottura.
Quando sono belli dorati si servono con qualche fettina di limone e alcuni fiori del cappero che ne accentuano la leggera e gradevole acidità.

Vedrete: se amate le scaloppine al limone, apprezzerete sicuramente questi involtini così profumati.

Believe it or not

La ricetta di oggi è per persone molto avanti, giovani dentro, che amano pane, amore e fantasia piuttosto che pane, praticità e abitudine, persone fantasiose e fantastiche. Quelle, per intenderci, che anche se a volte hanno poco tempo, troveranno il modo di stupire e rallegrare chi dipende da loro per cibarsi.
Che ci crediate o meno… questa è una cotoletta alla Milanese con patate!

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È stata destruttarata e poi ricomposta in un mosaico. Per puro divertimento. Per mettersi alla prova. E per passione.

Se guardate bene vi accorgerete che si tratta effettivamente di:
5 cubi di vitello di circa 2,5 cm di lato passati nella farina, nell’uovo, nel pangrattato e poi fritti nel burro spumeggiante;
4 cubi della stessa dimensione ricavati da una patata lessata a metà, sbucciata e ripassata in padella per rosolarla alla perfezione;
3 cubi di pane nero (di segale, integrale o di cereali misti, fate voi ma devono avere una certa croccantezza) fatti saltare in padella con poco olio.
Si sala tutto dopo la cottura, prima di impiattare.

Questa naturalmente è una sola porzione, moltiplicate per il numero dei commensali, otterrete tanti piatti quanti ve ne servono e il gioco è fatto.
Una volta imparato il trucco potrete sbizzarrirvi con mille altri abbinamenti (proponendoli sempre a mosaico perché il divertimento è tutto lì), tipo polenta abbrustolita, gorgonzola e soppressa (che impegnano pochissimo) oppure salmone, branzino e zucchine (tutti e tre al vapore).
E avanti così. Con allegria.