Oggi il post lo faccio un po’ a modo mio, parlando di salsa tartara… ma partendo da lontano. Vi sta bene?
Vi mostro cosa ho trovato ieri sera sfogliando le foto di viaggio di alcuni anni fa.
A volte ho l’impressione di avere dei déjà vu, ma ci sono alcuni luoghi lontani che presentano strane e insospettabili analogie.
Vi faccio l’esempio di due località che distano tra loro più di 9.000 chilometri. Chi lo direbbe mai osservando queste due foto?
L’architettura delle costruzioni è molto simile, l’odore del mare è lo stesso, l’eleganza rilassata dell’ambiente in generale non differisce da un luogo all’altro. Eppure si tratta di due continenti diversi.
Questo è un hotel di Deauville, in Normandia, che si affaccia sulla Manica.
Questo invece è un residence di Carlsbad, in California, che si affaccia sul Pacifico.
Bizzarro, vero? E anche divertente.
E tra le vecchie foto dei viaggi fatti in Francia e negli Stati Uniti ho trovato altre analogie anche per quanto riguarda il cibo, che è l’argomento del mio Blog.
Ecco gli astici da asporto Bretoni.
E quelli di Cape Ann nel Maine.
Gli astici si acquistano in entrambe le località (e in molte altre naturalmente) semplicemente bolliti. Ti vengono consegnati tagliati a pezzi, già privati del carapace, in vaschette di cartone o in contenitori di plastica, in Francia con accanto una cucchiaiata di maionese all’aglio, negli Stati Uniti con una ciotolina di burro all’aglio, ma sempre accompagnati anche dalla salsa tartara.
Si possono gustare seduti su una panchina di fronte al mare, oppure ai minuscoli tavolini che spesso si trovano davanti alle rivendite o portarseli a casa, se si ha una casa in quelle località, anche in affitto temporaneo.
Tanto per ricordare che questo è, come dicevo, un blog gastronomico, brevemente vi dico come faccio la mia salsa tartara, mentre voi pensate a lessare gli astici…
Si fanno rassodare 3 uova, si prelevano i tuorli e si lavorano con una spatola insieme a 1 cucchiaio di succo di limone e 1 pizzico di sale.
A questo composto cremoso si aggiungono 2 tuorli crudi e si monta la salsa con le fruste elettriche unendo goccia a goccia 100 ml di olio di oliva delicato, come quello del Garda per esempio, e 100 ml di olio di arachidi, di mais o di girasole.
Quando la salsa ha raggiunto una consistenza densa e soda si incorpora un trito di prezzemolo, dragoncello, cetriolini e capperi sott’aceto, circa una cucchiaiata. Si insaporisce con 1 pizzico di pepe e si mescola delicatamente.
La salsa tartara è pronta.
Si può conservarla in frigo 2-3 giorni, non di più.
Oltre che con gli astici bolliti ricordo che è eccezionale anche con i filetti di pesce impanato e fritto e con le polpette di granchio (crab cakes).
Che bello risfogliare i diari di viaggio! La salsa tartara mia mamma la faceva per accompagnare la carpa, ma mi sembra che usasse solo i tuorli sodi. Farò una ricerca:
In realtà a me la salsa tartara piace anche spalmata sul pane dei toast con prosciutto e formaggio. Non cucino mai la carpa, ma di sicuro ci sta bene.
La carpa è un povero pesce pieno di lische. Secondo me la cucinava solo mia mamma. A parte gli ebrei, almeno secondo quel che si legge nei libri.
Quei posti … incredibili analogie! 😉
La salsa tartara l’ho sempre acquistata (in vasetti, al supermercato) e so già che è tutt’altra cosa.
Questa tua salsa proverò a farla seguendo alla lettera le tue indicazioni. 😉
Un abbraccione
Affy
Ho davvero tanti bei ricordi legati ai posti che ho visitato, sono il mio tesoro. Viaggi, cibo, souvenir fanno tutti parte della mia vita.
Ti abbraccio anch’io. Buon pomeriggio.
Ottima Silva.
A casa la usiamo per riempire gli albumi delle uova bollite usate per la preparazione.
