Ombretta e la sua torta di pomodori verdi

Sapete? Mi sono talmente divertita ad inventare delle favole per un contest qualche settimana fa, che ne ho scritta un’altra, accompagnata da un’interessante ricetta.
Adesso ve la racconto…

Tanto tempo fa, in un Regno molto lontano, una mattina di buonora il giovane Principe Riccardo era uscito per una battuta di caccia a cavallo del suo fedele destriero.
Attraversata la brughiera punteggiata di erica all’inseguimento di un cervo, entrò in un fitto bosco di castagni e nella foga della caccia non si avvide che gli alberi erano molto fitti, con i rami sporgenti protesi in tutte le direzioni.
In breve una fronda lo colpì in fronte e lo disarcionò facendogli battere violentemente il capo.
Rimase a terra privo di sensi finché Ombretta, una graziosa villanella, non lo trovò riverso a terra e un po’ trascinandolo e un po’ sorreggendolo fra le braccia delicate lo portò nella sua modesta casetta.
Lì lo curò per giorni e quando il principe si riprese, restò folgorato dalla visione della deliziosa fanciulla che lo aveva accudito.
La sua bellezza, la grazia, la generosità nel prodigarsi per farlo guarire, i modi garbati, la voce soave quando cantava, l’avevano incantato, ma soprattutto era stata la sua abilità in cucina a conquistarlo.

20140324-151809.jpgAbituato com’era ai piatti sopraffini adatti ai palati raffinati dei nobili di sangue reale, restò estasiato di fronte ai sapori insoliti e genuini della cucina di Ombretta e anche questo contribuì a rapirgli il cuore.
Il suo piatto preferito era una squisita torta, semplice e rustica, che la giovane preparava coi pomodori verdi del suo piccolo orto, le pere di un vecchio albero e l’uva passa, che conservava appesa nella dispensa.
Per cucinare la torta che Riccardo tanto apprezzava, Ombretta tagliava a fette 3 grossi pomodori verdi e 2 pere, li sistemava su un piatto e li irrorava con il succo di un limone.
Con 1 tazza di zucchero, 1/2 cucchiaino di cannella in polvere, 1/2 cucchiaino di noce moscata grattugiata, 3 cucchiai di farina e 3 cucchiai di fecola di patate (o di maizena) preparava una miscela alla quale aggiungeva 1 tazza di uva passa ammollata nell’acqua calda.
Preparava una sfoglia con farina (250 gr), burro (120 gr), 1 pizzico di sale e qualche cucchiaiata d’acqua. La tirava col mattarello piuttosto sottile e foderava una teglia facendola abbondantemente debordare.
Sistemava al suo interno uno strato di pomodori, qualche cucchiaiata di composto, uno strato di pere, ancora miscela, pomodori e avanti così.
Alla fine ricopriva tutto quasi completamente con la sfoglia, lasciando solo un ampio camino centrale. Poi metteva la torta nel forno a legna di mattoni nel quale cuoceva anche il pane e se avesse avuto un moderno forno elettrico l’avrebbe regolato sui 170 gradi e lasciata cuocere per 50-60 minuti.

20140324-152615.jpgUna mattina arrivò al galoppo un manipolo di dignitari di corte che avendo visto tornare a palazzo il cavallo senza cavaliere, allarmati, lo stavano cercando da giorni, per riportarlo a corte dove il Re suo padre, lo attendeva con ansia.
Lo circondarono, lo coprirono con un sontuoso mantello, lo fecero montare d’urgenza a cavallo e ripartirono di gran carriera.
Il Principe confuso, non ebbe nemmeno il tempo di salutare la sua innamorata.
Tornato alla sfarzosa vita di sempre, il Principe però non riusciva a togliersi dalla mente la bella Ombretta.
Nemmeno i giochi amorosi di corte lo interessavano più.

