La crema fritta

Mi raccontava la mia mamma che per il suo compleanno, che cadeva in febbraio, mia nonna le preparava sempre la crema fritta, mentre a mio zio, che compiva gli anni a luglio, toccava un dolce freddo fatto con savoiardi e strati di crema fatta coi tuorli delle uova sode.
La crema fritta è un classico dolcetto invernale veronese, col quale quando ero bambina si poteva fare merenda acquistandone una fetta al banchetto di Piazza Erbe dove friggevano anche i bomboloni.
Le sue caratteristiche sono il taglio delle fette a forma di rombo e la spolverata finale di zucchero semolato, naturalmente si può usare anche lo zucchero a velo, ma non è la stessa cosa.

Crema fritta

Per una crema fritta come si deve bisogna miscelare in una casseruola dal fondo spesso 4 cucchiai di farina 00, 4 cucchiai di zucchero, la buccia grattugiata di 1 limone e 1 pizzico di sale.
Si aggiungono una alla volta 4 uova, amalgamandole bene con la frusta e si diluisce tutto con 1 litro di latte versato a filo, mescolando con cura per non fare grumi.
Si mette la casseruola sul fuoco e da quando inizia il bollore si fa cuocere a fuoco dolcissimo per 10 minuti senza smettere di mescolare.
Si versa quindi la crema in una pirofila rettangolare formando uno strato alto circa 2 cm. Si lascia raffreddare e poi si passa in frigorifero per almeno 3-4 ore.
Quando si è rassodata a sufficienza, si taglia a rombi regolari non troppo grandi, che si passano nel semolino e si friggono da entrambi i lati in molto burro spumeggiante, poche fette per volta.
A mano a mano che sono pronte, si sollevano con una paletta e si cospargono di zucchero.

Lo zucchero semolato, a differenza di quello a velo, rende la crosticina della crema ancora più croccante e questo crea un golosissimo contrasto con il suo interno invece piuttosto morbido.

È una ricetta tradizionale, di famiglia, semplice e squisita, che io preparo solo per ospiti speciali.

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23 thoughts on “La crema fritta

  1. questa crema fritta e’ bellissima!!! i rombi sono perfetti!!!! una perfezionista come al solito eh cara Silva!!! da noi si fa il dolce latte fritto…piu’ o meno la stessa cosa…e rigorosamente con una spolverata di zucchero semolato!!! 😉

    • Che bello! Adoro ritrovare le stesse abitudini e gli stessi ingredienti in cucine distanti tra loro, perché mi dà un senso di appartenenza allo stesso gruppo, una specie di legame familiare…
      L’hai riconosciuta? È “La crema fritta” del III Capitolo (Tradizione e fantasia) del mio libro, che tanto affettuosamente hai recensito e che contiene anche la ricetta degli Amuse bouche di granchio, interpretati da te con tanta abilità ed eleganza.

  2. Ciao cara Silva,
    ho assaggiato la crema fritta nei pranzi a base del famoso fritto misto alla piemontese: una ricchissima pietanza a base di bocconcini di carne, verdura, frutta e dolci (nello stesso piatto), uniti da un comune denominatore, la panatura croccante e la frittura 🙂 tra tutti questi assaggini vi è anche la crema fritta! Ovviamente, buonissima e golosa. Il fritto misto alla piemontese è un piatto molto particolare, ma io mi ci sono affezionata, perchè appartiene alla tradizione culinaria del mio compagno torinese e poi perchè la si mangia, come nel tuo caso, in occasioni speciali 🙂
    Un abbraccio!

    • Eccellente il fritto misto alla Piemontese: lo conosco! Ci sono perfino gli amaretti fra le squisitezze fritte di questo piatto tradizionale, vero? Tu che commenti di frequente le ricette del mio blog ti sarai accorta che sono aperta a qualsiasi abbinamento?!
      Qui in Veneto invece è proprio un dessert, addirittura un lusso negli anni fra le due guerre, quando la mia mamma era una bambina…

  3. Tradizione anche del fritto alla marchigiana con le cotolette di agnello, broccoli, carciofi, zucchine, mele e le immancabili olive all’ascolana.
    Mai mangiata però in versione dolce…ed a quest’ora mi fa davvero voglia!

