Il comfort food, ossia il cibo consolatorio, di cui oggi si parla piuttosto spesso è quella forma di nutrimento che rasserena anche lo spirito.
Ognuno di noi ha in fondo un “cibo della memoria” che, assaporato, dà sollievo e rassicura. Può essere un piatto di famiglia, i risi e bisi della nonna per esempio, oppure i tortellini col brodo di dado, veloci e caldi quando d’inverno si è fatto tardi in ufficio, ma anche pane e Nutella davanti alla TV. Basta che quello che scegliamo di mangiare ci faccia stare bene.
Quando erano piccoli, ai miei figli, come premio o come sostegno, cucinavo la pasta al forno, vero balsamo per tutte le inquietudini adolescenziali.
Adesso non è più tra i piatti preferiti di mio figlio, mentre gode ancora dei favori di mia figlia, che se ne astiene però per ragioni etiche ed estetiche!
Tuttavia, la pasta al forno di casa nostra è rimasta nella memoria anche degli amici e delle compagne di scuola che frequentavano di tanto in tanto la nostra tavola.
Per essere un vero “comfort food” comunque, la pasta doveva essere quella avanzata dal giorno prima ed essere condita o col ragù classico, la besciamella e il parmigiano oppure con tutti quei pezzetti di formaggi vari che restano sempre in ogni frigorifero, un po’ di panna o di latte e la noce moscata.
Sono dell’opinione che solo così, recuperando, le ricette diventano veramente familiari. Di casa. E voi?