Di pane raffermo si parlava pochi giorni fa con Marina di Le ricette di Baccos. Per quanto poco se ne compri, di pane se ne avanza sempre.
Personalmente spesso mi trovo con il freezer intasato di sacchetti gelo con dentro diversi panini interi che prima o poi vengono buoni e con un sacchettone di pane appena sbocconcellato che conservo per grattugiare, per fare i crostini per le minestre, per sfamare le anatre del Lago. Ma me ne resta sempre un bel po’.
Quando erano piccoli i ragazzi facevo spesso un dolce morbido e profumato, adatto alla merenda, ma poi loro sono cresciuti e l’ho abbandonato.
Mi è tornato in mente adesso che questo tempo e il vento mi mettono a disagio, mi fanno accelerare il ritmo cardiaco e acuiscono la malinconia.
Si mettono a scaldare 750 ml di latte a cui si mescolano i semini di 1 baccello di vaniglia (oppure 1 cucchiaino di estratto).
Si affettano molto sottili 400 gr di pane raffermo, si coprono con il latte tiepido aromatizzato e si lasciano riposare per un paio d’ore.
Di tanto in tanto si mescola e si schiaccia con una forchetta e quando il composto è morbido e omogeneo si aggiungono 100 gr di zucchero, 50 gr di burro fuso, 1 cucchiaino di cannella in polvere, 2 uova intere e 50 gr di uvette ammollate in acqua tiepida.
Sul fondo di una teglia quadrata si versa, spandendola uniformemente, una miscela di 50 gr di noci tritate finemente, 75 gr di zucchero di canna e 50 gr di burro fuso.
Ci si versa sopra il composto, si livella e si inforna a 180 gradi per circa mezz’ora.
Trascorso questo tempo, si sforna e appena il dolce si è un po’ intiepidito si capovolge su un piatto.
Si serve tagliato a quadrotti. È buonissimo con il tè e si mangia con il cucchiaio: l’ho definito infatti un budino e non una torta.
Se non lo fate per la merenda dei bambini, le uvette le potete ammollare in 1 bicchierino di Marsala tiepido, versando nell’impasto anche quello che non è stato assorbito: avrà un sapore più stimolante!
Se non vi piace la vaniglia, la potete sostituire con la buccia grattugiata di limone, non cambia niente.
Oltre alle uvette, se volete potete aggiungere anche una mela affettata e una cucchiaiata di frutta mista candita oppure sostituirle con le gocce di cioccolato.
Voglio dire in sostanza che partendo dal pane raffermo potete creare una serie infinita di varianti del mio budino e dare sfogo alla fantasia, però mi aspetto che poi postiate anche la vostra ricetta!
ottima ricetta. Anche a casa mia si usa fare una torta simile ma non uguale. Un giorno voglio provare il tuo budino
Grazie Marina, credo che ogni famiglia abbia una sua versione dolce di riutilizzo del pane raffermo. Questa mia è morbida e sciropposa: un vero budino.
Ma sai che questi dolci antichi e molto casalinghi, di riciclo soprattutto, andrebbero proprio rivalutati?
Questo tuo, morbido come un budino, non lo conoscevo proprio!! Ottimo davvero. (copiato anche questo)
Sei sempre un tesoro.
Ho letto “budino”… e avevo dei dubbi perchè non sono un fa delle “cose molli”..
Poi ho letto “di pane” e ho pensato a come un budino potesse essere di pane..
Poi ho visto la foto e ho pensato “Cavolo che buono, perchè non l’ho ancora mangiato?” eh eh eh
Grazie Silva! 🙂
Un po’ morbidino lo è, sai Emanuele, ma puoi godere della croccantezza del fondo di noci (che diventa top una volta rovesciato il budino). Grazie a te dei cortesi apprezzamenti che riservi così spesso alle mie ricette. Buona serata.
Te li meriti tutti… 🙂
Bel piattino. Da noi a Milano il dolce che si cucina per il Santo Patrono è la “Torta Paesana”, fatta di pane raffermo, latte ,zucchero, cacao, burro, uvetta, canditi; ma il tuo dolce mi incuriosisce molto anche perché sicuramente è più leggero della Torta Paesana.
Però mi pare che un po’ le assomigli, solo che il mio budino ha meno ingredienti.
Anche se è un dolce semplice e di recupero è davvero buono sai.
ecco, quando mi avanzerà del pane e non avrò in programma fritture proverò questo budino che forse conquisterà anche lo scettico marito!
un abbraccio cara Silva
Sai Silvia, alcune ricette veramente senza alcuna pretesa come questa, a volte si rivelano una squisitezza che colpisce perfino i mariti più esigenti!
è che lui non ama il ‘molle’ ma qui dovrebbe essere sufficientemente contrastato dalle noci…tentar comunque non nuoce!
Sappimi dire!
This cake looks so moist and oozing with goodness! 🙂
It’s a family tasty way to recycle stale bread!!
da vecchio contadino e lupo…di mare odio buttare via le cose. ottima idea questa! in Toscana si fa anche la pappa con il pomodoro o pan cotto col pane raffermo e a me piace moltissimo. Ma sono dell’epoca di gian burrasca con la pavone…
In realtà il budino non è l’unico modo in cui riciclo il pane raffermo. Faccio anche i canederli per esempio.
sicuramente ci provo con il budino
Oh, my goodness! This looks so good, Silva! 🙂
Thanks Anna. It’s a very old family recipe.
It looks delicious! 🙂
Super approvato! Un abbraccio!
Grazie! Ti avrà invece fatto ridere questo semplice assemblare pochi ingredienti che ci sono in tutte le cucine!
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Silva e’ delizioso questo budino, io amo i dolci al cucchiaio, ma nutri anche le anatre del Lago, ti voglio un mondo di bene, sei troppo tenera, ❤ bacioni e grazie, ho visto la crème brulée, devo farla!!! 😀
Davvero sai, di dolci ne faccio veramente pochi. Diciamo non d’abitudine, ma soprattutto come dessert per concludere una cena con ospiti.
E proprio in queste occasioni i dolci al cucchiaio e quelli monoporzione sono l’ideale.
Sì, porto il pane alle anatre, ai cigni, ai germani reali e ai passerotti soprattutto di Desenzano e di Salò…
Ricambio i bacioni.