Eccolo qua, questo è un filetto di orata, che mio figlio e mia nuora mi hanno insegnato ad apprezzare più del branzino, ma potrebbe essere comunque anche un filetto di quest’ultimo.
Personalmente evito la sfilettatura dei pesci, che lascio alle abili mani del mio pescivendolo, quindi sciacquo i filetti, controllo che non sia sfuggita qualche lisca ed eventualmente la tolgo con la pinzetta apposita (uno degli attrezzini da cucina che ritengo indispensabili), li appoggio dalla parte della pelle su una pirofila, foderata di carta forno leggermente unta e li cospargo con una miscela di ingredienti che mi sono stati rivelati da un sous-chef molto gentile e che pur restando nell’ambito delle “normali” panature, le danno un tocco deliziosamente goloso.
Questa particolare panatura si ottiene frullando insieme la mollica di 2 panini raffermi, 1 cucchiaiata di mandorle, la buccia di 1/2 limone e di 1 arancia non trattati, qualche filo di erba cipollina, timo e rosmarino. Si aggiungono poco sale, abbondante pepe e una grattatina di noce moscata.
Si diluisce questa miscela “sabbiosa” con del succo di arancia e qualche cucchiaiata di olio, si mescola e si spalma abbondantemente sui filetti di orata coprendoli con uno strato bello spesso.
Si inforna per una decina di minuti a 180 gradi. La panatura deve risultare asciutta e dorata.
È una preparazione abbastanza veloce, senza complicazioni, di sicura riuscita e nonostante la poca fatica richiesta, decisamente squisita perché l’insieme dei molti ingredienti aromatici l’arricchisce di sapori voluttuosi. Si serve con delle semplici patate, per non rubarle la scena.