L’omino di pan di zenzero

L’omino di pan di zenzero è una figura originaria del Nord Europa che ormai siamo abituati a vedere sotto forma di biscotti durante tutto il periodo delle Feste Natalizie.
Questi dolcetti sono un classico prodotto da forno da appendere all’albero o da sgranocchiare mentre lo si addobba.
Quest’anno il mio personale omino, classico simbolo del Natale d’Oltralpe, esce da un bello stampo da torta in silicone, riempito invece di mousse di tonno.
Eccolo qui, tutto vestito a festa con il papillon di peperone rosso e i bottoni di capperi, diventato uno degli antipasti del nostro pranzo di Natale.

20131227-094627.jpgLa mousse è semplice e molto ghiotta e si può presentare in qualunque forma, persino già spalmata sui crostini nel vassoio delle tartine di Capodanno, se preferite.
Uno stampo a soggetto Natalizio però era l’ideale per questa occasione… e non è l’unico che ho utilizzato. Quest’anno infatti ho temporaneamente abbandonato le classiche terrine di porcellana per questi contenitori decisamente più stagionali.

Veniamo al dunque: per questa mousse servono 250 gr di tonno sott’olio, sgocciolato, 50 gr di burro morbido, 2 cm di pasta d’acciughe, 1/2 limone spremuto, 1 cucchiaino di capperi sott’aceto, sciacquati e strizzati e 2 cucchiai di maionese.
Si frulla tutto a lungo e si mette in frigo a rassodare nel contenitore scelto.

Basta anche una ciotola che andrà poi decorata con maionese e prezzemolo tritato e passata in giro per la tavola.
Naturalmente per ottenere un omino grande come il mio, ho raddoppiato le dosi che vi ho dato prima.
Ah, è piaciuto a tutti!

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9 thoughts on “L’omino di pan di zenzero

  1. Praticamente in due tranche, dato che abbiamo festeggiato il 25 con una parte della famiglia e a Santo Stefano abbiamo aperto i regali con l’altro gruppo, che aveva avuto problemi di salute il giorno precedente! Bizzarro, ma lo stesso coinvolgente come sempre.

  2. Oh … ma che bel giovanotto tonnato! 😆 Bello per essere bello ma sono certa sarà anche buono! Divertente questa presentazione anche se non avrei voluto assistere alla mozzatura dell’arto 😦 … chissà chi ha mangiato la testa!
    Scherzi a parte 😉 ho ammirato il papillon, i bottoncini e il modo in cui l’hai guarnito, davvero pregevole. M’incanti proprio! 😉
    E poi si sente in giro che non ci sono più i giovanotti di una volta, guardate qui questo com’è bello …. 😉
    Complimenti carissima Silva 🙂

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