Quando non c’erano i freezer il tartufo si conservava nel riso.
Si riponeva intero, lavato e asciugato alla perfezione in un vasetto a tenuta ermetica, di quelli con la gomma intorno all’apertura e la chiusura col gancio di metallo.
Si copriva di riso e si toglieva per affettarne un po’ sull’uovo al tegamino o sulle tagliatelle e poi si riponeva fino a quando non serviva un’altra volta.
Quando il tartufo finiva, col riso in cui era stato conservato si faceva un risotto squisito e profumato.
Nonostante del tartufo in genere non rimanessero che dei pezzetti di scorza, si grattugiavano e si miscelavano al parmigiano.
Il profumo intenso e inconfondibile del tartufo aveva ormai impregnato tutto il riso contenuto del vaso, quindi era sufficiente preparare un semplice risotto bianco e mantecarlo alla fine con un bel pezzetto di burro e il parmigiano al tartufo.
Il mio risotto bianco è quello che mi ha sempre consentito di portare in tavola simultaneamente piatti conditi con sughi diversi senza nessun problema.
Anche se non è il modo corretto di cucinare il risotto, questo a casa nostra è diventato “il modo”.
Ne ho già parlato, ma faccio un rapido riassunto.
Misuro il riso che mi serve e metto in una pentola il doppio del suo volume di brodo.
Quando arriva a bollore verso il riso a pioggia, scuoto la pentola, abbasso il fuoco e faccio cuocere semi coperto finché tutto il liquido non è stato assorbito, senza mai mescolare.
Questo coincide di solito con la perfetta cottura del riso.
Fuori dal fuoco aggiungo il burro e abbondante parmigiano.
A questo punto in genere completo con un sugo o una salsa che ho già preparato a parte anche il giorno prima.
Nel caso del riso profumato al tartufo, è sufficiente mantecarlo con il burro e il mix di parmigiano e tartufo grattugiati e servirlo subito.
Tutto qua, ma complice l’aroma che è stato assorbito e quindi restituito, ne esce un risotto memorabile.
Hai ottimizzato in maniera ineccepibile un risotto.
Mi è piaciuta tantissimo la descrizione che accompagna la ricetta di oggi e mai avrei pensato che cucinando il riso dov’era stato conservato un tartufo si potesse ottenere un piatto così profumato e pregno di sapore.
Ed anche oggi hai regalato una chicca speciale … grazie infinite! 😉
ti abbraccio
Affy
Grazie a te Affy, attenta depositaria dei miei “segreti dello chef”, che come sai condivido sempre con grande spirito di comunione con tutti quelli che mi stanno a sentire e apprezzano i miei suggerimenti e le mie trovate!
Ricambio l’abbraccio. Buona giornata.
Silva, mi hai dato un paio di ideone (come al solito). Thanks!
Mi fai felice, Vincenzo. Sul serio. Grazie a te.
devo provare, io di solito aggiungo il brodo a poco a poco. …
anche mia nonna conserva il tartufo nel riso .. sorrido.. 🙂
Che bello Cris: noi nonne la sappiamo lunga… La cottura del riso così come l’ho più volte spiegata (2 parti di brodo, quando bolle 1 parte di riso, si abbassa la fiamma, si lascia sobbollire semi-coperto, senza mai mescolare, fino a fine cottura) secondo me ha molti vantaggi e una volta che si adotta, sarà difficile tornare alle abitudini precedenti, vedrai!
Un applauso per la tua ricetta passo passo…fantastica Silva!
Grazie Ines, l’abitudine di utilizzare il riso in cui sono stati conservati i nostri modesti tartufi dei Lessini è una vecchissima pratica di famiglia. Io l’ho ereditata da mia nonna Virginia che in questo modo ottimizzava al massimo le caratteristiche del tartufo!
si sa che per il risotto ci sono le diverse scuole di pensiero. Secondo me sono tutte valide se poi il risultato è buono. Io son di quelle che aggiungono il brodo un po’ alla volta ,ma voglio provare il tuo metodo.
Il tuo risotto ha un aspetto molto invitante.
Dopo che l’hai provato, mi dici cosa te ne sembra, vero?
Non conoscevo questa cosa del tartufo conservato nel riso. E pensare che intorno a casa mia c’è una piccola zona in cui hanno sempre trovato tartufi. Un piatto di questo risottino me lo mangerei anche subito!
Hai ragione, un buon risottino non ha orario!
I tartufi, un po’ come i funghi, sono molto delicati e hanno bisogno di essere conservati all’asciutto. Il riso è sempre stato il modo migliore per assorbirne l’umidità. Naturalmente con l’avvento del freezer è tutto più semplice. Quando riesco a procurarmene un po’ a prezzi ragionevoli preparo il burro e lo metto via a panetti che poi utilizzo quando mi serve, ma il riso resta sempre il metodo più collaudato. Prova!
