Quando vengono a pranzo i ragazzi a volte faccio solo l’antipasto e la pasta.
“Solo” la pasta significa che cucino sì un unico tipo di pasta, ma al centro della tavola posiziono un vassoio girevole sul quale trovano posto diversi tipi di sughi per condirla.
È lo stesso sistema che adottano quelle tipiche trattorie Veronesi di vecchia tradizione e di sostanza che ogni tanto cito.
Uno dei primi piatti più tipici della nostra cucina sono infatti le “lasagnette coi quattro sughi” che sono invariabilmente il ragù di carne, quello di fegatini, il sugo di piselli (o di un altro ortaggio si stagione, a volte) e quello di pomodoro.
In famiglia però le combinazioni sono spesso differenti e solitamente la scelta è anche più ampia. L’ultima volta per esempio c’erano in tavola 6 sughi diversi tra cui una variante col pomodoro del sugo di piselli, che invece in genere è bianco.
E le mie lasagnette le ho condite così.
Si soffrigge dolcemente 1 piccola cipolla tritata in olio e burro.
Si aggiunge un barattolo di passata fine di pomodoro, 1/2 cucchiaino di sale grosso e 1 cucchiaino raso di zucchero.
Si lascia sobbollire piano per una ventina di minuti mescolando con un cucchiaio di legno.
Quando la salsa di pomodoro è bella densa e corposa si aggiungono 400 gr di piselli freschi o surgelati, oppure un barattolo di piselli medi di una buona marca, scolati e sciacquati.
Si mescola, si spolverizza di pepe bianco e si sala appena.
Si procede alla cottura a tegame coperto.
Cito ancora una volta mia nonna Virginia, infallibile nelle cose di cucina, per precisare che il sugo è pronto quando il grasso diventa trasparente e passando il cucchiaio di legno tra il sugo e le pareti del tegame si sente un inconfondibile sfrigolio. Per essere certi che sia cotto a puntino insomma “bisogna sentirlo cantare”.
Grazie nonna, non non ho mai sbagliato una cottura!
Ecco, questo è dunque uno dei sughi che ho portato in tavola l’ultima volta insieme agli altri cinque per una “pasta” davvero varia e golosa.
Credetemi, è un modo divertente e molto conviviale di mangiarla in famiglia, ma anche con gli amici. Si ruota il vassoio oppure ci si passano le ciotole o le salsiere e ci si serve del sugo preferito oppure si azzardano combinazioni di fantasia.
A parte si passa il parmigiano grattugiato.
Siamo in periodo di SanRemo… Il sugo che canta potrebbe fare “la voce grossa” 🙂
Ma no! È una sinfonia!
ma che bella idea!!! grazie Silva, anche oggi!! 😉
Grazie a te, Nico. Questo è proprio un sugo di famiglia!
Che buono Silva. E’ proprio vero questi piatti non fanno altro che ricordare le nostre mamme o nonne, che preparavano una decina di piatti in tutto ma li facevano talmente buoni che era un piacere mangiarli e rimangiarli. Oggi vorrei sentire questa sinfonia a casa mia, ma ahimè c’è solo brodo di pollo con pastina. Che tristeee! 😦
Che brava invece! Un pranzo intelligente anche se in realtà poco goloso…
Buon pomeriggio e un grosso abbraccio.
e infatti anche mia mamma lo fa sempre!buonissimo!
Come diceva anche Bea, le mamme e le nonne hanno la prerogativa di cucinare certi sughi semplici ma squisiti!
Buonissimo questo sugo Silva anche a casa mia si preparava spesso☺️
Allora non è solo una ricetta veneta!
Assolutamente no 😉
Che bella idea Silva, mi piace tantissimo permettere ai commensali di scegliere il sugo!!! Io adoro il sugo di piselli, come la piccola Greta,mentre Serena non li ama tanto, me li lascia sempre nel piatto.
un abbraccio
Allora la soluzione di far scegliere a Serena il sugo che le piace di più va bene anche per lei! Comunque figli e amici trovano molto divertente questa idea, ma non si limitano a scegliere solo un sugo: il più delle volte li assaggiano tutti!
Non conoscevo questo uso della “ruzzola”. Soprattutto non sapevo che fosse una tradizione veronese. Forse i nostri amici veronesi sono diventati correggesi da troppo tempo.
Cos’è la ruzzola? Il vassoio girevole? Quello lo uso io perché lo trovo comodo, ma nei ristoranti i sughi li servono in salsiere su un vassoio.
Tutte le trattorie che propongono il carrello dei bolliti e degli arrosti propongono come primo piatto la pasta fatta in casa coi sughi a scelta, tortellini e tagliolini in brodo coi fegatini. Vedrai che i tuoi amici te lo confermano!