    Ciao
    Silvia

  4. Cara Silva, amo tanto quando si racconta una tradizione legata a dei ricordi forti, importanti. Questo dimostra che vi è una continuità che va al di là del tempo, e che arricchisce quotidianamente il nostro vivere. In Puglia, si fa la ricotta fritta e zuccherata poi allo stesso modo: una leccornia😋. Ti auguro una Buona Cena. Ciao e a presto!

  5. Anche in Abruzzo si trovano, si chiamano Cremini, sono più rettangolari e vengono serviti come antipasto con le olive all’ascolana anche se sono dolci. E naturalmente sono buonissimi!!!
    Invece mia zia di Torino li fa con la crema di semolino e li serve come dolce.
    Varianti della stessa ricetta.
    Però devo ammettere che in entrambe le versioni la frittura è in olio di semi… Ma io non c’entro nulla!!! Mai provato a cucinarli! 😉
    Mchan

    • Ok, ok, sono aperta a tutte le interpretazioni del fritto! Probabilmente se la crema facesse parte di uno di quei ricchi e sontuosi fritti misti regionali, anch’io utilizzerei l’olio di semi, per una logica continuità, se non addirittura l’olio di oliva. Ma la “mia” crema, servita come dessert in casa dei miei avi materni fin dalla notte dei tempi, continuerà ad essere fritta nel burro spumeggiante.
      Grazie per aver contribuito alla storia dei fritti nel mondo!

      • Di niente. D’altronde ognuno ha un suo metodo di frittura. Su al nord prevale il burro, giù l’olio d’oliva, in Emilia Romagna lo strutto, poi c’è chi usa l’olio di semi per via dei costi. L’importante è che sia buono e non si usi troppo. Altrimenti addio fegato…
        Mchan

  6. E finalmente riesco ad arrivare da te. 😉
    La crema fritta la conosco e mi piace offrirla come dessert in un fine pasto tra amici, è un dolce sempre molto apprezzato. Leggendo la tua preparazione ho scoperto una bellissima novità. A me era stato insegnato di rovesciare la crema su un piano di marmo leggermente unto di olio e con la lama di un coltello livellarla dando lo spessore di circa 2 centimetri, farla raffreddare bene e qundi tagliarla a losanghe. Passarla nel bianco d’uovo sbattuto leggermente, poi nel pane grattugiato finemente e friggere nel burro. Cospargerla di zucchero a velo e servire.
    La prossima volta appena ho ottenuto la crema voglio seguire le tue indicazioni perchè mi sembrano a prima vista più pratiche e alla fine voglio sostituire lo zucchero a velo con quello semolato perchè la crosticina “ha il suo perchè”.
    Stimolante e simpatico questo scambio di opinioni … c’è sempre da imparare, insomma 🙂
    La crema fritta oltre gli adulti fa impazzire di golosità i bambini, ne ho avuta ampia prova con i figli dei miei amici. 🙂
    Buon fine settimana carissima, un abbraccio 😉

    • Anch’io ti abbraccio forte, ancora un po’ sconvolta dal tuo ultimo post…
      Confermo che il metodo della zia Celina -che ancora utilizzo- per preparare la crema da friggere, è geniale e pratico. Inoltre con le mie dosi non occorre il passaggio nell’uovo e il semolino, al contrario del pangrattato, non si sbruciacchia in cottura.
      Dillo, dai che le so tutte!!

      • Infatti, proprio vero che le sai tutte, ma proprio tutte. Si imparano tante buone cose standoti vicina e poi non lesini la tua conoscenza, la condividi e questo fa di te una tra le più belle persone che io conosca.
        Il metodo della zia Celina lo approvo in pieno e presto lo sperimenterò.
        Grazie Silva della tua disponibilità, un bacione 😉

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