Quando ero bambina, ma anche poi adolescente, una volta all’anno col mio papà e la mia mamma facevamo “il giro del Lago”.
Il lago era quello di Garda e per questa immutabile escursione che facevamo all’inizio dell’estate si caricava sulla nostra Fiat Millecento tutto l’occorrente per il pranzo al sacco, che non si chiamava ancora pic nic, compresa la radio a transistor.
In tutti gli anni in cui abbiamo fatto questa gita, la mia mamma ha sempre preparato le cotolette, da mangiare fredde con le melanzane al funghetto, una volta che si arrivava nel solito prato un po’ in discesa dove parcheggiavamo la macchina e da cui si godeva il panorama del Lago luccicante.
C’era un vecchio ciliegio ormai senza frutti sotto il quale si stendeva il plaid (che credo venisse fornito direttamente dalle Case Automobilistiche all’acquisto dell’auto dato che in quegli anni ce n’era uno in ogni macchina), si aprivano il tavolino e le seggioline pieghevoli e si mangiava ascoltando la radio, che era sempre un po’ disturbata.
Quella delle cotolette come le faceva la mia mamma è una ricetta che non necessita di una particolare abilità, ma ci sono due piccoli accorgimenti che metteva in atto che oggi per me ne fanno un comfort food che ancora mi emoziona e mi riempie di tenerezza.
La mia mamma grattugiava il pane su un sacchetto di carta marrone aperto e aggiungeva una o due cucchiaiate di parmigiano.
Lasciava le fettine di vitello per almeno mezz’ora a bagno nelle uova, battute pochissimo, con all’interno una grattugiata di buccia di limone e poi le impanava una sola volta premendole bene col palmo delle mani perché la panatura aderisse alla perfezione.
Le friggeva nel burro spumeggiante, salandole solo a fine cottura, fuori dal fuoco.
Quando si erano raffreddate le accomodava in un contenitore col coperchio e le metteva in frigorifero, pronte per essere sistemate la mattina successiva nel frigo portatile.
Tutto qua. Sono proprio delle semplici cotolette, ma a me aprono tutto un mondo di ricordi dolcissimi.
Fantastico!…volevo giusto cucinare le cotolette impanate per pranzo…a questo…provo gli accorgimenti suggeriti! 😉
Poi dimmi se parmigiano e buccia di limone piacciono anche a te!
Ottime! Il limone le rende profumate e delicate…
Ma che carina! Le hai davvero provate subito: sono felice vi siano piaciute perché per me hanno soprattutto il sapore dei ricordi, ma non avrei mai suggerito una ricetta della quale non ero sicura! Buon pomeriggio e grazie.
Grazie a te! A presto
Anche la mia nonna metteva sempre il parmigiano nell’impanatura e lasciava le cotolette per un po’ nell’uovo. E naturalmente fritte nel burro! La buccia di limone mi ispira molto… le provo in settimana, visto che è un po’ che non le preparo ma naturalmente… olio!!!
ciao cara Buon week end
Passi per l’olio, dato che sei tu! Vedi come la sanno lunga le mamme e le nonne?! La buccia di limone da alle cotolette un profumo molto gradevole senza essere troppo invadente. Da noi le cotolette sono sempre una festa!
Noi invece “cotolette e tegolini”, ma con una coppia di amici! Quindi tu non infarini prima dell’uovo?
No, io no, però quando non le cucino in modalità “revival” faccio la doppia panatura (semplicemente con il pane). Così la crosticina diventa spessa e croccantissima… la mia mamma mi avrebbe sgridato! Per due cotolette uso due uova…
Io mi chiedo a volte come facesse mia mamma a impanare usando una quantità di uova così piccola rispetto a quella che uso io. Forse erano le uova di una volta 😉
Sarà così. Comunque anche la mia con un uovo solo preparava tutte e tre le cotolette che servivano per noi!
Scusa Simona, i tegolini sono le tegoline? Cioè i fagiolini, o cornetti?
si, così li chiama la mia amica Elisa
variazioni e profumi sulla cotoletta: su questo tema la creatività non sbaglia mai. Grazie, Vincenzo
Grazie a te per aver colto gli aromi sottili che arricchivano la panatura della mia mamma!
Le voglio provare per tutti noi con le tue dritte e ti dirò di più: le friggo nel burro! 🙂 che bontà…
Bravissima!! A meno che non ci siano problemi di intolleranze alimentari friggere la cotolette nel burro e l’unico modo per gustarle nel loro splendore!!
Una volta ogni tanto che male fa? 😉
mi hai fatto tornare indietro di qualche anno…Mi ricordo il plaid, il pranzo al sacco, il transistor che veniva portato per sentire le partite di calcio e le cotolette che noi però mettevamo nel panino.
La buccia di limone sicuramente dà un tocco in più.
È così. Dà un lieve profumo molto gradevole.
A casa mia sono il secondo piu gettonato, anche io aggiungo parmigiano nel pangrattato 😊
Buongustaia!
Silva idem, le faccio identiche, con parmigiano e limone, proprio come le preparava mia mamma, noi le mangiavamo nel panino, mamma mia che bei ricordi e che buono il panino con la bistecca, grazie per il racconto bellissimo e per la ricetta che e’ squisita, mai banale, un bacione, ❤
Nel mio libro “I tempi andati e i tempi di cottura” racconto più dettagliatamente di questa gita annuale intorno al Lago di Garda. Vedrai.
I miei erano piuttosto abitudinari in fatto di viaggi e gite, ma siamo sempre andati in giro un sacco fin da quando ero piccolissima.
Mi piace raccontare questi aneddoti che fanno parte dei ricordi di molti di noi.
Buona notte, Laura.
Lo sai che oggi nel programma di Patrizio Roversi c’era Verona e dintorni, che posti stupendi, ti ho pensata, ❤ Non vedo l'ora di leggere il tuo libro, penso che la passione di viaggiare te l'hanno trasmessa i tuoi cari genitori, buona giornata Silva, qua c'e' un sole stupendo ma un aria che frega, molto fredda, sono tornata dal giretto con Willy con male ad una spalla, tra un po' accendo il caminetto e poi vado a giocare a carte con il mio dolce papa', sai che non riesco mai a vincere, 😀 tvb, ❤
Verona è davvero una bella città con dei dintorni molto affascinanti, è vero. Siamo equidistanti dal lago e dai monti ed è molto facile raggiungere entrambi in brevissimo tempo. Chi ha vinto a carte oggi?
A scopa ha vinto mio papa’, ma a briscola io, non riesco a vincere a scopa, e’ bravissimo, baciotti cara, passa una bella serata con il tuo dolce maritino, 🙂
Anche tu!
Sta cucinando lui, poi ti dico, 😀
Che buone le cotolette, a casa mia mia madre le cucinava il mercoledì!
Che belle queste abitudini di famiglia! A me piace mantenerle nei limiti del possibile.