“Ruzzola” è una parola dialettale che indica un gioco che si faceva con forme di pecorino (poi sostutuite con forme in legno). Era una corsa con attrezzo. In casa mia chiamiamo ruzzola un vassoio girevole che usiamo sul tavolo da pranzo quando è aperto e quindi molto largo. Di solito facciamo girare i contorni (e cadere i bicchieri :D)
Sì sì, allora anche le mie sono ruzzole! Ne ho una di legno per la cucina e due di vetro per il tavolo della sala da pranzo. In genere le utilizzo anche per sale, pepe, olio, aceto e salse
Originale l’idea di presentare la pasta con la variante di più sughi, da scegliere in base ai propri gusti. 🙂
Il sugo con i piselli lo apprezzo molto e ti sembrerà strano, mi piace particolarmente quando accompagna le fettuccine … tu le chiami lasagnette? Sopra una spolverata di parmigiano reggiano et voilà, buonissimo! 🙂
Ti ho detto vero che i tuoi ragazzi sono proprio molto fortunati? 😉
Con questa certezza ti abbraccio forte
Affy
Le più classiche delle trattorie veronesi propongono fettuccine o tagliatelle (che qui chiamiamo proprio lasagnette) generalmente con 4 sughi tra cui scegliere, come dicevo. A casa ci siamo sempre divertiti a giocare “al ristorante”, replicando questo piatto!
Grazie Affy, adoro i miei figli e le loro “propaggini”, dunque mi è facile trovare sempre qualcosa di speciale per loro!
Ti abbraccio anch’io, cara, buona serata.
Buono! Faccio un sugo molto simile, a volte anche con un po’ di prosciutto crudo.
Squisito! Rende sicuramente il sugo molto più saporito. Invece io aggiungo il prosciutto, ma cotto, al sugo “bianco” di piselli e mi piace condire i tortellini.
Anch’io faccio la version bianca con piselli, prosciutto cotto, cipolla, e panna. Non ho mai usato questo sugo per condire i tortellini, solo per penne.
Silva mi piace tantissimo questo modo di servire la pasta, ho voglia di proporla a casa mia, con la pasta fatta in casa, non ho il vassoio girevole, posso farmelo fare da mio marito, e’ bravissimo, sto gia’ pensando che ci divertiremo, pensa che il sugo di piselli che adoro non lo faccio spesso perche’ a casa mia non piace a tutti ma con la tua idea favolosa lo preparero’ spesso , menomale che ci sei tu, 😉 baci cara, buonanotte e grazie per tutto, ❤ ❤ ❤
È davvero un’idea che mette d’accordo tutti! Diventavano matti gli amici dei miei figli, quando erano piccoletti e invitavano a pranzo i compagni di scuola, perché anche se è tutto molto semplice non avevano mai mangiato la pastasciutta così! Il vassoio girevole non è necessario, basta passarsi le salsiere e le ciotole coi sughi, che sono solo belle da vedere tutte vicine in centro alla tavola. Io ce l’ho da un sacco di tempo, quando avevamo il tavolo di cucina rotondo e piuttosto grande per non stare a chiedere continuamente di passare formaggio, sale, olio. Poi naturalmente gli ho trovato anche altri utilizzi! L’altr’anno ho comprato questi di vetro, più eleganti che vanno benissimo quando apriamo la tavola della sala da pranzo, che diventa davvero molto grande e quasi quadrata.
Ecco sai tutto. Vedrai che piacerà a tutti l’idea di un solo tipo di pasta, ovviamente, ma da condire a piacere in base ai gusti!
Buona notte anche a te e un grosso abbraccio.
Ottima idee! i sughi da scegliere, il vassoio girevole… mi piace tantissimo soprattutto in estate quando spesso mi arrivano tanti amici a sorpresa, me la ricorderò certamente, con i piselli del mio orto una delizia! grazie per la stuzzichevole e veloce ricettina, anche in Toscana questo sughetto primaverile è conosciuto, viene aggiunto il rigatino(pancetta).
al prox post
un abbraccio
Sì! Si divertono sempre tutti con questo gioco dei sughi girevoli! Con i piselli freschi e il pancetta a pezzi grossi mia nonna condiva la polenta morbida: piatto unico!
Ricambio l’abbraccio. Buon pomeriggio.
Ricetta salvata, ma soprattutto ho apprezzato il consiglio di nonna Virginia, lo terrò a mente!
Un abbraccio
Mia nonna è stata il mio mentore, era il mio mito. Ti abbraccio anch’io Tiziana cara.
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