Era mia nonna Emma, quella che abitava a Garda, sul lago, la specialista della Zuppa Inglese.
Quando si pranzava da lei nelle ricorrenze più classiche, ne serviva generose porzioni anche a noi bambini, nonostante la robusta presenza dei liquori.
Sosteneva che questo dolce aiutasse la digestione.
In realtà qualcosa ci voleva proprio dopo che ci aveva rimpinzati con un antipasto che comprendeva tutti i salumi che riuscite ad immaginare, i riccioli di burro, i sottaceti, le alici (quello che oggi per noi costituisce in pratica un intero pranzo veloce), le lasagne col sugo, l’anatra arrosto o la tacchinella ripiena o il coniglio in umido, la trota o il coregone lessati e serviti con la maionese, minimo sei verdure diverse, la frutta cotta e infine il dolce. Per digerire.
Dopo un pranzo a casa della nonna Emma noi bambini andavamo sempre a fare un riposino nel suo lettone altissimo e scuro, con le lenzuola ruvide di lino spesso e i cuscini di piuma: non eravamo affatto stanchi ma secondo me piuttosto brilli. Ecco il motivo della sonnolenza…
Ma nonostante il leggero stato etilico, il ricordo della Zuppa Inglese mi ha accompagnato per anni e mi ha indotto a cercare di ricreare la magia e l’atmosfera di più di sessant’anni fa. Anzi, facciamolo insieme.
Si battono 5 tuorli con 150 gr di zucchero finché non diventano bianchi e spumosi. A questo punto di incorporano 100 gr di farina 00 sempre mescolando.
Si fa scaldare 1/2 litro di latte e si incorpora piano piano ai tuorli.
Si riversa nella pentola in cui si è scaldato il latte, si porta dolcemente a bollore e si cuoce per 7-8 minuti sempre mescolando.
Si versa metà di questa crema in una ciotola e si copre con la pellicola a contatto con la superficie così con si forma quell’antipatica pellicina.
All’altra metà si aggiungono 125 gr di cioccolato fondente grattugiato e si fa sciogliere finché la crema è ancora calda.
Si versa in un’altra ciotola, si copre con la pellicola e si fa raffreddare anche questa.
Si miscelano in un piatto fondo 150 ml di rum (o Cognac) con 150 ml di Alchermes e un paio di cucchiai di acqua.
Si immergono pochi alla volta una ventina di savoiardi e se ne utilizzano circa 1/2 per rivestire una ciotola di vetro o uno stampo da charlotte foderati di pellicola che ne faciliterà l’estrazione.
Si versa sopra la crema base, quella gialla per intenderci, e si copre con uno strato di savoiardi imbevuti nel mix di liquori.
Si versa sopra la crema al cioccolato e si termina coi savoiardi rimasti.
Si preme uniformemente con molta delicatezza e si copre con altra pellicola.
Si conserva in frigorifero per almeno 12 ore e si serve decorato con qualche ciuffo di panna montata.
Credo che l’unica cosa diversa rispetto alla ricetta originale di mia nonna sia l’utilizzo della pellicola alimentare, che allora non c’era, mentre tutto il resto è tale e quale, perfino la miscela di alchermes e rum semplicemente perché a lei non piacevano i savoiardi troppo rossi…
Che meraviglia!!!
Grazie Kami. Stai sempre bene, cara?
Sono guarita ufficialmente ma ci vuole ancora del tempo per tornare in forma! Grazie mille 🙂
La mia nonna ne faceva una fantastica! Proverò la sua per riprovare quel gusto “antico” che alla soglia dei 50 anni fa nostalgia. Grazie
La nostalgia per le cose di famiglia che non ci sono più non passa mai, neanche alla soglia più o meno dei 70, Laura cara! Importante è non dimenticare mai che in parte siamo quelli che siamo grazie al nostro passato.
Al di là del velo di malinconia di certi ricordi… questa zuppa inglese è formidabile.
Ti abbraccio e aspetto la versione della tua di nonna!
Sai che non ho mai preparato la zuppa inglese? E pensa che è uno di quei dolci che piace tanto a mio marito.
Mia nonna, che non amava i savoiardi, me la preparava da piccola con i biscotti secchi… hai fatto riaffiorare in me dei bellissimi ricordi!
Mi segno la ricetta, magari per il marito potrei anche prepararla!!
