Gli ziti sono un formato di pasta poco conosciuta e ancor meno utilizzata qua da noi.
Proprio per questo motivo mi attraggono molto: li trovo esotici, misteriosi, stuzzicanti e invitanti.
C’è stato un anno in cui mi ero messa in testa che avrei fatto a Pasqua, ancora me lo ricordo, una cupola di ziti interi avvolti a spirale sulle pareti di uno stampo da zuccotto il cui interno andava riempito con altri ziti stavolta spezzati e conditi con ragù, besciamella e molti altri ingredienti.
Credo che la ricetta fosse su qualche rivista di cucina con una foto da urlo, ma ho incontrato da subito un sacco di problemi e questo avrebbe dovuto farmi riflettere, forse era un segno del destino e avrei dovuto desistere e ripiegare su una ricetta più familiare.
Non l’ho fatto e adesso vi racconto tutta la storia.
Dunque la prima difficoltà è stata reperire gli ziti che né i Supermercati di cui siamo a Verona più che abbondantemente forniti, né i negozi di alimentari storici o di quartiere tengono a magazzino.
Fortunatamente una sosta in Autogrill durante una gita ha risolto il mio primo problema.
Ve ne siete accorti? Ci sono prodotti in genere introvabili, se non forse su eBay, che si possono acquistare solo negli Autogrill: alcuni tipi di caramelle, biscotti, CD, oli aromatizzati, tranci di salumi e pasta, appunto.
La difficoltà numero due, una volta in possesso della materia prima, è stata cuocere gli ziti senza spezzarli, perché in teoria per l’esterno della cupola ci vogliono lunghi.
Quando si buttano gli spaghetti, anche se escono dall’acqua in ebollizione e dal bordo della pentola di 10 cm, in un attimo si ammorbidiscono e rigirandoli col mestolo apposito, si tuffano tutti nell’acqua. Gli ziti invece non sono per nulla cedevoli e ti obbligano ad esercitare una pressione controllata ma continua col coperchio sulle estremità che fuoriescono dalla pentola.
È un po’ una lotta come quando si dovessero lessare le aragoste vive… esperienza che mi rifiuto di fare.
La terza difficoltà, terza solo in ordine di tempo, sta nel convincere gli ziti, una volta cotti e scolati, a restare appiccicati alle pareti dello stampo tanto da consentirti di procedere con il ripieno di pasta spezzettata, ragù di carne, scamorza, sugo di piselli, sugo di funghi, salsicce a tocchetti, parmigiano e besciamella.
Dopo un periodo piuttosto lungo (io sono una persona particolarmente paziente e in genere perseverante) trascorso in vani tentativi di arrivare ad un risultato di qualche tipo, mi sono arresa e ho ripiegato su semplici pirofile individuali nelle quali a strati ho sistemato gli ziti e i diversi tipi di sughi con la besciamella, i formaggi e le salsicce. Ho spolverizzato con un filo di pangrattato e infornato a 200 gradi per 15-18 minuti, la pasta deve scaldarsi anche all’interno.
Non sto a dirvi i passaggi per la preparazione dei diversi sughi, per la cottura dei tocchetti di salsiccia, per la riduzione a cubetti del formaggio… sapete già tutto.
In più, se decidete di avventurarvi in questa impresa, sentitevi liberi di scegliere ingredienti e sughi anche diversi dai miei, più di vostro gusto, l’importante è che ogni strato di pasta, besciamella e parmigiano grattugiato sia completato con un sapore differente. E adesso pensateci voi.
Chi non era al corrente delle mie intenzioni iniziali ha trovato molto invitante e appetitosa questa soluzione. D’accordo, era gradevole e saporita, servita in monoporzioni perfino elegante, ma era lontanissima dalla mia idea di come utilizzare gli ziti. Uffa.
Ma a voi succedono mai ‘ste cose?!
Hai ragione, ora la grande distribuzione vende solo ed esclusivamente gli stessi prodotti in enormi quantità…è difficile reperire degli alimenti un po’ particolari a meno che ci si reca in negozietti di prodotti tipici dove ti sparano dei prezzi vergognosi! Infatti, non cucino gli ziti non so dirti da quanti anni! buona giornata!
Grazie della comprensione! Quando mi metto in testa una cosa difficilmente demordo. Adesso sto pensando da un po’ ai bigoli…
buniiiiii!!!!!!!! aspettiamo la tua ricetta allora!!
