Appena tornati dal viaggio di nozze a Parigi, la prima volta che abbiamo invitato a pranzo i miei genitori, per fare sfoggio delle recenti esperienze gastronomiche, ho preparato il pollo al vino: molto francese, molto complicato per la poca dimestichezza che fino a quel momento avevo maturato in ambito culinario e… molto cotto, visto che l’avevo cucinato in pentola a pressione.
Fortunatamente da allora la loro unica, eclettica figlia di strada ne ha fatta un bel po’ e adesso sono in grado di portare in tavola un Coq au vin impeccabile, merito forse anche delle successive ripetute sortite in terra di Francia, dove abbiamo affinato i nostri gusti, e dell’aver nel frattempo appreso molto di tecnica e arte culinaria.
Le volute di vapore che salgono dai miei tegami e dalle casseruole forse sono le immagini sfocate di Francois Vatel, Brillat-Savarin, Paul Bocuse e Auguste Escoffier, che hanno smesso di guardarmi in cagnesco, ma mi sorridono ormai benevoli.
Si fanno rosolare in una casseruola 150 gr di pancetta a dadini con 20 gr di burro, si aggiungono 200 gr di cipolline sbucciate e 200 gr di funghetti coltivati affettati.
Con 2 cucchiai di olio si fa dorare in tegame 1 pollo bello grosso tagliato in 8 pezzi.
Si sfuma con 1 bicchierino di Cognac e poi si uniscono le cipolline e i funghi col loro sugo.
Si versa 1/2 litro di vino rosso corposo (scegliete pure quello della vostra zona) e si aggiungono 1 foglia di alloro e un trito di salvia, aglio, timo e rosmarino.
Si aggiusta di sale e di pepe e a tegame coperto si lascia cuocere circa 3/4 d’ora.
Nel frattempo si amalgamano 30 gr di burro con 1 cucchiaio di maizena (o di fecola) e si aggiungono mescolando al fondo di cottura lasciando sobbollire piano per altri 10-15 minuti.
Normalmente si serve in pirofila perché può essere preparato in anticipo e riscaldato in forno.
Questa è la versione moderna e velocizzata di un classico della Cucina d’Oltralpe che pare fosse stato servito anche a Giulio Cesare durante la sua conquista della Gallia.
Naturalmente sono in grado di preparare anche la versione più tradizionale, previa marinatura del pollo, ma questo è un metodo più contemporaneo, che sono certa apprezzerete maggiormente.
stellina-preferiti-da fare!
tu sei una miniera di idee e rispolveri ricette vintage degne di ogni nota. Per una che si ispira leggendo l’Artusi… sei un mito! te lo dico sempre!
E mi fai arrossire! Ho passione, fantasia, tempo ed esperienza, quindi non mi risulta troppo difficile sfornare ricette…
non minimizzare però…sei brava!
Grazie. In fondo è vero…
ma sai che non ho mai fatto il coq au vin. Devo rimediare subito e seguirò la tua ricetta
Vedrai che ti piacerà. È più gustoso del semplice pollo arrosto (perfino di quello zoppo!) e anche di quello alla cacciatora. Hanno un sacco di difetti, ma i Francesi in cucina ci sanno veramente fare.
son d’accordo ma la nostra cucina è sempre al primo posto; la loro è forse più chic ma troppo “burrosa”
Mi accodo alla fila di persone che hanno manifestato interesse a provarlo..
🙂
Avrei poi piacere di sapere se sono sapori adatti anche la tuo gusto decisamente Mediterraneo perché ho in serbo un’altra ricetta francese, storica, a base di pollo.
Questi sapori vintage e sempre attuali mi mancano😭 ma da come ne parli, mi sembra quasi di assaporarne il gusto”quello di un tempo”diverso da quelli odierni…. P.S.forse è successo di nuovo, nn hai visto il mio post😞 Non vorrei pensassi che mi aspetto il tuo commento sempre, sentiamoci sempre libere di esprimere o meno il nostro parere😊 ma mi riesce difficile pensare che la mia ricetta non ti sia piaciuta, proprio perché abbraccia appieno il tuo palato fine…. Cmq non sono queste le cose importanti😊 Sereno pm Cara Silva
Ma è successo di nuovo?! Accidenti però! Comunque WordPress mi sta creando non pochi problemi: per esempio non visualizzo da più di una settimana le mie statistiche! Adesso cerco la tua ultima ricetta tramite Googol. Certo che non è un obbligo commentare i rispettivi post, ma al limite, se qualcuno non mi fosse piaciuto più di tanto avrei magari solo cliccato un semplice like senza commentarlo.
Per quanto riguarda la mia ricetta, lo sai che amo condividere oltre ai sapori anche le emozioni e i ricordi e alcuni sono proprio datati!!
mhmmmmm 🙂 buonissimo 🙂
Dopo essere vissuta in Francia, puoi apprezzare maggiormente questo tipo di ricette, vero?
sicuramente 🙂
ottima versione per il pollo. la marinatura secondo me si richiede solo per il galletto che ha carni molto più sode.
Perfetto!
Quanto mi piace leggere i tuoi racconti oltre che alle tue ricette!
Grazie! Dunque una favoletta solo per te: C’era una volta una ricetta un po’ vanitosa che non ne voleva sapere di stare al suo posto nel quadernetto della Silva.
Tanto ha fatto che è sfuggita da quelle pagine un po’ unte e strapazzate ed è finita in un blog, con dietro tutta la sua storia, le dosi e i consigli per la cottura. Lì tutti la potevano vedere ed apprezzare e finalmente si è sentita realizzata.
Ti abbraccio, Simi carissima.
Silva io ti adoro! te lo dico col cuore!!! ❤ ❤ ❤ grazie e complimenti per la donna che sei!
Grazie a te, cara, che sei sempre disposta ad ascoltarmi. Buona serata.
Sono sgaiettolata fuori dalle grinfie di WordPress … almeno spero! 😉
Il pollo è versatile in cucina e le ricette per proporlo sono davvero tante. Appetitosa anche questa, non c’è dubbio, rosolato così in un mare di gustose spezie e profumi. Io mi sono affezionata però al tuo “pollo zoppo”, mitico, è ormai leggenda. Ahhh … se Giulio Cesare l’avesse assaggiato! 🙂
Un grande abbraccio Silva 😉
Affy
Già, un pollo zoppo nostrano sarebbe probabilmente piaciuto anche a Cesare di ritorno dalle sue conquiste!