Non sono stata io!

In questi giorni che precedono le Feste, vivo sentimenti contrastanti.
Sono felice ed eccitata mentre preparo la casa e studio un menù adatto alla lieta ricorrenza del Natale e contemporaneamente sento maggiormente la mancanza di chi non c’è più e vorrei tanto avere ancora intorno, a fianco, di fronte, mentre mi devo accontentare di averli semplicemente nel cuore.
È proprio in queste situazioni che adoro ricreare, anche in cucina, momenti che mi riportino indietro nel tempo e mi facciano rivivere il calore e gli affetti familiari di tanto tempo fa, per esempio con la pasta fatta in casa.

20131214-094249.jpgOggi mi piacerebbe proprio vantarmi di aver preparato (senza l’aiuto del KitchenAid e della macchina per la pasta Imperia) questo stuolo di lasagnette, tagliatelle e tagliolini rigorosamente impastato a mano e tirato col mattarello, ma il merito è della Giulietta.
Le matassine di pasta che vedete sul tavolo, le ottiene con una tecnica geniale e semplicissima: arrotola con la punta delle dita all’interno di una coppetta da macedonia una collaudata quantità di pasta appena tagliata e poi la capovolge sulla tovaglia per farla asciugare. Questa è esattamente una porzione.
Io mi limiterò a cucinare un sugo di piselli per le lasagnette, magari uno di funghi per le tagliatelle e uno di fegatini per i tagliolini.
Li sto chiamando “tagliolini” per rispetto dei non Veneti che mi stanno seguendo, ma quest’ultimo piatto, particolare e tradizionale quanto la pearà, si chiama a Verona: “paparèle in brodo coi figadìni” ed è un classico della domenica e delle Feste in generale.
Io la ricetta ve la do. Magari, se pensate possa non piacervi, tenetela in considerazione solo come curiosità.
Se invece amate per esempio il paté di fegatini, provatela, che poi ne parliamo.

Si affetta molto sottilmente una cipolla bianca e si fa soffriggere nel burro con 2-3 foglie di salvia intere.
Appena appassisce e diventa dorata, si aggiungono 300 gr di fegatini di pollo, privati del grasso e del sacchettino del fiele, lavati e tagliati a pezzettini.
Si salano, si insaporiscono con un giro di pepe bianco macinato al momento e si portano a cottura mescolando di tanto in tanto.
Nel frattempo si porta a ebollizione 1 litro e 1/2 di ottimo brodo di carne e si versano 300 gr di tagliolini, che cuoceranno in un attimo.
Si trasferiscono le “paparèle in brodo” in una zuppiera, si aggiungono i “figadìni” e si porta in tavola con una formaggiera colma di grana grattugiato.

Questo era invariabilmente il primo piatto domenicale della mia infanzia, diventato ormai una di quelle rare specialità che si mangiano nei classici ristoranti di vecchia tradizione perché quasi nessuno ormai le cucina più.
Salvo forse la Giulietta e la Silva.

22 thoughts on “Non sono stata io!

  1. Complimenti a Giulietta per i tagliolini e a te Silva, per la descrizione di momenti felici in famiglia, con la tenerezza che scalda tanto il cuore.
    Posso cominciare ad augurarti Buon Natale?
    Un abbraccio Ines

  2. La pasta fatta in casa! In un qualche armadio mio papà ha ancora la macchina a manovella di sua mamma per farla, cioè per metter dentro l’impasto e far uscire diversi formati. La cosa che più mi piace di quando fai le tagliatelle o simili è che poi per farle asciugare, almeno noi, le prendi in mano e le lanci un po’ in aria e come cadono ..cadono 🙂 e poi mettere l’avanzo dell’impasto sulla stufa fino a farlo diventare croccante. Sa proprio di famiglia.

  3. Ciao Silva, a volte leggendo di tutto ciò che le tue mani creano mi rento conto che non sarò mai una brava cuoca anche se delizio i miei ospiti con cenette veramente squisite. Amo cucinare, inventare, ma fuggo da piatti troppo elaborati e per i quali devi stare ore ed ore in cucina. Anch’io, come te, in questi periodi vivo sentimenti contrastanti. Pur essendo generalmente positiva, a volte mi abbandono a dei pianti inspiegabili come quello fatto oggi proprio prima di leggere il tuo post, che strana coincidenza! Un abbraccio Bea 🙂

  4. Ciao Silvia, che bello vedere ancora persone che amano la pasta fatta in casa! Io mi ci metterei più che volentieri, ma credimi, a casa mia non amano molto stare in cucina (Tranne ovviamente la sottoscritta), e quindi per quieto vivere….molte volte devo cercare di appianare situazioni che potrebbero diventare spiacevoli! Però mi apprezzano sempre se preparo anche un piatto nuovo: oggi ad esempio ho fatto le tagliatelle con il pesto di pistacchi, e sono venute una vera bontà. Comunque anche i Vostri talgiolini ed il sugo che hai preparato devono essere veramente buoni: brave a tutte 10 e lode!

    • E tu hai preso da lei esperienza, amore per le tradizioni e un grande gusto per la cucina, mi pare. Mi piacciono queste storie di famiglia. Vedi che anch’io accenno spesso a chi mi ha amorevolmente preceduto ai fornelli negli anni e addirittura nei secoli passati!

  5. cara silva…è vero la nostalgia dei ricordi e di rivedere i nostri cari è struggente in questo periodo che lo rende ancora piu bello…perchè denso di emozioni contrastanti..la famiglia che abbiamo e quella di origine che non c’è piu..ma ci siamo noi a tramandare la loro storia…con la cucina…i modi di dire e di essere…con gli odori i profumi un servito da tè…a me le tue ricette rassicurano…

    • Sai Enrica, oggi è stata una bella giornata perché tutte le amiche blogger che hanno lasciato un commento hanno colto lo spirito di questa ricetta.
      È una ricetta che può anche non piacere perché ha un gusto particolare, non interessare perché lontana dalle proprie abitudini alimentari, ma ha risvegliato in tutte voi il calore dei ricordi e il senso della famiglia.
      Grazie anche a te che hai percepito esattamente quello che ho voluto esprimere.
      Ti abbraccio.

  6. Silva Cara,Carissima:-) posso io rimanere impassibile a queste tue parole? No, dovrei forzarmi ed invece preferisco essere naturale. Il Natale, così come tutti i momenti più significativi della nostra esistenza vengono marcati maggiormente dalla mancanza delle persone più care e da questo non si potrà mai guarire. Ogni giorno ci lavoreremo su per poterci convivere…. ed il nostro cuore sarà sempre diviso a metà, tra il presente e il passato:-) È così, non possiamo farci nulla. Gioisci della tua meravigliosa “continuità” nutrira’ la tua anima. TI VOGLIO BENE Silva:-)

    • Il nostro passato è ciò che ci ha fatto diventare quello che siamo e resta parte di noi, ma adesso è tempo, carissima, che ci scrolliamo di dosso la malinconia di questi giorni e cominciamo a darci una mossa per mettere insieme un pranzo di Natale coi fiocchi!
      Ti abbraccio.

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