“Ma a voi succedono mai ‘ste cose?!”
Avoja se capita!
Ma non se ne parla, si finge sempre e comunque che sia stata una cosa voluta 😛
Mchan
Che furbacchiona!
pero’ sono scomodi da mangiare…
È un sacrificio sull’altare della presentazione di un piatto… Però è vero: già sono fastidiosi i bucatini!
Cara Silva mi hai preceduta…. io amo gli” ziti”!!! da noi in Puglia si mangiano regolarmente e con grande entusiasmo😃 mio marito però non è della stessa opinione: non li apprezza affatto e così non li ho mai preparati…. ma poco tempo fa da Eataly li ho visti e non ho potuto resistere! (Tra l’altro di un’azienda rinomata Pugliese😊) e così sono in dispensa e prima o poi mi deciderò a prepararli in qualche modo… magari semplicemente col ragù di carne come li ho sempre mangiati…. i tuoi sono gustosissimi😋 e credimi, ne divorerei volentieri un bel piatto, anzi due!
Ma tu li spezzi, vero Marilena come si fa in tutte le famiglie del Sud molto più avvezze di noi a preparare questa pasta… aliena?!
“aliena”come la definirebbe anche mio marito😆 si, noi la spezziamo in due, ma questo quando la si utilizza come semplice primo piatto con sugo ragù. … ma se la si prepara al forno allora si usano i pentoloni alti come la pasta stessa (quelli in rame)… che buoniiii!!! Mi hai fatto ricordare tutti i particolari di quei momenti😊 pieni di sapore e di genuinità😘
Io riesco a far danni anche con la pastina in brodo altro che ziti. 😦
Li conosco, li ho mangiati ma non mi avventuro a cucinarli proprio per la loro forma e consistenza. E poi una volta scolati non saprei come disporli, sono una frana 😉
Certo la tua ricetta iniziale che li voleva a foderare in uno stampo da zuccotto disposti a spirale è straordinariamente ambiziosa, mi spiace che non sei riuscita a soddisfare la tua voglia. Però francamente anche disposti in pirofila non mi dispiacciono mica, tu sei e resti una regina della cucina.
E poi mi piace un sacco che ti poni un obiettivo e a tutti i costi provi a raggiungerlo 😉
Un abbraccione cara Silva
Grazie di queste gradite parole di consolazione, Affy. Mi pare di non essere una persona particolarmente ambiziosa o competitiva, ma forse in fondo in fondo…
Buon pomeriggio cara.
Ti confermo che anche io vedo gli ziti solo in occasioni speciali in cui al supermercato spingono un produttore con tutta la sua produzione. Altrimenti nulla e in Sardegna non sappiamo nemmeno cosa è un’Autostrada, figuriamoci un’Autogrill. ah ah ah
Per la cottura io avrei usato la pescera. Non è il massimo ma credo che sia molto più pratico visto che si cuociono in orizzontale.
Per la cupola… Bho…
🙂
Ma come facevo quando non c’eri tu nella mia vita?! Alla pescera non avevo proprio pensato… ma non diciamolo a nessuno, ti prego!
Allora provali anche così: spezzati in tre parti e conditi con crema di finocchio… C’e’ un post. Ciao F
Visto. Troppo facile…!!
Gli ziti sono un formato di pasta tipico del sud, la ricetta che amiamo a Napoli antica sono gli ziti lardiati ( con lardo di colonnata e pomodoro San Marzano )
Gli ziti sono una pasta incredibile, ripeterò l’esperimento in un modo più semplice e tradizionale!
Mi sembra che tu abbia fatto la scelta giusta! Io li ho cucinati una sola volta ma si sono spezzati proprio perché non volevano entrare nella pentola…
Quando il nemico mi batte… sono la prima a riconoscerlo e a cercare una soluzione alternativa!
A “Zena” esistono degli ziti (ma sono più larghi e un poco più corti) che si chiamano Maccheroni di Natale che si fanno in brodo di cappone con della salsiccia. Anche li devi lottare con il coperchio. Leggeri… tanto per aspettare il secondo che si chiama Caponmagro, fatto di pesce e verdura freddi con gelatina…. 😉
Conosco il Caponmagro e mi piace, ma non mi è mai capitato di assaggiare i maccheroni di Natale… Forse ero in Liguria fuori stagione!