Certo però che con gli astici è meglio.. eh eh eh
🙂
Buona idea, io non lo faccio mai, uso il tonno invece, con i capperi e la maionese. Concordo sugli astici…
neanch’io ho mai preparato questa salsa, l’ho sempre comprata. Però, chiaramente non è affatto la stessa cosa. Mi piacerebbe provarla, ma temo il passaggio del montaggio con l’olio, visto che con la maionese non mi riesce!!!
Ma qui è più facile, perché c’è una base solida da cui partire, fidati, ma aggiungi i due oli veramente goccia a goccia. Vedrai che ti riesce bene!
sì, penso proprio che ci proverò
Poi mi dici eh!
Questi astici mi perseguitano da un po’ di giorni… Mi tocca comprarne uno e cuocerlo, naturalmente accompagnato dalla tua salsa tartara 😉
Mchan
Ps: certo che vedere delle deliziose casette del NordEuropa sulla costa Californiana fa un po’ strano…
La zona di San Diego, estremo Sud della California, ha moltissimi richiami architettonici all’Europa e naturalmente gli Americani li trovano così chic!
Mi raccomando, l’astice compralo surgelato o avrai l’ingrato compito di doverlo giustiziare personalmente!
che bello, mi hai fatto viaggiare un po’ con te! e… la salsa tartara è una delle mie preferite, semplicemente spalmata sul pane tiepido con del prosciutto! oddio che fame!
Le salse fanno questo effetto anche a me!! Quanto ai viaggi, ho la fortuna di una memoria straordinaria che mi consente di godere appieno dei ricordi. Certo le fotografie aiutano…!
Bello l’accostamento tra viaggi e cibo!
Di sicuro farò provare la salsa tartara da mia moglie.
Un caro saluto.
Nicola
Grazie Nicola. In entrambi i libri che ho scritto c’è questo leitmotiv di ricordi abbinati alle ricette: è quello che mi piace e sono felice che piaccia anche a te questo abbinamento.
Silva che bello questo post, ti prego metti ogni tanto qualche foto, sono stupende, mi hai fatto venire una voglia di preparare la tua salsa tartara e comprare gli astici, ma guarda che sei una monella, mi metti troppe voglie, 🙂 baci tesoro, ti voglio un mondo di bene, a domani, ❤
A domani cara. Grazie. Guarda che gli astici erano una provocazione… La salsa tartara è talmente buona da essere peccaminosa e va d’accordo con i toast, i filetti di merluzzo impanati, le polpettine di granchio e anche quelle di salmone, insomma è un passepartout!
Buonanotte cara, ma io adoro gli astici, fammeli comprare, ti prego, 😀 tvb, a domani, ❤
Allora domani ti dico anche come preparare il burro all’aglio…
Buonanotte!
Io non amo l’aglio ma gli altri si, sara’ buonissimo, ne sono sicura, 🙂 baci cara, buona serata, qua c’e’ un vento forte, da ieri sera! Stamattina sono uscita con Willy ma ho dovuto tenerlo in braccio per tutto il tragitto, il vento me lo portava via, 😀 😀 😀
Fare un post a modo tuo ti è riuscito benissimo. Bellissimi i posti e bellissime le foto attraverso le quali si sente quella brezza marina tipica del mare del Nord. Che voglia di viaggiare e mangiare camminando sulla battigia con un bel panino strabordante della tua salsa tartare. Ah la devo proprio provare. Mi è venuto un appetito gigantesco. Ciaoo Bea
Grazie Bea, questa salsa è una vera tentazione, concordo! E una tentazione sono secondo me le foto sia dei bellissimi luoghi che ho citato che degli astici bolliti della Bretagna e del Maine!
Ti abbraccio e ti raccomando di dare un’occhiata al post di oggi, potrà tornarci utile…
Lo farò, come vedi sono sempre in ritardo sulle mie tabelle di marcia. Bacioni 🙂
Le somiglianze sono davvero impressinanti, il cibo come filo conduttore che ttraversa i continenti 🙂 che bei ricordi.
besos
Sally
Il cibo è spesso davvero il fil rouge di molti episodi della nostra vita.
Un abbraccio, Sally.