La poesia di un tramezzino in rosa

Ieri era uno di quei giorni in cui non avevo voglia di pasta, sulla quale contava invece mio marito, che occhieggiava dentro il frigorifero sperando che ci fosse una porzione di ragù qualsiasi con cui condire due penne.
Lo sa che cucino sempre quantità esagerate di sughi, come se dovessimo far fronte ad un periodo di impossibilità a fare acquisti o comunque fossimo obbligati a restarcene chiusi in casa per giorni senza rifornimenti dall’esterno.
Be’, in fondo non si sa mai… Metti che passi uno dei figli a salutare: vorresti farlo andare via senza il suo doggy bag?!
Accontentarlo non mi costava nulla in fondo: in freezer c’erano perfino delle lasagne al forno solo da infilare in microonde. E come spesso succede, un tramezzino come quello di ieri l’ho fatto solo per me.
Con buona pace di tutti.
Però con voi posso, se non dividerlo, almeno condividerlo.

20140129-173636.jpgFaccio tostare leggermente sulla piastra, solo da un lato, 2 fette di pancarrè senza crosta.
Imburro il lato caldo lasciando quello non tostato all’esterno.
Spalmo poca maionese sul burro, solo su una fetta, copro con del salmone affumicato e 1-2 foglie di cuore di lattuga spezzettata.
Ci appoggio sopra 5-6 code di gambero sgusciate e cotte a vapore, quelle avanzate dalla Catalana, le condisco con una spruzzata di succo di limone, una piccola presa di sale e una macinata di pepe.
Chiudo con l’altra fetta di pane: la parte tostata a contatto con la farcitura, mi raccomando.

In questi particolari tramezzini mi piace utilizzare il pancarrè tostandolo solo da un lato perché trovo intriganti le diverse consistenze che si incontrano addentandoli. State a sentire.
A contatto con le labbra c’è l’ingannevole morbidezza esterna del pane che non fa sospettare la tostatura interna.
Subito dopo i denti affondano nella resistenza dei gamberi e la croccantezza del cuore di lattuga e per ultimo si trovano a contatto con la cedevolezza del salmone e della maionese.
Affrontano per ultimo il contrasto con la ruvida compattezza del pane tostato che all’esterno però torna soffice.
Lo so, il cibo è poesia…

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26 thoughts on “La poesia di un tramezzino in rosa

  1. Che bello sentir parlare di casa, di quotidianità, di abitudini. … tutto si ripete, in famiglie e in vite diverse e regala sempre quella sensazione rassicurante di eterno♡ Questo tramezzino e il modo in cui lo presenti sono azzeccatissimi! Buona Giornata Carissima Silva:-):-)

  2. Silva,sei troppo forte!!!
    Il tramezzino ha un aspetto davvero invitante, ma la descrizione così dettagliata bocca, denti, palato mi riporta a lezioni di odontoiatria… come sempre e mi ripeto, il tuo gusto è perfetto.

      • Non mi dire! Come ho raccontato mille volte, io compro le code di gambero al banco della pescheria del mercato rionale del mercoledì e me le surgelo divise in porzioni per utilizzarle quando mi prende una irrefrenabile voglia di crostacei!
        In effetti non sono una grande appassionata di pesci “a forma di pesce” ma adoro seppie e calamari e vado vado pazza per molluschi e crostacei.

      • Allora in fatto di pesce ci troviamo abbastanza! Io non mangio nulla che abbia spine (soprattutto perchè ci metto tantissimo a mangiare ogni singolo boccone), non mangio i tentacoli, le cozze e le vongole. Quel poco che resta lo mangio! Mio padre, pescatore per hobby, non ha alcuna soddisfazione a portare il “bottino” a casa!

      • No no, qualche anno fa ha avuto un’intossicazione alimentare dopo aver mangiato del pesce e da allora lei non mangia nessun tipo di pesce! 😀

    • Grazie infinite Marika per la lusinghiera assegnazione del premio. Come ti ho anticipato sul tuo Blog, lo giro anche a te, come agli altri blogger che seguo e mi seguono, perché tutti meritate almeno una nomination per le vostre doti personali e la capacità di interessare e informare.
      Ti abbraccio.

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