Gli antenati dei finger food

Quando siamo andati ad abitare in campagna, all’inizio degli anni Ottanta, non è stato facile legare con i locali, che guardavano sempre con diffidenza, quando non si trattava di circospezione, chi entrava nel loro piccolo mondo limitato di conoscenze fin dalla nascita e strette parentele.
Dunque, l’atteggiamento in generale cauto e guardingo dei nostri compaesani induceva noi forestieri a radunarci in circoli piuttosto ristretti e a volte decisamente snob, inutile negarlo.
Più o meno un paio di volte al mese organizzavamo una cena a casa dell’uno o dell’altro, d’estate in genere nei giardini.
Ognuno portava un piatto, che poteva essere o meno la sua specialità, come il “pollo in catrecattrot” che ho postato l’11 luglio per esempio.
Il più delle volte io mi occupavo degli antipasti, quelli che adesso si chiamano finger food, perché mi divertivano e mi riuscivano anche piuttosto bene. Un po’ come adesso, in fondo.
Oggi ve ne propongo due tra i tanti, semplici e di effetto, che ho rifatto da poco e offerto in terrazza.

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Il primo è un’insalatina di scampi bolliti, sgusciati, tagliati a pezzetti e conditi con una salsetta a base di yogurt, sedano tritato, succo di lime, erba cipollina e qualche goccia di Tabasco. Si mescola e si accomoda a cucchiaiate su fettine di cetriolo prima salate e poi asciugate bene con la carta da cucina.

Il secondo è semplicemente una piccola Caesar Salad (ricetta che ho postato il 27 marzo) appoggiata a cucchiaiate sui cracker Ritz e sormontata da una coda di gambero sgusciata e saltata in padella, insaporita con un trito di cipollotto fresco.

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Come dicevo questi sono due dei tanti chiamateli finger food, amuse bouche, aperitivi o antipastini che preparo da un’infinità di anni e che ogni volta riscuotono un successo incredibile.
Sono il mio maggior divertimento perché richiedono più fantasia che abilità e non c’è bisogno di impegnarsi troppo per ottenere grandi risultati sia in famiglia che con gli ospiti.

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16 thoughts on “Gli antenati dei finger food

  1. Come ti capisco, anche qui in Sardegna, nei piccoli centri, è molto difficile venire accettati dai residenti. Coloro che vengono da fuori sono chiamati “strangius” (=stranieri) e tali permangono per anni e anni. Un pò come fanno i giapponesi che chiamano “Gaijin” quelli che vengono da altre nazioni.
    🙂

  2. Mi sa proprio che tutto mondo è paese. Anche dove vado al mare io a noi “stranieri” ci guardano sempre storto. Come se gli rubassimo qualcosa. Mah. Invece gli portiamo moltissimo, anche semplicemente a fine agosto il posto si svuota e nei negozi e locali non c’è più anima viva, mentre prima era strapieno di turisti. Eppure noi resteremo sempre la gente che viene da fuori e che va guardata male per questo. Quest’estate poi si è toccato l’apice, continuo stress a causa di questa ostilità. E dire che noi andiamo lì da oltre vent’anni.
    Mchan

  3. Io davanti a queste fotografie alzo le braccia e aprirei volentieri la bocca! 🙂
    Bocconcini fantastici ricchi di gusto, sapore e poesia. Non saprei quale scegliere … hanno sonorità diverse!
    Antipastini che meritano grande considerazione sia per le materie prime e sia per la mano che li ha confezionati che non smette mai di stupire e coinvolgere.
    Complimenti anche per l’eleganza nella presentazione 🙂
    un grande abbraccio
    Affy

    • Un po’ alla volta finirai col conoscere tutta la gamma dei miei antipastini, per i quali vengo bonariamente canzonata da mio marito per il tempo e la cura che mi occorrono per presentarli! Ma ormai lo sai che mi diverto così.
      Buona serata cara, un grosso abbraccio anche a te.

  4. Che buoni Silva, adoro gli antipasti presentati cosi’, anch’io mi diverto a prepararli e come dici tu, ci vuole tempo, i miei lupi invece ci mettono un nanosecondo a mangiarli, 😀 baciotti cara, ti auguro una serena notte e una buona giornata per domani, ❤

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