Le pesche sciroppate della moglie del Signor Antonio

Come promesso ieri nel post “Crumble di pesche sciroppate”, vi do la ricetta delle pesche sciroppate della mia vita precedente in campagna, con qualche particolare di quegli anni.
Il signor Antonio, che con la moglie e i due figli viveva a Cavaion, era in Ferrovia ma aveva la passione per la campagna.
I turni di lavoro gli consentivano di dedicarsi a coltivare un orto di discrete dimensioni e un piccolo frutteto e quando non c’era lui, era la moglie che si occupava della raccolta degli ortaggi e dei frutti che il terreno intorno alla loro casa offriva.
Dato che era una persona estremamente generosa, anche noi usufruivamo della sua prodigalità in fatto di doni della natura e soprattutto dei consigli esperti su come utilizzarli al meglio e con profitto.
Ho imparato da lei a fare la marmellata, la giardiniera, la passata di pomodoro, i fichi secchi, le albicocche e le prugne sotto spirito per Natale e le pesche sciroppate, ma con le nettarine.
Con le nettarine perché queste e non le pesche coltivavano in un filare di una decina di alberi che producevano in continuazione frutti bellissimi. Per non fare solo confetture e macedonie, si potevano “mettere via” per l’inverno sciroppate con un procedimento di una semplicità imbarazzante e una resa straordinaria.
Suggerisco di tener presente e annotarsi questo sistema, che verrà buono fra qualche mese, in piena stagione di nettarine.

20150305-140010.jpgUna volta immerse per qualche secondo in acqua bollente, passate subito in acqua e ghiaccio e poi pelate, si tagliano a metà e si privano del nocciolo 4 kg di nettarine sode e non troppo mature. Tanto per cominciare. Così ne verranno 4 vasi di quelli grandi.
Se ne accomoda 1 kg in ogni vaso sterilizzato*, si spargono 250 gr di zucchero semolato, si mette il tappo e si appoggiano sul fondo, coperto da un canovaccio, di una pentola alta e capiente.
Si avvolgono in un altro canovaccio perché non di tocchino.
Si riempie d’acqua fino a coprirli e si porta a bollore.
Si calcolano 20 minuti.
Trascorso questo tempo si immerge la pentola nel lavandino pieno d’acqua e si fa anche colare un filo d’acqua fredda dal rubinetto per accelerare il raffreddamento.
Si tolgono i vasi dalla pentola, si asciugano e si ripongono: durano più di 1 anno… si fa per dire!

*La sterilizzazione dei vasetti può avvenire in forno, in microonde, in lavastoviglie o tradizionalmente in acqua bollente.
Si possono usare ovviamente le pesche classiche anziché le nettarine (o pesche noci) e perfino le percocche, se vi piace la frutta sciroppata bella soda e leggermente “croccante”.
Comunque già questo metodo di preparazione della frutta sciroppata, non la fa ammorbidire come quello classico con lo sciroppo aggiunto.
Consiglio di provarlo, naturalmente quando ci saranno in commercio le nettarine. Fatevi un appunto.

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22 thoughts on “Le pesche sciroppate della moglie del Signor Antonio

    • Ah sì! Le amarene le preparava mio nonno, toglieva i piccioli e diventavano leggermente alcoliche. Le trasportava una parte all’altra dell’appartamento inseguendo le finestre col sole! In genere comunque la frutta sciroppata si fa coprendo appunto la frutta con uno sciroppo e non semplicemente unendo lo zucchero, che si scioglie durante la sterilizzazione. Così è più semplice.

  1. Confesso che ho inghiottito ben due volte guardando la fotografia … bella da impazzire! 😀
    E qui bisogna davvero ringraziare la moglie del signor Antonio per aver condiviso con te la magìa della conservazione di alcuni prodotti della terra. Il signor Antonio con i suoi generosi omaggi ti ha permesso ancor più di apprezzare.
    Sono consigli preziosi questi che oggi condividi con noi, in effetti accade di avere frutta di stagione in abbondanza e farla perdere dispiace. Un ottimo intelligente modo è preparare queste conserve che al momento opportuno regalano grandi soddisfazioni, le pesche in assoluto assaporarle nei mesi freddi credo sia quasi una leccornia.
    Io l’appunto l’ho preso subito e me lo tengo caro al cuore, grazie Silva. ♥
    Un abbraccio
    Affy

    • Grazie a te, Affy cara, il trucco di questa preparazione sta nell’inserire direttamente 250 gr di zucchero per kg di frutta nel vaso col tappo ermetico, senza fare prima lo sciroppo, che si crea in modo naturale durante la sterilizzazione. Eh, in campagna la sanno lunga… e noi impariamo!
      Buon pomeriggio, a domani.

  2. Segnato tutto, appena ci sono le pesche le faccio, sei bravissima Silva, grazie per le ricette fantastiche che ci regali, un abbraccio, ho fatto il bagel al salmone, mamma mia che buono, ti adoro, ❤

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