Quella che gli Inglesi chiamano “Trifle bowl” (perché chiamano “trifle” la zuppa Inglese) a casa nostra è la “coperchiona”.
Per “coperchiona” intendiamo sia un dolce al cucchiaio a strati di creme e biscotti, sia la coppa che lo contiene.
Vi faccio un esempio di conversazione tra me e mio marito in previsione di una cena, mentre si discute del dessert:
– E se facessi una bella coperchiona?
– Sì, ma quale?
– Quella al cioccolato con le amarene…
– Era buona anche la “puless” però…
– E la panna cotta con le fragole?
Questo per introdurvi al nostro lessico familiare, impenetrabile ai più.
Dunque la bella coppa di vetro comprata per due volte ad Antibes, ormai è diventata “la coperchiona” perché mio marito una volta, aiutandomi a riporre le stoviglie dopo una cena, l’aveva presa per il coperchio di un’alzata. Accortosi dell’errore non gli è venuto in mente di chiamarla correttamente coppa, ma coperchiona e il nome le è rimasto appiccicato addosso come l’etichetta sul vasetto della marmellata.
Per estensione, qualunque dessert al cucchiaio è diventato quindi per noi una “coperchiona”, che è sempre squisita, indipendentemente dagli ingredienti che uso.
Data la stagione, vi parlerei oggi della Coperchiona di panna cotta e fragole.
Si monda 1/2 chilo di fragole, possibilmente tutte della stessa dimensione, si tagliano a metà, si insaporiscono con 75 gr di zucchero a velo e 1/2 bicchiere di Recioto e si lasciano macerare in frigorifero.
Si prepara una panna cotta tradizionale scaldando 1/2 l di panna, 1 dl di latte, 100 gr di zucchero e i semi di una stecca di vaniglia. Prima che arrivi a bollore si toglie dal fuoco e si incorporano 10 gr di fogli di gelatina prima ammollati in acqua fredda. Si lascia raffreddare a temperatura ambiente.
In una bella coppa di vetro, tipo la nostra coperchiona, si fa un primo strato di panna cotta, si appoggiano sopra 8-10 Pavesini imbevuti nel sugo delle fragole macerate, e si fa una corona contro le pareti con quelle tenute da parte tagliate a metà assicurandosi che restino ben attaccate al vetro.
Si procede così a strati sempre con un giro di fragole a vista. Il lavoro deve essere piuttosto accurato oppure si può rinunciare alla decorazione perimetrale limitandosi a completare il dessert con le fragole al vino sgocciolate come ultimo strato.
Nessuno se ne lamenterà!
Questa è la nostra Coperchiona alle fragole, ma come diceva mio marito, è buonissima anche quella con il pandispagna al cioccolato e le amarene… o la puless…
Alla faccia della Coperchiona!!!! Che spettacolo!! Io senza offesa aspetto però la ricetta di quella con cioccolato e amarene … ;-))))
buona giornata Manu
Provvederemo! Di “coperchione” c’è n’è una serie infinita!
Simpaticissima conversazione tra te e tuo marito!
Immagino il gusto della Coperchiona nelle varie versioni… alla Silva e cioè inconfondibile!!!
Grazie Ines. È vero. Di “coperchione” ne ho fatte tante ormai e non ho mai sbagliato un colpo!
Leggendo solo il titolo non mi ero resa conto che fosse un nomignolo, e mi chiedevo: ma io sta coperchiona noi la conosco 😉 😉
Sei mitica Silva. Questi dolci per me sono Guardare e non toccare… ma per la serie ” Vorrei ma non posso” questa la vorrei prorpio 😉
claudia
Mi dispiace darti il tormento con i miei dolci! La “coperchiona” è per la nostra famiglia un modo divertente di preparare anche una qualunque zuppa Inglese, per esempio. A casa nostra ci divertiamo sempre un sacco!
bella da vedersi e buona da mangiare.
Grazie, è davvero un dessert squisito con una veste molto bella.
Che squisitezza questo dolce, adoro le fragole e i dolci al cucchiaio, quindi per me è il dolce ideale 🙂 L’avevo intuito alla prima occhiata sulla tua pagina facebook che era un dolcetto da leccarsi i baffi e devo dire che non mi sono sbagliata.
