Fate in casa i liquori solo se vi divertite, se vi piace l’idea di offrirli a fine pasto bullandovi della vostra abilità e se avete delle bottiglie carine in cui travasarli.
Di ritorno da Positano, l’altr’anno ci siamo portati qualche chilo di limoni. Per non fare torto a nessuno abbiamo comprato sia la varietà “Sfusato d’Amalfi”, che “Ovale di Sorrento”. Entrambi hanno una buccia molto profumata e ricchissima di oli essenziali, con la quale ho preparato il “limoncello”. La definizione però è inappropriata perché si tratta di un liquore IGP, quindi il mio chiamiamolo liquorino al limone, che è più corretto.
Con un coltellino affilatissimo ho tolto solo la parte gialla delle scorze di 6 limoni. Le ho sistemate sul fondo di un vaso a chiusura ermetica con 1/2 litro di alcol a 90° e qualche foglia di erba Luigia. Non so se in Campania lo fanno, ma io trovo che questa aggiunta conferisca al liquorino un sapore ancora più intenso. Ho lasciato tutto in infusione per 2 settimane.
Trascorso questo tempo ho preparato uno sciroppo facendo bollire per circa 5 minuti 1/2 litro d’acqua con 350 gr di zucchero semolato e quando si è raffreddato l’ho aggiunto nel vaso.
Ho fatto riposare questo preparato per altri 10 giorni poi l’ho filtrato attraverso un tovagliolo a trama sottile e l’ho versato in una bottiglia di vetro.
Poi però l’ho travasato in una bellissima bottiglietta da circa 1/2 litro degli anni ’30 che ho comprato a un mercatino e che tengo su un vassoio in salotto con altri liquorini (di mirtilli, caffè, arancia) sempre in bottigliette vecchiotte recuperate ai mercatini dell’antiquariato (da rabboccare all’occorrenza) insieme ad alcune classiche caraffe di cristallo con liquori tradizionali e a vasetti inglesi di frutta sotto spirito.