20140324-153322.jpgManifestò dunque al padre il desiderio di prendere in moglie una fanciulla che non aveva nobili origini ma che lo aveva fin dal primo momento curato e amato teneramente.
Il Re acconsentì e da quel momento decretò che a ogni umile fanciulla, suddita del suo Reame, fosse data la possibilità di sposare un cavaliere, non solo a quelle di nobili origini, come prevedevano il rigido protocollo e le consuetudini dell’epoca.
Furono mandati paggi e servi alla modesta casa della fanciulla che la resero degna di ricevere il Principe.
Quando arrivò, trovandola finalmente vestita e agghindata come la sua bellezza meritava, Riccardo le dichiarò il suo amore e la chiese in sposa.

20140402-231143.jpgFurono annunciate dunque le nozze, i giovani si sposarono e oltre a vivere per sempre felici e contenti, in buona salute e allietati da molti figli, ad ogni anniversario pretesero che il pasticciere di Corte, debitamente istruito, preparasse per loro la Torta di pomodori verdi che li aveva fatti innamorare, di cui Ombretta aveva portato in dote alcune piantine.
E qui ci vuole una morale, vero?!
Potrebbe dunque essere: Perfino un pomodoro acerbo può diventare la chiave per superare le barriere sociali, se è accompagnato dall’amore. Se no è buono solo in insalata.

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13 thoughts on “Ombretta e la sua torta di pomodori verdi

  1. eh le favole… a cinquant’anni, come me, non ci si crede più al e vissero felici e contenti… perchè si sa che si sarà un po’ contenti e un po’ no… se si è fortunati. Ma mi piace pensare che un uomo si conquisti e si tenga anche con la cucina…

    • La maturità è spesso accompagnata da un po’ di sano scetticismo, ma questo non dovrebbe impedirci di sognare di tanto in tanto.
      Fortunatamente l’esperienza acquisita con l’età non frena né ostacola la mia fantasia!

  2. La tua versatilità è proprio enorme.
    Bellissima la favola di Ombretta e ancor di più mi è piaciuta la morale. 🙂
    Della torta che dire? Se è rimasto impressionato il principe vuoi che noi siamo da meno? M’intriga l’abbinamento pomodori e pere che sinceramente prima di oggi non avevo mai sentito. Mai dire mai e bisogna sempre provare i nuovi gusti.
    Sai Silva che l’accostamento fiabe/cucina mi piace assai? 😉
    Complimenti dunque.
    ti abbraccio forte

    • Grazie! Due precisazioni necessarie al tuo gradito e puntuale commento: la torta ha un gradevole ripieno non proprio asprigno, ma con un sapore come dire, un po’ “virile”. Infatti è piaciuta al Principe avvezzo alla caccia e alle galoppate nella brughiera…!
      E per quanto riguarda il binomio fiabe (e magari anche favole, chissà) e ricette, sto pensando di farne un appuntamento da ripetere di tanto in tanto e poi finire magari col raccoglierla in un nuovo libro.
      Per prima cosa devo trovare però un Editore serio anche per quello che ho già scritto sull’America e poi faremo dei progetti seri.
      Grazie sai, per l’affettuoso incoraggiamento.

  3. Devo riportarti i complimenti della mia cucciolotta!
    Gli ho letto la tua favola ..e lei se ne è innamorata ….tant’è che me ne sono stampata una copia…sono sicura che tra qualche giorno me la richiederà!
    Adesso oltre a sapere dove trovare sfiziose ricette tradizionali…so anche dove trovare favole inedite!!!
    Grazie …e buona serata…ancora per noi è presto vero, per dormire?
    Giusy

    • Altroché Giusy, lo sai che mi corico tardissimo, vero? Sai che stavo abbozzando un’altra fiaba?! Mi sa però che si assomigliano un po’ tutte… adoro i lieto fine! E stranamente, perché in genere non è che siano tra le mie ricette preferite, sono le torte ad ispirarmi le fiabe.
      Ne ho già pubblicate tre e mi pare non sia ancora finita! Buona notte, cara, una carezza alla tua piccolina.

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