Le polpette della mia mamma

Ho parlato con molta nostalgia delle indimenticabili e indimenticate polpette della mia mamma il 14 ottobre, quando invece ho postato la ricetta di quelle che ho definito: moderne, insolite, giovani, sfiziose, eccellenti, voluttuose, intriganti…
Accidenti! Ho usato più aggettivi che ingredienti per quelle polpettine a base di crostacei e funghi! Però se lo meritavano, dai, erano spettacolari.
Se le avete provate, mi avrete senz’altro dato ragione. Ve le ricordate? Se no e se avete in mente qualcosa di speciale, tornate a dare un’occhiata a quel post.
In quell’occasione avevo lasciato tutti a bocca asciutta accennando appena alle polpette che la mia mamma preparava con il bollito avanzato dal pranzo della domenica e qualcuno se ne era perfino lamentato.
Oggi voglio rimediare.

20140120-102830.jpgPer 500 gr di carni miste già lessate (muscolo, cappello del prete e reale di manzo, punta di petto di vitello e gallina) occorrono 150 gr di mortadella di Bologna, 1 uovo, 1 panino ammollato nel latte, 1 cucchiaio di prezzemolo tritato, 2 cucchiai colmi di Parmigiano grattugiato, noce moscata, sale e pepe bianco.
Si passa tutto al food processor frullando poco e con piccoli tocchi, raccogliendo il composto dalle pareti con un cucchiaio di legno.
Si ottiene un impasto consistente, ma non troppo asciutto, con il quale si formano delle palline appena un po’ più grandi di quelle da golf, che poi si appiattiscono leggermente col palmo della mano mentre si passano nel pane raffermo (che deve essere di pasta dura e non all’olio o al latte) grattugiato finemente, dando loro la classica forma delle polpette un po’ schiacciate.
Vanno fritte, finché non assumono un bel colore dorato, in abbondante olio e burro, scolate sulla carta da cucina e servite subito.

Questa è la versione appena appena un po’ modernizzata delle storiche polpette di casa mia.
La ricetta è quella, cambia leggermente la sua esecuzione.
Quando ero bambina la carne prima si sminuzzava col coltello e poi si macinava col passaverdura. Gli altri ingredienti si aggiungevano dopo.
Il prezzemolo (solo le foglie) si tagliava in un bicchiere con la punta delle forbici. Per prima si grattugiava la noce moscata e poi il Parmigiano, che così raccoglieva tutto il sapore, che era rimasto sulla grattugia, della spezia.
Al panino si toglieva la crosta prima di affettarlo e coprirlo di latte tiepido e la mortadella era sempre 150 gr, anche se la carne era un po’ più o un po’ meno del mezzo chilo che di solito veniva recuperato.
A volte le polpette risultavano più chiare, a volte più scure: dipendeva dalla proporzione di carne di manzo rispetto a quella di vitello e di pollame, ma erano sempre squisite.
La mia mamma aveva un tocco speciale nel capire quando la consistenza era perfetta.
Le sue polpette si impanavano direttamente nel pangrattato fine senza bisogno di passarle prima nell’uovo, così restavano asciutte e croccanti all’esterno mentre l’interno era favolosamente morbido.
Mi manca ancora tanto, la cucina della mia mamma. E mi manca infinitamente lei.

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29 thoughts on “Le polpette della mia mamma

  1. In questo post c’è una nota speciale. E’ scritta alla fine ma vale tutto il post.
    Mi sono commossa a leggere le tue parole Silva con quel richiamo verso chi non c’è più e sono onorata di preparare anch’io, quanto prima, queste polpette che sono particolari perchè hanno un ingrediente in più. La magìa dell’amore.
    Un’occasione per sentirti vicina e grazie per aver condiviso con tutti noi.
    Oggi un abbraccio particolare 🙂

  2. Io penso che ogni volta che cucini una sua ricetta, oltre ad onorarla, la senti più vicina. A me succede così con la mia nonna. Ogni volta che cucino il suo ciambellone (il suo piatto per eccellenza, la cui sua ricetta è rimasta intatta) la sento vicino a me. E ciò è triste e bello nello stesso tempo. C’è una frase che abbiamo voluto fare stampare dietro la sua foto quando è morta: chi vive nel cuore di chi resta non muore.
    Mchan

  3. sai quante volte mi capita, cucinando un piatto di mia mamma, di avere la sensazione di averla vicino a me che mi dice cosa devo fare.
    Anche la mia faceva le polpette con il lesso avanzato ma non metteva la mortadella; ingrediente che mi pare molto azzeccato. Quando avrò il lesso senz’altro le preparo seguendo la tua ricetta..

  4. Ah, le polpette della mamma……..Io credo che non ci sia stata mamma, di quelle della nostra generazione, che non le abbia preparate proprio così, con la carne lessa avanzata dal giorno prima.
    Ho letto la nostalgia che hai della tua mamma, io fortunatamente ho ancora la mia, che ne ha tanti di anni, ma è qui con me.
    Un abbraccio Lella

    • È una grande fortuna, Lella. Io sono molto più grande di te e sono nata quando la mia mamma era molto giovane. Sono ormai cinque anni che non c’è più. Ma la sento sempre intorno a me, sai.
      Ciao cara, ti abbraccio anch’io.

    • Ci sono un’infinità di ricette delle polpette, queste sono quelle di casa mia, sempre le stesse fin da quando ho modo di ricordare.
      Le dosi, la preparazione, i suggerimenti non potevano che essere assolutamente legati ai ricordi.

      • scherzavo… non ho mai pensato alle polpette di carne cotta… devono essere buone! hai mai fatto le polpette di melanzane? io non le faccio da un po’!

      • In realtà no, ma sai le nostre melanzane non è che si prestino proprio alle fantastiche preparazioni di quelle del Sud, dove tutti gli ortaggi hanno un sapore differente! Se le posti le tue polpette di melanzane, curioso volentieri nella tua cucina.
        Le polpette con la carne del bollito erano uno dei modo per riciclare il lesso avanzato. L’altro era una “insalata” con la carne affettata sottile, coperta di capperi e cipolla affettata (e anche questa ti sarebbe piaciuta, per via della cipolla, eh?!)

  5. Silvia cara, le polpette sono fantastiche! E da come tu racconti associ questo piatto a tua madre! Oltre che ad essere un’ottima ricetta è un ricordo intenso di chi ti ha voluto bene ed ora non è più qui fisicamente con te.

  6. Adoro le polpette. Le adoro in tutti i modi: fritte, con il sugo, con i piselli e con la carne del giorno prima. Le adoro soprattutto perché anche a me ricordano i momenti della mia infanzia quando mangiare delle semplici polpette calde e croccanti era una magia.
    Un abbraccio Bea

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