Molto originale il nome coperchiona, a volte riusciamo anche a dare un senso alle affermazioni bizzarre dei nostri mariti 😉
Grazie Erika. È inutile fingere modestia: la “coperchiona” panna cotta e fragole è proprio buona!
I tuoi racconti famigliari sono perfetti come le tue ricette. Danno un senso di casa. E siccome la cucina è un arte come la letteratura, difficile non mettere un mi piace a una Coperchiona. Una specie di torta o salame di cioccolato a casa mia si chiamava Aicardi, che tutti pensavo fosse coi cardi, ma in realtà era una signora di Modena, amica di mia nonna. Proprio parlando di questo e di letteratura mi è venuto in mente un bel libro dal titolo “Non vi lascerò orfani” di Daria Bignardi. Per molti che non la considerano una gran simpatica, una affetuosona, potrebbe rivelarsi una sorpresa.
È bello, Andrea, chiacchierare con te di ricette e di casa. Cogli sempre le sfumature e le pieghe che do ai miei post, attraverso i quali svelo molto più di quanto non farei con un racconto diretto. Grazie per la tua sensibile presenza e anche per la dritta sul libro della Bignardi, che mi procurerò. Ma a proposito, tu il mio, l’hai letto?!
No ma mi riprometto di farlo. Ho tutti i libri inscatolati in un magazzino! Non so si è capito ma non sono più italiano e devo ancora sistemare casa nuova. Insomma è già un miracolo riesca a scrivere qualcosa!
Douce France….!
Più che douce…è meno amara dell’Italia
Meravigliosa!!!
E buona no?!
Grazie.
Già il nomignolo ci introduce ad un banchetto pantagruelico all’insegna del superlativo.
Poi vedi la foto e ti rendi conto che di dolce si parla…
Ed ecco che gli occhi un pò si chiudono e la bocca si allarga..
E’ il preludio all’affondo mortale col mestolo da cucina…
🙂
“Oggi vi narro dunque la tenzone tra mestoli, dessert e coperchione…
Infatti di lor ce n’è più d’una, ma garantisco: non vi deluderà nessuna!”
Strenua è la lotta, il fiato si perde
Vibrano i mestoli nell’aria immota
la coperchiona alla fin s’arrende
i prodi vincitori applaudono alla cuoca
🙂
M’inchino.
E così adesso conosciamo anche la “coperchiona”. Fragole e panna cotta è divina.
A me hai messo una curiosità sulla “puless”, non ho proprio capito quale dolce sia.
Un abbraccione Silva 😉
Vedrai che appena si crea l’occasione anche la “puless” verrà presentata sul blog. Inutile cercare di indovinare gli ingredienti: credo sia un’invenzione della mia nonna paterna (la nonna Emma che cito poco in realtà) ma vedrai che sarà valsa la pena di attendere per conoscere questa sua ricetta. Squisita. Una vera ghiottoneria.
Felice serata.
E coperchiona sia!!!!! Questi dessert in coppa sono magnifici e il tuo con panna cotta e fragole, perfetto.
Un bacio 🙂
Grazie Lella. I dessert al cucchiaio sono sempre eleganti, preparati nella “coperchiona” diventano anche intriganti.
È bellissimo sentir parlare del ” il lessico familiare”….. in qualunque modo lo chiamiate questo Dessert, sembra essere davvero goloso🍰🍰🍰
Lo è, ma in realtà tutte le coperchione sono speciali, come chi le ha inventate…
Un abbraccio grosso grosso.
Grande Silva! Ma quand’è che ce lo presenti questo marito?
Questa coperchiona ha una faccia spettacolare, io stasera ho mangiato zuppa di piselli e gallette di riso 🙂 ora mi mangerei il tavolo 🙂
Un bacione
A chi lo dici… Il più delle volte cucino alcuni piatti solo per il mio famoso marito, mentre io mi limito ad un bocconcino piccolissimo, spesso mi accontento addirittura dell’assaggio per controllare il sale! Per fortuna mi diverto lo stesso e ricavo comunque grande soddisfazione dalla cucina grazie all’entusiasmo di famiglia, ospiti e adesso anche amici blogger.
Grazie Angiola. Felice serata.
Deve essere gustosa, questa panna cotta con fragole.
Notte serena!
Dora
Sì è davvero molto golosa. Ti corichi tardi anche tu, vedo, amica!
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