Immagino il profumo, deve essere meraviglioso. Si, avevo già letto il tuo modo di preparare il risotto, non l’ho ancora provato ma mi incuriosisce molto. Tu sai che prima o poi arriverà sulla nostra tavola anche questa preparazione!
E poi mi dirai che non tornerai mai più al metodo classico! Scherzo, ma ti assicuro che per chi non ha tanto tempo, questa preparazione è il massimo.
quindi per me che spesso devo fare i salti mortali va benissimo!!
Certo: ti prepari i sughi prima, una volta che l’hai buttato il riso va da solo e non ci pensi più e puoi servire due o tre risotti differenti contemporaneamente. Mi sembrano soluzioni di tutto rispetto!
Per chi non ha molto tempo, questa preparazione è super!!!
Lo è!! Sono anni e anni che la maggior parte dei miei risotti li preparo con questa base e vengono stupendi. Naturalmente questo al profumo di tartufo è molto ghiotto.
La cottura e’ un po’ come preparare il riso alla pilota, mi sembra, senza mescolare, e’ buonissimo, io ho provato anche a cuocerlo in forno Silva, devo cercare la ricetta, vengono entrambi buonissimi!! Con il formaggio al tartufo, favoloso!! Non sapevo della conservazione del tartufo, anche perche’ “qua”, se ci regalano un pezzetto/ino di tartufo lo finiamo subito, 😀 baci cara amica, ❤
Si sa, per quanto riguarda i tartufi voi siete dei privilegiati! Qui nei dintorni se si riesce a comprarne un bel po’ direttamente dai cercatori si pagano il giusto e vale la pena di farne una piccola scorta. L’anno scorso sono stati un graditissimo regalo di Natale dei miei consuoceri e grattugiati e messi in freezer mi sono durati un bel po’.
Come dicevo, prima dell’avvento del freezer, mia nonna e poi mia mamma li hanno sempre conservati nel riso e quando ero piccola odiavo quell’odore quando aprivano il barattolo. Adesso li mangerei a morsi con pane e burro!
Oggi è San Martino e ho fatto il castagnaccio, domattina posto la ricetta: vedrai, ho scritto che anche questo è un sapore che ho imparato ad apprezzare da grande.
Grandi chiacchiere anche stasera eh?! Guarda le mail, ti ho inviato una foto. Buonanotte Laura, un grosso bacio. Un abbraccio a Kiara, un saluto ai tuoi uomini di casa e una carezza a Willy. A domani.
Vado a vedere Silva, aspetto la ricetta, voglio farlo anch’io, che bello leggerti, il tuo blog oltre le ricette, favolose sa di buono, per i teneri racconti che ci regali, grazie di cuore, ❤ Notte serena!!!
P.S. Anch’io faccio in forno il riso pilaf. Il concetto è proprio un po’ quello, ma quello in pentola lo faccio semplice, solo con il brodo, il burro e il parmigiano perché alla fine aggiungo il sugo che ho scelto, mentre a quello al forno aggiungo spezie, cipolla e odori. Diventa un po’ più orientale come sapore.
Troppo buono Silva, sei unica, ❤
Silva…che meraviglia !!!! Molly mi ha fornito di altri tartufi,il risotto lo farò come suggerisci tu, per il resto……..vado di tortelli!!!!!! Ciao ,buona serata !😉
Ripeto anche in questa occasione: che invidia Tiziana! Se hai voglia di testarlo, fa pure il risotto 2:1 come ho suggerito e grattugiaci sopra alla fine, dopo averlo mantecato con burro e parmigiano, il tartufo come se piovesse!
Felice serata anche a te, un abbraccio.
Hai ragione, avere vicino Molly e’ davvero una fortuna!
Per il fine settimana farò i tortelli al tartufo con la ricetta che mi ha dato il proprietario di Molly …..ti farò sapere!!!
Ciao, un abbraccio !
Li aspetto eh!
Contaci!!!!! Ciao
Che meraviglia leggere le tue premesse😊 Sono delle vere e proprie “chicche” da custodire….. il tartufo, è uno di quei doni che l’autunno porta con sé ed il tuo, è certamente il modo migliore per lasciare esprimere e sprigionare al meglio le sue caratteristiche….
Un felice Venerdì a te Cara Silva😉
Grazie tesoro, lo sai, quasi tutte le mie ricette hanno la loro storia, storia che mi piace raccontare. Così mi sembra che anche quelle più comuni acquistino un maggior valore!
Un grosso abbraccio e buona giornata.