Il carré di maiale è uno tra i miei tagli preferiti perché in cottura, se adeguatamente arricchito di liquidi e salse, resta morbido ed è molto saporito.
Si può utilizzare intero, anche disossato, per arrosti eccellenti, oppure se ne ricavano delle braciole.
Le braciole si prestano ad essere cucinate in un sacco di modi appetitosi: alla griglia, o farcite con prosciutto e formaggio, impanate e poi fritte, o rosolate in tegame con tàmaro, latte e salvia.
A me piacciono anche cucinate con il vino rosso, perché diventano un piatto adatto ad essere servito persino con la polenta oltre che con le sempre gradite patate: l’abbondante salsa che si forma nel tegame ha un sapore fantastico.
Si pesta grossolanamente con il batticarne 1 cucchiaio di pepe nero in grani sul tagliere.
Si passano da entrambi i lati nel pepe frantumato 4 braciole di maiale di circa 200 gr l’una, premendole bene col palmo della mano per farlo aderire perfettamente alla carne.
Si adagiano in un tegame con olio e burro e si fanno rosolare da entrambi i lati, si salano e si sfumano con 1/2 bicchiere di ottimo vino rosso corposo e profumato, come per esempio il Teroldego.
Si portano a cottura e si tengono al caldo.
Intanto si deglassa il fondo con 1 bicchierino di grappa.
Si aggiungono 100 ml di panna e si fa sobbollire piano mescolando per far addensare la salsa.
Si rimettono le braciole nel tegame e si fanno insaporire.
Queste favolose braciole si mangiavano in una Stube vicino al Lago di Carezza quando a fine gennaio si faceva la Settimana Bianca coi bambini ed erano cucinate con il vino Teroldego, ma si può senz’altro usare il vino che si preferisce, purché sia rosso e profumato.
Ci venivano servite con patate cotte sotto le braci e polenta abbrustolita: sapori, luoghi, abitudini e giorni di tanti anni fa ormai, che è impossibile dimenticare.
Ma poi, chi si sognerebbe mai di farlo?!
Io la uso ancora la stufa a legna e il camino…non mi piacciono le cose veloci
Ma che meraviglia! Per me invece sono solo ricordi di infanzia o al limite di gioventù, in relazione ai camini.
Sei fortunato come me, che sono “pensionata”, ad avere il tempo di cucinare slow food.
io sto sempre con fornelli accesi. solo che in casa ho il tempo per scrivere e fotografare le ricette, anche se male. se riesco mostrerò qualcosa di più difficile anche se non era nato per questo il blog.
Silvia cara, lo sai che proprio ieri ho fatto queste bracioline? Io però ho qualche variante: al posto del pepe nero io ci metto 2 spicchi di aglio tritati, poi se la carne è un pochino alta la pesto con il batticarne. Poi prendo una pentola, ci metto l’olio, metto le bracioline e sopra di loro l’aglio. Li soffriggo girandole un attimo fino a che non risultano bianche, ci metto il dado, il vino rosso, un pochino di salsa (Oppure i pomodori ciliegino passati nel mixer), un cucchiaio di prezzemolo. Abbasso la fiamma e lascio cuocere per un’ora, stando attenta a far si che non si ritiri troppo il condimento. Comunque hai ragione, sono una vera bontà!
Anche la tua variante è molto interessante, Roberta, e il vino rosso rende il sugo proprio speciale!
Il maiale è una presenza insostituibile nella cucina. 🙂
Le braciole possono essere cucinate in vari modi ma questo è decisamente accattivante con quel vino del Trentino che sposa perfettamente la carne suina. Mi piace questa preparazione ma ancor più adoro quella salsa con la grappa che descrivi e che insaporisce le braciole: semplicemente divina.
Un gustoso secondo piatto 😉
ti abbraccio cara 🙂
È proprio uno di quei piatti tipicamente stagionali, da accompagnare con la polenta e le patate con cui si può raccogliere il sugo gustoso e profumato arricchito dal vino e sfumato di grappa. Hai colto proprio lo “spirito” del piatto!!
This is a delicious way to prepare pork chips, Silva, made even more special by your red wine sauce. Served with polenta and potatoes, it was must have been a wonderful meal.
Please forgive my error. It should say “Served with polenta and potatoes, it must have been a wonderful meal.” 🙂
Pork chips cooked with wine is a Northern Italy recipe. Polenta confirms it!