Buona giornata Silva
p.s. dimenticavo, ieri sera scorpacciata di fajitas…grazie!
ciao Manu
Buone le fajitas, eh Manu?! Oggi si cambia musica, hai visto? Questo è un dolce dei ricordi che, ho notato, più o meno abbiamo in comune tutti anche se apparteniamo a generazioni diverse. La mamma, le nonne, le zie sono tutte dolci presenze (sulle quali io non posso più contare) che mi hanno lasciato un tesoro che poco per volta condivido anche con voi, giovani e recenti amici blogger.
Scrollatina e veniamo al sodo: l’alternativa ai savoiardi possono essere i Pavesini, ma non i biscotti secchi tipo Oswego o Oro Saiva perché hanno un’altra consistenza quando si imbevono.
Mauro sarà felice, mi sa!
Ci vorrebbe una Nonna Emma nella vita di ognuno, certi ricordi sono la vera anima dei sentimenti.
Mi piace tanto la zuppa inglese e questa sembra avere proprio una marcia in più, lo dimostra l’affondo del cucchiaino, il suo aroma, il profumo arriva fin qui da me … 😉
Sei formidabile per essere riuscita non solo a conservare certi ricordi ma nel tempo a trasmetterli intonsi con quel loro carico di emozioni condividendoli infine con tutti noi.
Sarebbe fiera Nonna Emma di sapere che oggi, su un prestigioso blog, si parla di Lei ♥
Grazie Silva, un doppio abbraccio
Affy
Cara Affy, purtroppo sono affetta da una memoria di ferro… e non sempre è un vantaggio! In questo caso sì però perché mi consente di riportare in vita ricette a volte antiche, a volte antiquate ma ancora ghiotte e gradevoli. Per me, come vedi, addirittura indimenticabili!!
Grazie a te cara, della pazienza nel seguirmi, della grazia con cui mi incoraggi, della presenza affettuosa con cui mi approvi sempre.
Anch’io ricambio con un doppio abbraccio.
quanti ricordi! Dovrei rifarla anch’io, era uno dei dessert del pranzo della domenica. Grazie!
Grazie a te. Ci sono delle pietre miliari nella storia familiare di ognuno che in fondo sono proprie di tutti, indipendentemente dall’età, dal sesso, dalla dislocazione geografica. Ed è molto bello che non vadano perdute.
Devo provare la tua ricetta, avevo tentato di farla qualche anno fa ed era venuta un mezzo disastro, così ho desistito.
Ho ormai sul desktop del computer una cartella dal titolo “Ricette di Silva”.
A presto
Sabrina
Grazie Sabrina, mi fa un piacere immenso tanta considerazione e altrettanta attenzione. Ti garantisco che questa variante di zuppa inglese non può non venire bene. Come vedi non lesino mai i piccoli accorgimenti da seguire per un buon risultato, come foderare lo stampo con la pellicola, per esempio!
Buon pomeriggio.
Ho sempre sentito grandi cose sulla zuppa inglese ma non l’ho mai fatta nè mangiata. Non conosco nessuno che la prepara e non fa parte delle ricette di famiglia.
Credo che con la tua ricetta inizierò io questa tradizione.. 🙂
Sarebbe bellissimo e ciò mi rende particolarmente orgogliosa!
Grazie Emanuele, buon pomeriggio.
non ho mai fatto la zuppa inglese perchè non fa parte delle ricette della tradizione della mia famiglia. Comunque sia la ricetta della nonna mi sembra molto buona.
Grazie, per noi invece è un dolce molto popolare e sempre gradito come dessert a fine pasto.
Una sola parola Silva per dirti tutto: fantastica, adoro tua nonna, la ricetta e’ segnata, la faccio sicuramente, che bonta’!! Baci cara!!
Baci a te, Laura e buona serata.
C’é chi fa uno strato di savoiardi imbevuti di liquore e uno imbevuto di caffè. Per me invece il liquore va con la zuppa inglese e il caffè con il tiramisù. Abitudini di famiglia!!
Sono d’accordo con te Silva, il liquore si sposa con la zuppa inglese, il caffe’ e’ per il tiramisu’, bacioni!!
Sono felice che concordi con me. Buonanotte cara, a domani con un’interessante pasta al forno mangiata oggi, vedrai che delizia, mentre la zuppa inglese era per l’onomastico di mio marito, martedì scorso.
Auguri in ritardo al tuo maritino, la pasta al forno, l’adoro, aspetto la ricettina, 🙂 Buonanotte Silva! ❤
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